Foti: Centri storici abbandonati. La Regione ha favorito sole le Coop rosse

I centri commerciali naturali abbandonati dal pubblico rischiano la desertificazione

“I centri storici cittadini sarebbero perfetti come centri commerciali naturali, ma le politiche di questa Regione rossa non li hanno mai valorizzati per far proliferare altri centri commerciali, quelli cioè che fanno lavorare le cooperative rosse di costruzione e del settore alimentare”. Non va giù per il sottile il candidato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale alle prossime regionali Tommaso Foti nell’affrontare il tema ampio del commercio. Un settore determinante per i cittadini e nel quale, secondo l’ex deputato piacentino, “occorre cambiare radicalmente la politica regionale se non vogliamo centri storici dove i cartelli “affittasi” alle vetrine dei negozi aumentino giorno per giorno e se vogliamo impedire che nei piccoli centri venga a mancare quella rete di negozi indispensabile per fornire un servizio che agli abitanti non può certo mancare”.

Scarsa attenzione ai centri storici e favori alle cooperative rosse dei grandi centri commerciali, dunque. “E oggi i risultati si vedono – afferma Foti – e sono tutti negativi. Soprattutto perché le cosiddette liberalizzazioni tanto care a Bersani, lungi dal favorire un miglioramento della rete distributiva, hanno finito per determinare chiusure a pioggia, tenuto conto che la pressione fiscale e gli studi di settore già massacrano i piccoli commercianti”.

L’ex parlamentare ritiene che la Regione debba investire massicciamente “per fare sì che i centri commerciali naturali tornino a quella funzione che gli è stata propria e che oggi è preclusa dalla trascuratezza delle amministrazioni, a tutti i livelli”.

“Non solo – prosegue Tommaso Foti – La Regione Emilia-Romagna ha fatto la gnorri in questi anni in modo vergognoso e omissivo per quanto riguarda l’abusivismo commerciale: una forma di concorrenza sleale, vietata dalla legge ma che nessuno persegue in modo serio; e ciò al solo fine di favorire in particolare immigrati che non contribuiscono neppure minimamente alle spese generali”.

Insomma, di soldi da spendere sul commercio, volendo, la Regione ne ha. Ne è convinto il candidato di Fd’I-An ma è anche convinto che sinora siano stati utilizzati “per andare ad ingrassare la solita filiera delle cooperative e degli amici degli amici”. E aggiunge: “Per non parlare del fatto che se non vengono ricreate le condizioni minime di sicurezza e vivibilità in alcune aree, soprattutto dei centri commerciali naturali del capoluogo, è evidente che la gente avrà paura anche ad andare a fare shopping e si defilerà sempre di più”. Il riferimento di Foti alla sicurezza, anche nei centri storici, non è casuale: per rendersi conto del problema basta dare un’occhiata ai dati pubblicati ieri dal Sole24Ore e ripresi da tutti gli organi di informazione locali: solo a Piacenza i borseggi sono aumentati di oltre il 50% nel giro di un solo anno.

Foti prosegue toccando il settore dei venditori ambulanti: “O la Regione fa rispettare le regole e con essa i comuni – afferma – oppure tutti coloro che pagano il plateatico e si comportano correttamente continueranno a sentirsi beffati da chi con arroganza si piazza dove vuole, quando vuole e come vuole, senza pagare un solo euro”.

Morale, Tommaso Foti ritiene che sia più che mai necessaria una Regione che capisca che le circa 500.000 persone che lavorano nel settore del commercio “vanno rispettate nella loro professionalità, nei loro sacrifici” e non è pensabile che si tengano in considerazione “solo quando c’è da mettere mano al loro portafogli”.

Sotto questo profilo, secondo Foti, l’annunciato nuovo piano regionale dei rifiuti rischia di rappresentare “un nuovo salasso per le imprese commerciali per gli effetti deleteri ed economicamente devastanti che produrrà l’applicazione della Tari: “Una tassa che ancora una volta si abbatte sulle imprese commerciali e artigiane in modo inopinato e vessatorio, a tacere del reticolo di burocrazia fatto apposta per rendere impossibile il sereno svolgimento di ogni attività”.

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