Economia e Diritto

Notizie di Economia e Diritto

Cornuto e mazziato. Se tolleri il tradimento ti tocca mantenere l’ex moglie

Stupore per la sentenza della Suprema Corte che punisce il marito che non si ribella al tradimento

Suscita stupore la recente sentenza della Suprema Corte che non consente di attribuire la responsabilità della fine del matrimonio alla moglie fedifraga se risulta che il marito abbia per anni tollerato l’infedeltà. Nel caso in questione il marito in sede di separazione aveva addotto di non dovere essere tenuto al mantenimento della ex moglie in ragione della infedeltà subita per anni. I Giudici della Corte sono stati di diverso avviso attribuendo a lui la colpa di non essersi ribellato alla situazione di infedeltà, così pacificamente accettandola.
Ne è conseguito a carico dell’ex marito l’obbligo di mantenere la ex moglie. Mai il detto cornuto e mazziato fu più azzeccato!

Barack Obama: causa a Standard and Poor’s per 5 miliardi di dollari

Il governo USA chiede di risarcire parte dei danni causati dalla crisi dei mutui subprime

USA – Il dominio incontrastato delle agenzie di rating sta vacillando. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni di molti economisti in tutto il mondo. In particolare l’amministrazione del Presidente americano Barack Obama sembra sia sul punto di intentare causa a Standard&Poor’s per un valore di 5 miliardi di dollari. L’azione legale servirebbe per risarcire parte dei danni causati dalla crisi dei mutui subprime scoppiata nel 2007, perché secondo il Dipartimento di Giustizia americano il colosso del rating avrebbe ampiamente contribuito allo scoppiare della crisi, “gonfiando” le valutazioni di alcuni mutui ipotecari. Secondo gli esperti, S&P era a conoscenza dei rischi che di lì a poco avrebbero scatenato la crisi, portando l’America alla recessione.
“Le accuse contro di noi sono false e immotivate”, prova a difendersi con una nota Standard&Poor’s spiegando che le valutazioni dell’agenzia servono a “garantire gli interessi degli investitori e di tutti gli attori del mercato, fornendo opinioni indipendenti sul valore dei prodotti finanziari sottoposti alla sua valutazione”.

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Affidamento di minori alle coppie gay. La Cassazione lo ha davvero legittimato?

A ben vedere non è così. La stampa dovrebbe trattare con maggiore attenzione temi tanto delicati

Ha suscitato enorme scalpore la recentissima sentenza della Cassazione, sezione prima civile, sull’affidamento di minori alle coppie omosessuali. Da quanto si legge sui giornali sembrerebbe che la Suprema Corte abbia consentito tale possibilità. In realtà a ben vedere non è così. Nel caso di specie il ricorrente lamentava il fatto che il figlio fosse stato affidato alla ex compagna ed in particolare contestava che quest’ultima, che conviveva more uxorio con un’altra donna, potesse essere idonea sotto il profilo educativo a garantire l’equilibrato sviluppo del bambino in relazione ai diritti nascenti dalla famiglia concepita nel nostro ordinamento come società naturale fondata sul matrimonio (all’art 29 della Costituzione).
Se si legge con attenzione la motivazione della sentenza si può notare che la Corte ha respinto il ricorso del padre osservando che era suo onere dimostrare che il figlio stava concretamente subendo o avrebbe potuto subire un pregiudizio rimanendo in tale situazione. La Cassazione, quindi, non ha dato il via libera all’affidamento dei minori alle coppie gay, ma si è limitata a dire che in mancanza di prove o di evidenze scientifiche sulla dannosità di tale situazione essa non poteva prendere posizione.
D’altra parte, nel nostro ordinamento, le sentenze possono decidere solo su casi concreti e utilizzando le prove portate nel processo, mentre non possono dare giudizi valevoli in via generale.
Temi così delicati, comunque, dovrebbero essere gestiti dalla stampa in modo particolarmente attento offrendo a chi legge una notizia precisa e aderente alla realtà senza indulgere in interpretazioni magari orientate da posizioni ideologiche.

Economia e Politica: Mario Monti annuncia le dimissioni e i mercati aprono in calo

Schulz, presidente del Parlamento Europeo: ”Berlusconi è il contrario della stabilita; suo ritorno può essere una minaccia per l’Italia e per l’Europa ”

Mario Monti annuncia le proprie dimissioni e l’effetto sull’economia è subitaneo. Il differenziale tra Btp e Bund sale ancora e supera la soglia dei 350 punti (351) con un rendimento che arriva al 4,77%. Piazza Affari apre in calo. Il Ftse Mib cede il 2% a 15.371 punti. Crollano sul listino di Piazza Affari i titoli delle banche. Unicredit cede il 4,17%, Intesa Sanpaolo il 4,6%, Mps il 4,73%, Mediobanca il 3,8 per cento.
Il Premier ha così esposto la sua scelta: “Non si poteva andare avanti così”. La decisione sarà effettiva una volta approvata la legge di stabilità. Intanto il mondo politico internazionale interviene, stigmatizzandola, sulla decisione di Silvio Berlusconi di ritornare “in campo” alle prossime politiche. Le parole più dure sono state proferite dal presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, in un’intervista all’ANSA alla vigilia della consegna del Premio Nobel per la pace all’Unione europea a Oslo: “Berlusconi è il contrario della stabilita ed il suo ritorno può essere una minaccia per l’Italia e per l’Europa che hanno bisogno di stabilità”. La replica del Cavaliere: “E’ assurdo e inaccettabile che il presidente del Parlamento europeo possa esprimere giudizi così sulla politica italiana”, aggiungendo che quest’ultimo è anche “male informato, perché se in Italia c’é una persona più europeista di Silvio Berlusconi me la facciano trovare”

Minorenni e tatuaggi. Obbligatorio il consenso dei genitori

Secondo la Cassazione, legalmente il tatuaggio comporta una sorta di ”malattia”

Il tatuaggio, secondo una recente sentenza della Cassazione penale, comporta una "apprezzabile riduzione di funzionalità della parte del corpo interessata" da cui deriva una vera e propria "malattia" in quanto produce un’alterazione delle funzioni sensoriali e protettive della cute e per eliminarlo è necessaria un intervento terapeutico (anche se di modesta importanza). Inoltre esso implica un’alterazione permanente del proprio corpo.
Per queste ragioni il minorenne non è libero di farsi tatuare senza il consenso espresso dei genitori e il tatuatore che non rispetti tale obbligo addirittura rischia una condanna penale per procurate lesioni personali.
La sentenza pare severa nel ricordare l’importanza di una decisione non priva di rischi per la salute e di conseguenze permanenti.
Confidiamo quindi nel rispetto della legge … e dell’igiene!

Economia a Piacenza: in un anno sono sparite 368 aziende dal territtorio

Perdono Commercio, Agricoltura e Costruzioni; in crescita i settori dell’alloggio e della ristorazione

Il terzo trimestre del 2012 ha visto una riduzione piuttosto consistente delle imprese registrate a Piacenza, sia in termini tendenziali che congiunturali. Rispetto al settembre 2011 si sono perse 368 unità, rispetto al mese di giugno 2012, 45. Lo stock a fine settembre contava 31.492 unità. La variazione più elevata in negativo ha riguardato il settore del commercio che in un anno ha visto venir meno 173 realtà, con 127 imprese in meno è invece al secondo posto tra i comparti in contrazione il settore dell’agricoltura mentre al terzo (-103) quello delle costruzioni.
E’ stato al contrario consistente l’incremento di imprese nel contesto dei servizi di alloggio e ristorazione (+43). Una crescita si è evidenziata anche nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+17) così come in quello della fornitura di energia ed acqua. L’aumento registrato in quest’ultimo ambito (15 soggetti) ha impresso una crescita percentuale di notevole grandezza dal momento che lo stock di partenza era di sole 18 unità e quindi nell’arco di un anno se ne è registrato quasi il raddoppio.
La riduzione osservata ha riguardato anche le imprese attive (a differenza del passato): sono passate da 28.977 a 28.522 (-1,57%). Nel confronto con le altre province si riscontra omogeneità nel segno della variazione. Lodi e Reggio Emilia hanno entrambe una riduzione più elevata di quella di Piacenza mentre le restanti realtà territoriali soffrono di diminuzioni più contenute.
Un movimento importante che si è registrato nel corso dei primi 9 mesi del 2012 ha riguardato le cancellazioni d’ufficio: su 1.694 cessazioni totali ben 223 sono state operate dagli uffici della Camera di commercio (per il venire meno dei presupposti giuridici dell’attività). Va detto però che la dinamica si mantiene negativa anche escludendo queste cancellazioni, in quanto le iscrizioni si sono fermate a quota 1.399.
Nel Paese, invece, depurando il dato dalle cancellazioni condotte dagli uffici, la variazione dei primi nove mesi è stata leggermente positiva con una differenza tra iscritte e cessate pari a 19.984 unità. La dinamica imprenditoriale piacentina è fortemente differenziata a livello di forme giuridiche: positiva per società di capitale ed altre forme giuridiche (consorzi, cooperative..), negativa per imprenditori individuali e società di persone. Anche in questo andamento si percepisce però un chiaro segnale di rallentamento nell’avvio di nuove attività: il valore del saldo per le società di capitale pur mantenendosi in territorio positivo è il più basso degli ultimi 12 anni. Nella composizione percentuale del tessuto imprenditoriale piacentino si è scesi per la prima volta sotto il 59% per quanto riguarda le ditte individuali mentre le società più strutturate si sono avvicinate al 19% (erano il 12,2% nel 2000). Delle 31.492 imprese registrate a Piacenza 2.988 sono gestite da imprenditori stranieri (1.564 nel solo settore dell’edilizia). Le imprese a titolarità femminile sono 6.974 mentre quelle che si possono definire giovanili sono 2.799 (quasi il 50% di questo sottogruppo si concentra nell’edilizia e nel commercio).
Per approfondimenti, interviste e foto collegatevi a Piacenza24.eu

Economia: la fine della crisi è ancora lontana. Il 2013 sarà l’anno peggiore

In aumento il tasso di disoccupazione e in calo il Pil

L’Istat per quest’anno prevede un ”rilevante incremento” del tasso di disoccupazione, fino al 10,6%. Mentre nel 2013 il tasso continuerebbe a salire raggiungendo il 11,4% ”a causa del contrarsi dell’occupazione”, unito all’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata.
L’Istat annuncia inoltre la previsione per quest’anno di una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre per il 2013, ”nonostante l’attenuazione degli impulsi sfavorevoli ed un moderato recupero dell’attivita’ economica nel secondo semestre”, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%).
La spesa privata per consumi dovrebbe registrare quest’anno una contrazione del 3,2%. E’ la previsione dell’Istat nelle Prospettive per l’economia italiana nel 2012-2013. Nel 2013, la spesa dei consumatori risulterebbe ancora in calo (-0,7%),per “le persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali”

Chirurgia estetica. Le minorenni non possono rifarsi il seno

La nuova legge 86/2012 proibisce ad un chirurgo plastico di sottoporre ad un intervento di mastoplastica additiva ragazze al disotto dei 18 anni

E’ stata da poco emanata la legge n. 86/2012 che proibisce ad un chirurgo plastico di sottoporre ad un intervento di mastoplastica additiva ragazze al disotto dei 18 anni di età.
Questa legge vuole tutelare le giovani donne che, sempre di più e sempre più giovani, inseguono il sogno di un fisico perfetto.
I medici che non si attengono a questo divieto rischiano grosso: fino a 20.000 euro di multa e sino a tre mesi di sospensione dalla professione.
Non si può aggirare questo divieto, perché é possibile sottoporsi a questa operazione da minorenne solo nel caso in cui vi siano gravi malformazioni accertate da un medico appartenente al Servizio Sanitario Nazionale, quindi in casi limitatissimi.
Prima di tale normativa le minori avrebbero potuto ricorrere ad interventi al seno di natura meramente estetica seppure col consenso dei genitori esercenti la potestà.
La disposizione in esame pare assolutamente opportuna anche per escludere in radice che scelte di persone non ancora pienamente mature possano essere avallate da genitori parimenti immaturi.

Per maggiori informazioni: diritto@piacenzanight.com

Falsa identità sui social network. Curiosare nella vita altrui può costituire reato

Il nostro codice penale punisce chi si attribuisca un falso nome inducendo in errore un’altra persona

Sempre più frequentemente capita nelle cause di separazione tra coniugi che uno dei due utilizzi contro l’altro notizie apprese su facebook. Spesso infatti di fronte al sospetto di tradimento il coniuge decide di crearsi un profilo con falso nome per carpire informazioni sulle temute frequentazioni extra coniugali del partner.
Attenzione però che il nostro codice penale all’articolo 494 punisce chi si attribuisca un falso nome inducendo così in errore un’altra persona al fine di ottenere per sé un vantaggio. Tale comportamento – che in certe situazioni potrebbe apparire innocente se non addirittura giustificabile perché finalizzato a svelare tradimenti o altrui bugie – può determinare una condanna fino ad un anno di carcere! Infatti anche il mondo internet, che nell’immaginario comune pare un territorio ancora senza regole, in realtà non è per nulla svincolato dalle norme che regolano la vita sociale comunemente intesa.
Meglio allora non indagare più di tanto e fare tesoro della saggezza popolare che dice occhio non vede cuore non duole e aggiungiamo noi, manette non tintinnano…

Economia. Cresce il rischio di una crisi alimentare nel mondo

Boom del prezzo delle materie prime o alla riduzione nella produzione degli alimenti base

È qualche anno, ormai che con allarmi più o meno attendibili si parla del rischio di una nuova crisi alimentare globale dovuta al boom del prezzo delle materie prime o alla riduzione nella produzione degli alimenti base più devastante di quella del 2007 -2008 quando si verificarono rivolte in numerosi paesi in via di sviluppo o come la più recente che avrebbe di fatto determinato le rivoluzioni che hanno riguardato il Nord Africa.
Ma le dichiarazioni della FAO rilasciate ieri 09 agosto sono preoccupanti, per Giovanni D’Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti".
Secondo l’organizzazione dell’ONU, infatti, da giugno a luglio sono schizzati alla stelle su scala globale, i prezzi dei cereali e dello zucchero dopo tre mesi consecutivi di declino.
Che la minaccia di un aumento generalizzato dei prezzi fosse incombente lo si era già compreso dalla siccità che ha colpito il nord come il sud del pianeta così influenzando in maniera evidente la produzione delle tre principali fonti di cibo (grano, mais, soia).
Basti pensare che i prezzi del mais e della soia segnano un + 23 % nel mese di luglio rispetto al giugno a causa del tempo afoso e molto secco che ha afflitto il Midwest americano. Analogamente il prezzo del grano è salito del 19%. Le uniche note positive riguardano il riso il cui prezzo è rimasto sostanzialmente stabile mentre quello della carne addirittura in calo (-3%).
Secondo Abdolreza Abbassian, uno degli economisti più importanti della FAO, questi dati non escluderebbero che stiamo assistendo ad un ritorno della crisi alimentare con una situazione paragonabile a quella del 2007-2008.
In quel biennio, ritornando indietro con la memoria si registrarono situazioni analoghe con condizioni atmosferiche avverse, prezzi del carburante record, maggiore ricorso ai biocarburanti, le politiche che limitano le esportazioni e l’aumento dei prezzi del grano che avevano determinato un’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari che erano state a loro volta la scaturigine di violente manifestazioni in diversi paesi dall’Egitto al Camerun sino ad Haiti.
Sembra quindi ripetersi la storia, tanto che la FAO ha dimostrato preoccupazione per il fatto che molti paesi potrebbero limitare le esportazioni di derrate alimentari.
È chiaro, per Giovanni D’Agata che il susseguirsi di crisi alimentari su scala transazionale, il pericolo di un blocco dell’esportazioni di prodotti alimentari di base da parte di paesi chiave, dovrebbe determinare il nostro governo a ripensare rapidamente la politica alimentare tentando di riportare il Paese verso la ricerca di un’autosufficienza alimentare, sicuramente in un’ottica europea, che veda nell’agricoltura un volano importante per salvaguardarci dal rischio di ripercussioni che potrebbero riguardare nel prossimo futuro gli approvvigionamenti di prodotti alimentari.