Tamponi di massa a Piacenza. Il Sindaco Barbieri sprona la Sanità regionale

PIACENZA – Il primo passo verso lo screening di massa è partito con un test rapido disposto dall’Ausl per 170 operatori sanitari in prima linea. Ma un campionamento diffuso sull’intera popolazione darebbe determinante, come sottolinea anche il Sindaco di Piacenza. “Personalmente anche io ritengo che non sia sufficiente quanto previsto nelle direttive del Governo, ovvero che il tampone venga effettuato solo a chi mostri sintomi evidenti,” ha dichiarato Patrizia Barbieri. “E’ proprio intercettando gli asintomatici che potremmo ridurre i contagi che avvengono senza che i diretti interessati possano accorgersene”.

Il sindaco Barbieri rileva una certa confusione sul tema, tanto che c’è dibattito anche all’interno della stessa comunità scientifica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spiegato che non è possibile effettuare uno screening di massa perché i laboratori – nel pieno della crisi sanitaria – non riuscirebbero a gestire un numero così elevato di test. “Non mi permetto di giudicare il lavoro e il pensiero di scienziati”, ha commentato la prima cittadina, “i quali esaminano tutti gli aspetti di un problema avendo strumenti adeguati, ma da cittadina come voi sento forte la necessità di individuare quel sommerso di positivi che, involontariamente, diventano fonte di contagio”.

“Nell’esercizio del mio ruolo di Sindaco,” ha poi concluso, “ho un dialogo costante con la Sanità a tutti i livelli e non manco di evidenziare la necessità di individuare tempestivamente una corretta metodologia e un sistema avanzato dal punto di vista tecnologico per fermare la diffusività del virus con accertamenti estesi agli asintomatici e tracciatura dei contatti. Come nel caso eclatante dei conviventi di un positivo che, nel mettere in atto l’isolamento previsto dalle direttive, rischiano di contrarre il virus e di diventare essi stessi fonte di trasmissione”.

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