Unione Europea-Crisi: previsioni danno una tiepida ripresa italiana nel biennio 2013-2014

Netto calo della domanda e incertezza sui mercati finanziari; aggravamento del debito italiano

Secondo le previsioni dell’Ue l’Italia vedrà una “ripresa tiepida” nel 2013-2014 a causa di “incertezza e condizioni creditizie difficili”; si allunga insomma il periodo di stagnazione dell’economia italiana, che ha visto nel 2012 il suo anno peggiore. Pessime notizie anche sul debito nazionale: quest’anno schizza al 126,5%, nel 2013 aumenterà ancora al 127,6% e ricomincerà a scendere lentamente nel 2014 tornando al 126,5%.
Fra le cause della regressione spiccano il calo della domanda domestica, il permanere di un'”elevata incertezza” sui mercati finanziari, il protrarsi della crisi del debito sovrano nell’Eurozona. Il ritorno alla crescita per l’Italia slitta quindi, secondo le stime di Bruxelles, al 2014: la Commissione Ue ha rivisto al ribasso le sue “previsioni economiche” stimando che il Pil tornerà al segno positivo solo nel 2014 (+0,8%) mentre per il 2013 l’economia italiana si dovrà accontentare di un calo inferiore, -0,5% rispetto a -2,3% nel 2012. Ma l’Italia è in buona compagnia nella mancata crescita: nel 2012 otto dei 17 Paesi dell’Eurozona nel 2012 registrano un Pil negativo. La Grecia ha il record (-6%), seguita da Portogallo(-3%), (-2,3%), Italia, Cipro e Slovenia, Spagna (-1,4%), Olanda (-0,3%) e Belgio (-0,2%). I Paesi dell’Eurozona che crescono di più sono, invece, la Slovacchia (+2,6%), e l’Estonia (+2,5%), seguite da Malta (+1%), e Germania (+0,8% contro il 3% dello scorso anno). Stessa percentuale anche per l’Austria, che precede Irlanda e Lussemburgo (+0,4%), Francia (+0,2%) e Finlandia (+0,1%).

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