Nicola Negri

Calcio. Qatar 2022. E’ caos per i primi Mondiali invernali

Il segretario generale Valcke: ”Non risarciremo nessuno, i club hanno 7 anni per organizzarsi”

Mondiali 2022, è caos. Dopo che la prospettiva di disputare i Mondiali del Qatar tra novembre e dicembre si è fatta sempre più concreta, l’esecutivo Fifa deve solo confermarla ufficialmente il 19 e 20 marzo 2015, la levata di scudi di club e leghe professionistiche, contrarie all’idea di far slittare i calendari, ha già costretto l’organo presieduto da Sepp Blatter ad una serie di precisazioni.
L’ultima è di Jerome Valcke, il segretario generale intervenuto per rispondere al presidente dell’Associazione europea delle società Karl-Heinze Rummenigge, che pretende un indennizzo per i club: “Non risarciremo nessuno, né dobbiamo chiedere scusa, ci sono 7 anni di tempo per organizzarsi. E i club hanno anche beneficiato dell’accordo legato ai proventi dei passati Mondiali, nella misura di 40 milioni di dollari nel 2010 e di 70 nel 2014. Hanno tutto l’interesse a collaborare affinché l’edizione del Qatar sia un successo”.
Il segretario generale della Fifa ha risposto anche a Richard Scudamore, il numero uno della Premier League inglese capofila della protesta: “Il Mondiale in novembre e dicembre è un evento che accade per la prima volta e non è destinato a distruggere nulla che sia legato al mondo del calcio”.
Jerome Valcke ha infine sottolineato come la Fifa abbia concesso di passare “da 32 giorni a 28, questa è già una concessione. E la Coppa d’Africa 2023 non si terrà più in gennaio, bensì in giugno. La finale? Molte federazioni spingono perché si giochi il 23 dicembre”.
Quante polemiche ci aspettano nei prossimi sette anni?

Calcio. Luciano Moggi: ”La mano a Massimo Moratti? Me la sono lavata subito”

La replica di Massimo Moratti all’ex dg della Juventus: ”Peggiora la considerazione che ho di lui”

Luciano Moggi-Massimo Moratti, che bordate! Dopo la storica stretta di mano nove anni dopo Calciopoli, l’ex dg della Juventus ha infatti così risposto a chi su Twitter gli chiedeva spiegazioni: “Mi sono lavato le mani subito”. Meno di 140 caratteri, insomma, ma più potenti di un intero discorso. L’ex presidente dell’Inter ha atteso qualche ora prima di replicare al vecchio ‘nemico’: prima una risata isterica, poi la replica piccata:”Se davvero è così peggiora la considerazione che ho di lui”.
La battuta di Luciano Moggi non nasce per caso, dato che è da un po’ di tempo che l’ex dg della Juve usa con una certa frequenza Twitter per commentare i fatti e le questioni più importanti nel mondo del calcio. Un filo diretto con i tifosi, soprattutto juventini, che ha in questo caso portato alla fine immediata delle illusioni sulla possibilità di chiudere una volta per tutte Calciopoli.

Calcio. Cristiano Ronaldo Pallone d’Oro 2014, Loew miglior allenatore

Il fenomeno portoghese del Real Madrid: ”Ora spero di eguagliare Messi a quota quattro”

Cristiano Ronaldo ha vinto il Pallone d’Oro 2014. Per il fenomeno portoghese è il secondo trionfo consecutivo, il terzo in totale: come lui solo Cruijff, Platini e Van Basten. Il prossimo obiettivo del fuoriclasse del Real Madrid è agganciare il recordman Leo Messi (ieri secondo, con 0.4% di vantaggio su Manuel Neuer), come dichiarato al Galà di Zurigo: “Non avrei mai pensato di vincere questo premio per tre volte e ora spero di eguagliare Messi. Continuerò a lottare per cercare di essere il migliore”.
Non solo Pallone d’Oro per il miglior giocatore. Nella serata Fifa, è stato premiato anche l’undici dell’anno (Neuer; Lahm, David Luiz, Thiago Silva, Sergio Ramos; Di Maria, Kroos, Iniesta; Robben, Messi, Ronaldo); il miglior allenatore di calcio femminile (Ralf Kellermann); il miglior allenatore (Joachim Loew); il gol dell’anno (James Rodriguez in Colombia-Uruguay); il Pallone d’Oro femminile (Nadine Kessler). Il Fifa Presidential Award è stato assegnato al giornalista giapponese Hiroshi Kagawa, mentre il Fifa Fair Play Award a tutti i volontari dei Mondiali di Brasile 2014.
Appuntamento al 2015 con un solo, grande dilemma: Cristiano Ronaldo o Messi?

Calcio. Emmanuel Petit, bordate sulla Francia e sui francesi

L’ex centrocampista francese: ”La Francia sarebbe stata migliore se invasa dalla Germania”

Emmanuel Petit, che bordate! Scandalizzato dal trattamento riservato all’ex compagno nella Francia campione del mondo 1998 Thierry Henry, adorato in Inghilterra ma poco apprezzato in patria nonostante il record di gol con la Nazionale, Emmanuel Petit ha infatti sparato a zero sul suo Paese: “Siamo un popolo di arroganti, bugiardi e ipocriti”. A scatenare la polemica, soprattutto la considerazione: “La Francia sarebbe stata migliore se invasa dalla Germania”.
L’ex centrocampista francese ha specificato: “La Germania a cui mi riferisco è quella odierna che è di certo meglio della Francia”. Non proprio una carezza, viste le tensioni tra Parigi e Berlino sulle politiche europee anti crisi.
Per Emmanuel Petit, la prova della corruzione francese sta nel caso Thiago Motta-Brandao, quest’ultimo “condannato a un anno quando invece ci sono ministri e deputati ladri che sono sempre al loro posto e continuano a rubare”.
Se i dirigenti politici della Francia sono ladri, i suoi abitanti sono d’altronde “arroganti, bugiardi, snob e ipocriti”. E, per deduzione, pure razzisti: “Almeno nel calcio si cerca di combattere il razzismo: se levi il calcio, per strada sarebbe ancora peggio”. L’ex Nazionale francese ne ha anche per i giornalisti: “Vivono in compartimenti stagni, incapaci di fare autocritica”.
Non è la prima volta che l’antistar francese per eccellenza si espone mediaticamente, sollevando se non altro perplessità sulle sue dichiarazioni. Emmanuel Petit, che bordate!

Calcio. Alessandro Del Piero. L’omaggio ai 40 anni del ”Capitano”

La lettera di un tifoso juventino ad un esempio di classe e correttezza, in Italia e nel mondo

Domenica 9 novembre, Alessandro Del Piero ha festeggiato i suoi primi 40 anni. Per l’occasione, ho pensato di riproporre la lettera scritta da un amico juventino al suo “Capitano”, “personale ma allo stesso tempo rappresentativa di tutti quei tifosi che hanno trovato punti d’incontro tra la loro vita e quello che per loro è stato più di un calciatore”. Come per milioni di altri un esempio di classe e correttezza, ora ambasciatore del calcio italiano, prima in Australia poi in India.
Oh Capitano mio Capitano,
era una domenica pomeriggio del ’94, avevo sette anni e, tra un aerosol e una mela, grazie al tuo gol al volo contro la Fiorentina, abbandonai definitivamente la fede rossonera per abbracciare la tua, quella Juventina. Ho imparato poi ad accostare la Champions ad un arco (come quello di Robin Hood, il mio primo eroe), che partiva dal tuo piede destro e finiva in quello che grazie a te imparai a conoscere come “Il Sette”. I tuoi anni più vincenti corrisposero ai miei più spensierati; i tuoi anni più duri, quelli dell’infortunio e di Godot che non torna, ai miei più difficili, quelli delle Medie. Fu in quel periodo che la Nogni, sempre un passo avanti, si innamorò di te prima ancora di re-innamorarsi della sua Juve; mentre io, dopo averti malsopportato a lungo, finii quasi per odiarti la sera di quel maledetto 2 luglio del 2000. Poi tornasti, trasformato ma tornasti, nel giorno da allora non più famoso solo per la morte di Napoleone, sul campo in cui te ne eri andato quasi quattro anni prima. Nel frattempo anch’io mi stavo trasformando, o meglio crescendo. C’ero quando rovesciasti sulla testa di Trezeguet il nostro 28esimo scudetto, anch’io ero rovesciato, per la prima volta quello che credevo fosse amore mi stava facendo soffrire più che mai. Abbiamo vissuto insieme prima la gioia di essere diplomati (Campioni del Mondo); poi i dubbi, le curiosità e le difficoltà dei nostri nuovi mondi, il mio primo anno di Università e la tua Serie B. Incontrando quello che speravo (e un pò ci spero ancora) fosse veramente Amore, pensavo che le nostre strade si fossero definitivamente separate: io al Settimo Cielo, tu a cercare di tenere su le Juventus più tristi; mi sbagliavo. Quest’anno siamo tornati ad essere una cosa sola, a soffrire insieme, mentre io continuavo a perdere e la nostra Juve non ci riusciva mai. C’ero anche Domenica 13 e, mentre singhiozzavo e i cori per te mi si strozzavano in gola uno dopo l’altro, avevo finalmente capito che tu sei stato per me la Costante che Penny era stata per Desmond, la mia Fermina ai tempi del colera, unico vero amore in mezzo a tante amanti. Domenica 13 il tuo pulman si è fermato davanti a me; mi hai guardato, e sono sicuro che dentro quel gesto c’era un saluto. Spero che anche il mio piccolo Luca possa un giorno scrivere del suo Capitano; per quanto ci riguarda, ci tocca diventare grandi, ancora una volta insieme.
Oh Capitano mio Capitano,
Grazie.

Calcio. Evelina Christillin shock contro Moratti e Thohir

L’organizzatrice delle Olimpiadi 2006: ”Moratti come Addams. Thohir ciccione indonesiano”

Evelina Christillin shock. In un post pubblicato sull’ ‘Huffington Post’, l’organizzatrice dell’Olimpiade invernale di Torino 2006 ha rinfocolato, dopo la botta del presidente della Juventus Andrea Agnelli e la risposta dell’Inter, le sempre accese polemiche sull’asse Torino-Milano. L’amica di famiglia degli Agnelli ha scritto frasi ineleganti contro Massimo Moratti ed Erick Thohir, oltre a osservazioni poco lusinghiere nei confronti dei nerazzurri.
Evelina Christillin ha infatti detto: “L’addio all’Inter della famiglia Moratti-Addams. Ma come? Ma perché? Insomma, come faremo senza tutti quei denti in tribuna, senza gli abbracci frenetici delle loro smilze braccine, senza l’esultanza della Bedy che salta per aria anche quando l’Inter segna in amichevole contro il Pertusa? E’ noto che tra noi bianconeri e i nerazzurri non corra buon sangue da sempre, però questo non vuol dire che non si rispettino personaggi come Massimo Moratti che, comunque, ha vissuto con esborsi di passione e portafoglio senza eguali la dinasty interista della sua famiglia, che ha pagato di persona prezzi alti, anzi, altissimi, sull’altare della memoria di suo padre e della formazione magica (Sarti, Burgnich, Facchetti…) di Helenio Herrera, che ha dato alla sua squadra e a tutti i tifosi momenti unici col triplete di Mou e che per amore, solo per amore (cito il nostro presidente Agnelli) ha accettato per la propria società uno scudetto non suo”.
Evelina Christillin ha poi superato il “filippino” rivolto da Massimo Ferrero nei confronti di Erick Thohir: “Un piccoletto ciccione indonesiano che alla fine rileva a Moratti, e non si sa ancora bene se poi i soldi li ha davvero oppure no, la maggioranza delle azioni, che mette i suoi samurai in Consiglio a prendere a schiaffoni sui conti il povero Massimo, rimasto eroicamente in minoranza con prole Angelomario e fido Ghelfi, che aizza il ribelle Mazzarri a rispondergli senza portare rispetto, che usa come un pupazzo di nobili origini ma di zero importanza il mito Zanetti, e che, soprattutto, non vince più niente. Alla fine, pur tenendosi il suo 30%, Moratti ha stretto i denti (e li ce n’è davvero da avere paura), si è rotto le scatole della protervia orientale, e ha sbattuto la porta lasciando la presidenza onoraria insieme a tutta la sua truppa, per dire signorilmente che basta, faccia pure il Cicciobello a mandorla come gli pare, ma lui non ci sta più”.

Calcio. Il Brasile è più che mai Neymar-dipendente

Nell’amichevole di lusso contro il Giappone, il fenomeno del Barcellona ha realizzato un poker

Neymar scatenato, e il Brasile vola. Nell’amichevole di lusso contro il Giappone, andata in scena a Singapore, il fenomeno del Barcellona ha infatti realizzato un poker di reti. E 4-0 è stato il risultato finale dei verdeoro contro i nipponici, sulla cui panchina all’estero ha debuttato il ct Javier Aguirre, arruolato dai campioni d’Asia al posto di Alberto Zaccheroni dopo Brasile 2014. Un po’ come Dunga, al posto di Felipao Scolari in seguito alla disfatta dei Mondiali casalinghi.
Neymar non era presente per infortunio nella più umiliante sconfitta della storia della Selecao, Brasile-Germania 1-7. Probabilmente la Storia non sarebbe cambiata, ma ieri (Brasile-Giappone 3-0 in Conferations Cup 2013, Neymar a sbloccare il match) come oggi (Brasile-Giappone 4-0, Neymar a segno al 18′, 48′, 77′ e 81′) il Brasile è più che mai Neymar-dipendente.

Calcio. Gli stadi italiani non sono sicuri? Beretta e Tavecchio contro il Dl stadi

Anche il presidente del Coni Malagò sostiene la presa di posizione dei dirigenti calcistici

Gli stadi italiani non sono sicuri? La Federcalcio “condivide le preoccupazioni del presidente della Lega di A Maurizio Beretta” sul Decreto Legge stadi che introduce un contributo delle società per i costi della sicurezza negli eventi sportivi. Il presidente della Figc Carlo Tavecchio ha sottolineato come occorra “subito un confronto per evitare inutili demagogie”. La Federcalcio ha espresso la sua posizione attraverso una nota riguardo l’emendamento al decreto stadi approvato dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera.
La Figc ha ricordato la posizione espressa dal presidente federale Tavecchio nell’audizione in commissione di martedì 16 settembre: “Il mondo del calcio è consapevole delle ragioni e delle esigenze delle Forze dell’Ordine, con le quali da tempo si sta lavorando in maniera congiunta e proficua, ma chiede un confronto urgente affinché si sgombri il campo da inutili demagogie”.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò, a margine della presentazione della Granfondo Campagnolo svoltasi al Foro Italico, è a sua volta intervenuto sull’argomento appoggiando Beretta e Tavecchio: “Il presidente della Lega Serie A è preoccupato? Lo capisco, ha ragione. Come tutte le questioni giuste o sbagliate che siano, se sono fatte in corso d’opera, se tu hai un tuo bilancio e dalla mattina alla sera ti dicono che hai una spesa supplementare che, per altro ancora non ho capito come si quantifica, è chiaro che non va bene”. Rimaniamo in attesa dei prossimi sviluppi.

Calcio. Mattia Perin. I segreti dello sfolgorante inizio stagione

Il portiere del Genoa è sinora il miglior giocatore della Serie A anche grazie al preparatore Spinelli

Mattia Perin, che forza! Il 22enne portiere del Genoa, con la media-voto Gazzetta di 7,33, è infatti il miglior giocatore del campionato dopo le prime tre partite di Serie A. Non solo talento, però. Nella crescita del numero uno genoano ha avuto (e ha) un ruolo chiave il preparatore dei portieri Gianluca Spinelli. Le critiche dopo la controprestazione in Fiorentina-Genoa del 2013-2014, forse il punto più basso della giovane carriera di Perin, dal punto di vista mentale grazie alla fiducia di Gasperini, e tecnico grazie al lavoro di Spinelli.
Perin ha doti innate, è un perfezionista, ma è stato il preparatore a fargli fare il salto di qualità, Spinelli ha mostrato al portiere del Genoa le parate corrette dei grandi portieri che fisicamente gli assomigliano.
Spinelli, che lavora in collaborazione con l’ex numero uno genoano Scarpi, ha metodi di allenamento innovativi: esercizi che simulano il terzo tempo del basket, palline da tennis tirate in porta con la racchetta, macchina sparapalloni.
Perin-Spinelli tandem vincente, dunque. Non solo al Genoa, ma anche in Nazionale, dopo Perin ha davanti ormai solo Buffon e Sirigu, e da settembre può contare sull’ausilio del suo preparatore al Genoa.

Calcio. Champions League. Cristiano Ronaldo a due gol dal record di Raul

Nella top ten di tutti i tempi, il fenomeno portoghese è insidiato dal rivale Leo Messi

Cristiano Ronaldo, sempre lui. Dopo la rete segnata al Basilea nell’esordio di Champions League terminato 5-1 per il Real Madrid, il fenomeno portoghese continua ad ampliare la sua collezione di record. Cristiano Ronaldo è infatti già il calciatore ad aver segnato più gol in una stagione di Champions (17 nel 2013-2014), quello ad averne segnati di più in un anno solare (15 nel 2013) e quello con più reti nelle fasi ad eliminazione diretta (34 in carriera).
Cristiano Ronaldo, miglior cannoniere di Champions League ancora in attività, è vicinissimo a raggiungere il traguardo più ambito: diventare il più grande goleador di sempre nella massima competizione europea.
Il campione portoghese, con il gol al Basilea, è infatti arrivato a due sole lunghezze del record detenuto, tra Coppa Campioni e Champions League, da un’altra leggenda madridista: Raul.
Cristiano Ronaldo si deve però guardare le spalle dal grande rivale Leo Messi, a sua volta distante due reti. Ecco la top ten, aggiornata a mercoledì 17 settembre, dei migliori marcatori di ogni epoca: Raul (71 gol), Cristiano Ronaldo (69), Lionel Messi (67), Ruud Van Nistelrooy (60), Andriy Shevchenko (59), Thierry Henry (51), Filippo Inzaghi (50), Alfredo Di Stefano (49), Eusebio (47), Alessandro Del Piero (44). Due italiani, dieci, ognuno a suo modo, artisti del gol.