Redazione

Santa Lucia. Piacenza, Verona e Stoccolma legate dalla celebrazione

Lucia è morta per avere donato tutto ai poveri. Ecco spiegata l’usanza dei doni ai bambini

La mattina del 13 dicembre è un giorno speciale a Piacenza, ma anche in altre città italiane e del mondo, in particolare Siracusa, Verona e Stoccolma. E’ una delle notti più lunghe e buie dell’anno e la “luce” è celebrata anche con il ricordo di una santa dalla vita molto speciale. Lucia fu barbaramente uccisa per la scelta di consacrarsi a Cristo, dopo avere donato ai poveri tutti i suoi averi. Proveniva da una famiglia molto ricca e il suo promesso sposo si sentì offeso per la scelta di Lucia di prendere i voti. Da tempo questi sognava di mettere le mani sul patrimonio di una delle più ricche famiglie di Siracusa, così la denunciò ai persecutori e la fece uccidere. Lucia è morta per avere donato tutto ai poveri. Ecco perché i suoi doni sono al centro della celebrazione della sua figura. I miracoli attribuiti a Santa Lucia sono numerosissimi ed hanno spesso a che fare con i bambini.
In molte città, come Piacenza, Verona, Alessandria, Udine, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Parma, Reggio Emilia, Santa Lucia porta i doni ai bambini, come Babbo Natale (San Nicola) o la Befana a Roma. Anche a Stoccolma e nei paesi del Nord Europa Santa Lucia distribuisce doni alle persone bisognose e, naturalmente, ai bambini.

Pallavolo. Bakery Volley, Trabucchi: ”Serve un riscatto a Montale”

Intervista alla regista della Bakery Volley Piacenza Gloria Trabucchi.

La Bakery Volley Piacenza si allena in vista della gara che la vedrà opposta ad Emilbronzo 2000 MO sabato, alle ore 18:00. Gloria Trabucchi, regista titolare della formazione allenata da Franco Corraro, analizza la gara con Porcia che ha determinato il primo ko interno e guarda con ottimismo alla nuova sfida. La giovane palleggiatrice fa il punto sulla situazione della sua squadra.

Un ko inaspettato, cosa ha fatto la differenza?
Pordenone ha preparato molto bene la partita e ci ha messo in netta difficoltà nei primi due set: hanno dimostrato di essere una squadra tosta, che meriterebbe ben altre posizioni in classifica. Detto questo, anche noi non siamo partite benissimo: in avvio siamo state troppo attendiste. Fortunatamente, a partire dal terzo set, abbiamo iniziato a giocare più decise e sicure: i risultati si sono visti, perché abbiamo portato la gara al tiebreak. Peccato non averla anche vinta.

Nei primi 2 set avete subito gli attacchi di Serafin e il muro avversario, dal terzo parziale per voi è iniziata un’altra partita. Dove avete trovato la forza di reagire?
Siamo state più costanti al servizio, da cui sono arrivati tanti punti. Anche a livello difensivo siamo cresciute sensibilmente, mettendo in campo una pallavolo molto più ordinata ed efficace. Come dicevo però la differenza fondamentale è stata di atteggiamento: nei primi due set abbiamo subito eccessivamente Pordenone, dal terzo abbiamo imposto il nostro gioco ed il nostri ritmi.

Per te una prova individuale, visto che hai messo a segno ben 7 punti. Come la commenti?
Hai ragione 7 punti non capitano tutti i giorni per una palleggiatrice, questo però non significa nulla: avrei di gran lunga preferito non mettere a terra neanche una palla, ma tornare con 3 punti in tasca. Speravo in una vittoria, ma avremo sicuramente la possibilità di rifarci.

Come giudichi la prima parte di stagione?
Penso che sia stata un’ottima partenza. Speravamo di vincere anche sabato con Pordenone, ma non dobbiamo fare drammi: siamo comunque terze a 4 punti di svantaggio da Padova. Inutile nascondere che questa squadra ha la rosa e le giocatrici per riprendere da subito a vincere e per tornare a farlo con costanza, com’è avvenuto nelle prime gare della stagione.

In tal senso sabato avrete già un’altra partita importante: affronterete in trasferta Montale, formazione che 2 giorni fa ha perso in 3 set con Padova, e che si trova all’ottavo posto a quota 11 punti. Come la affronterete?
Dobbiamo riscattarci subito: è fondamentale ritornare subito a fare i 3 punti e chiudere nel migliore dei modi questa prima parte di stagione, che terminerà con la pausa natalizia. Non sarà semplice, ragion per cui dovremo partire con l’atteggiamento giusto: superaggressive e concentrate su ogni pallone. Come abbiamo visto con Padova e Porcia, nessuna squadra regala niente. Montale farà la sua partita ed avrà dalla sua parte anche il palazzetto. La Bakery ha comunque le giocatrici per affrontare questo tipo di situazioni.

Come descrivi Gloria Trabucchi in campo e fuori?
Sono una palleggiatrice che ama osare e non si tira mai indietro. Ogni regia che si rispetti deve però adattarsi alle caratteristiche della squadra in cui gioca: è esattamente quello che ho fatto e che cerco di fare ad ogni allenamento e ad ogni partita con la maglia della Bakery.
Fuori dal campo credo di essere una persona umile ed aperta alle critiche. Non sono sicuramente permalosa e sono pronta a migliorarmi: del resto abbiamo in squadra campionesse di grande esperienza ed è un privilegio poter imparare sempre cose nuove dai loro insegnamenti. Per il resto credo di essere una ragazza solare e di compagnia, motivo per cui mi sono trovata alla grande con questo gruppo sin dal primo giorno.

Confedilizia: oggi ”Giornata Internazionale della Proprietà”

Italia 53esima nel mondo per la difesa dei diritti di proprietà

Ricorre oggi la “Giornata internazionale della proprietà”, istituita dall’Uipi (l’Unione internazionale della proprietà immobiliare alla quale aderisce, per l’Italia, la Confedilizia). Una ricorrenza fissata ogni anno al 10 dicembre (lo stesso giorno della firma della Dichiarazione dei diritti dell’uomo) – che ha lo scopo di ricordare come il diritto di proprietà rientri tra i diritti fondamentali della persona e, pertanto, vada rispettato da parte dei Governi e delle Autorità di tutto il mondo.

E’ quanto segnala la Confedilizia, sottolineando come la ricorrenza che si celebra oggi evidenzi l’importanza di intervenire urgentemente anche in Italia per favorire la difesa di questo fondamentale diritto. Ciò, perché il nostro Paese risulta essere, sotto questo aspetto, molto indietro rispetto ad altre realtà.

L’Organizzazione storica dei proprietari di casa rileva, infatti, come, nel 2013, nella classifica compilata da Heritage Foundation e Wall Street Journal, in collaborazione, per l’Italia, con l’Istituto Bruno Leoni (IBL), quanto a difesa dei diritti di proprietà, il nostro Paese si collochi al 53° posto, al pari di Turchia e Ghana e dopo Paesi come Botswana, Giordania, Qatar e Uruguay.

Si tratta – osserva la Confedilizia – di una posizione sconfortante che peraltro ben rappresenta l’attuale situazione dell’immobiliare, colpito da una smodata imposizione fiscale, ferito da comportamenti discriminatori (si vedano le agevolazioni – solo – ai fondi immobiliari e alle Siiq), ingessato da una datata legislazione vincolistica sulle locazioni.

Per risollevarsi e scalare posizioni in classifica – conclude la Confedilizia – occorre, allora, una forte inversione di tendenza. In particolare, è necessario impostare una vera politica per il settore immobiliare, a principiare da quell’esigenza di rilancio dell’affitto che si impone: è insostenibile, infatti, una situazione come quella attuale che vede i proprietari che locano versare allo Stato il canone che percepiscono fino al 16 ottobre tenendo per sé solo quello relativo a 77 giorni, e questo salvo fatti straordinari comunque pressoché ricorrenti e che peggiorano ulteriormente la già critica situazione locativa.

Sanità, ospedali a rischio tagli. Cavalli (Lega Nord) ”chiama” Errani: ”Si ribelli”

Interrogazione del consigliere leghista: ”Il governo ci condanna al caos. Castelsangiovanni e Bobbio presidi irrinunciabili”

“Se confermati i tagli, la Regione non firmi il patto per la salute con il ministero”. Il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli chiede in un’interrogazione al presidente Vasco Errani di “ribellarsi all’annunciata chiusura degli ospedali di Castelsangiovanni e Bobbio”, ritenuti “inefficienti” dal ministero perché inferiori ai 120 posti letto.

“Da Roma ci stanno condannando all’azzeramento della sanità. La chiusura dell’ospedale vecchio di Fiorenzuola, unita ai paventati tagli dei presidi della valtrebbia e della valtidone creeranno il caos. Errani deve subito far sentire – forte e chiara – la sua voce”.

Cavalli parla di “insensato accanimento su Piacenza”, visto che nella pianificazione regionale due dei tre ospedali a rischio sono piacentini. Due sono, appunto, quelli di Castelsangiovanni e Bobbio e uno è il Santa Maria di Borgotaro, per cui il collega Roberto Corradi – originario di Parma – ha presentato una specifica interrogazione.

“Castelsangiovanni serve un bacino di 14 comuni, la mobilità attiva dalla Lombardia è stimata al 30 per cento, Bobbio è l’unico ospedale di montagna, è centro specializzato nella cura dell’osteoporosi e presidio fondamentale di primo soccorso. Numeri che dimostrano l’importanza di questi due ospedali. Per questo è illogico e assurdo pensare di tagliarli”. “Il governo ci condanna al caos. Castelsangiovanni e Bobbio sono due presidi irrinunciabili”.

Confedilizia di Piacenza: immobili classificati in A1, A8 e A9 colpiti indiscriminatamente

”Numeri senza criterio che creano discriminazione nel trattamento fiscale”

La legge di stabilità 2014, in discussione in questi giorni nei due rami del Parlamento, continua a discriminare tutti gli immobili compresi nelle categorie catastali A1, A8, A9, colpendoli fiscalmente senza considerare le loro reali caratteristiche né la loro individuazione sul territorio.

Per quanto riguarda, in particolare, gli immobili A1 ("Abitazioni di tipo signorile") sottolineiamo ancora una volta, come tale discriminazione sia ulteriormente aggravata dal fatto che gli stessi vengano puntualmente confusi con gli immobili "di lusso", le cui caratteristiche sono invece stabilite non dalla categoria catastale ma da un apposito decreto del 1969.

La Confedilizia nazionale ha peraltro diffuso gli ultimi dati disponibili riguardanti gli immobili in discussione suddivisi sia per provincia che per capoluogo di provincia. I numeri variano enormemente tra minimi e massimi, con differenze sorprendenti anche tra territori del tutto simili per estensione e numero di abitanti, prive di alcuna logica applicazione.

Valga per tutti l’esempio proprio della nostra città in cui gli immobili classificati A1 sono 227 mentre a Parma (città a noi vicina e sempre utilizzata come termine di paragone) 33(!!?). Si pensi che a Venezia sono 224 in tutto. Ancora meno in tutte le altre città italiane, capoluogo di provincia, ad eccezione di Genova, Firenze, Napoli, Milano, Torino, Roma, Trieste, Prato, Como, Brescia, Biella. A Bologna, nostro capoluogo di regione, sono 85. Le cose non vanno meglio nel raffronto tra province. Anche in questo caso nel nostro territorio vengono classificati in A1 ben 294 immobili, mentre nella provincia di Parma solo 35 ed in quella di Bologna 92.

Siamo in presenza – com’è dato vedere – di una situazione paradossale, derivante dalla caratteristica – per zone censuarie, in gran parte comunali – del nostro Catasto. Questa discriminazione trova piena attuazione anche nella nostra città per il fatto che, oltre che con l’esclusione dalla sospensione dal pagamento dell’Imu prima casa operata dal Governo, i proprietari di prime case classificate in A1 devono fare i conti con l’aliquota maggiorata del 6 per mille fissata dal Comune di Piacenza, il quale si rende così complice di una situazione di carico fiscale per i proprietari di immobili ormai divenuta insopportabile, come ormai da troppo tempo Confedilizia (quasi sempre essa sola) denuncia a gran voce.

Per quanto riguarda invece gli immobili accatastati in A8 ("Abitazioni in ville") e A9 ("Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici e storici") è evidente che considerarli "di lusso" vuol dire non tenere conto dei costi che in molti casi questi beni comportano anche solo per tenerli in piedi. E’ una discriminazione che non regge e che configura anche una penalizzazione della nostra cultura e del nostro patrimonio monumentale.

L’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia di Piacenza auspica quindi (e per questo fa appello ai senatori e deputati eletti nel nostro territorio) che, nel corso dell’esame parlamentare della legge di stabilità di cui s’è detto all’inizio, la discriminazione quivi denunciata venga eliminata, riportando ad equità e ragionevolezza un trattamento fiscale che la proprietà immobiliare non è più in grado di sopportare.

La libertà, la dignità e l’uguaglianza sono più forti dell’ostruzionismo

Arcigay-Agedo: Il Consiglio comunale approvi il Registro delle unioni civili

Nella prima seduta del Consiglio comunale dedicata al Registro delle unioni civili abbiamo assistito ad un dibattito nervoso e scomposto, fitto di citazioni normative improprie e di continue confusioni tra diritto e morale, nel quale sono emersi spesso toni aggressivi e irrispettosi del tema trattato e delle persone coinvolte.

D’altra parte, abbiamo apprezzato il coraggio e la determinazione delle consigliere e dei consiglieri del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, e in primo luogo dei promotori, che hanno difeso il significato della delibera e presentato una serie di emendamenti migliorativi. Li incoraggiamo ad andare avanti fino all’approvazione definitiva del provvedimento, che ci auguriamo possa arrivare presto.

Vale la pena di ricordare che il Registro non è un provvedimento esclusivamente “simbolico”. Certo, i simboli contano molto in politica e nella vita delle persone, e un riconoscimento pubblico delle forme familiari non fondate sul matrimonio ha una forte valenza, diversa e ben maggiore di quella che hanno accordi privatistici come i contratti di convivenza proposti anche recentemente dai Consigli notarili.

Ma la delibera ha soprattutto lo scopo di fissare un principio: quello della parità di trattamento – parità dei doveri e dei diritti, quindi – tra coppie sposate e unioni civili per quanto riguarda i servizi, i benefici, le pratiche e le attività di competenza comunale. Un principio che non solo vale per i servizi attualmente esistenti, ma che soprattutto viene posto per il futuro.
Per tutti questi motivi il Registro è importante per le tante coppie eterosessuali che scelgono di non sposarsi, ma lo è ancora di più per le coppie gay e lesbiche che, escluse dal matrimonio civile, non hanno possibilità di scegliere.

Non si tratta, quindi, di un provvedimento “inutile”, come è stato ripetutamente denunciato da Lega Nord, Pdl e Fratelli d’Italia.

D’altra parte ci chiediamo: che senso ha affannarsi in una strategia dilatoria e apertamente ostruzionistica, culminata con la presentazione di oltre 100 emendamenti, nel tentativo di far deragliare o almeno ritardare l’approvazione di una delibera che si considera inutile? Tanta fatica per così poco?

Forse il punto è proprio che la delibera è tutt’altro che inutile: garantisce la libertà, la dignità e l’uguaglianza delle persone. E questi sono obiettivi che qualcuno considera inutili o, peggio, pericolosi.

Il Cibo Immaginario. 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola.

Dal 3 dicembre al 6 gennaio una mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma racconta la modernità italiana attraverso le pubblicità del cibo.

Il Cibo Immaginario. 1950- 1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, mostra ideata e curata da Marco Panella, prodotta da Artix in collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo Cremonini e Montana, racconta venti anni di vita e costume italiani attraverso iconografia, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare.
Oltre 300 immagini, rendono fruibile per la prima volta al grande pubblico un percorso ragionato che recupera un giacimento culturale che ha segnato la modernità italiana; immagini da osservare una ad una, cogliendone l’evoluzione dei paradigmi di comunicazione e, soprattutto, la portata evocativa ed emozionale; una storia visiva suggestiva, nella quale rintracciare i segni del cambiamento di un’Italia che corre veloce dalla Ricostruzione fino all’Austerity e che, nel cibo e nei modi del mangiare, trova un media fortissimo e misura il suo affrancamento sociale.

Il punto di osservazione scelto per il racconto de Il Cibo Immaginario“, dichiara Marco Panellaè quello della memoria e del linguaggio estetico delle pubblicità del cibo che hanno sorriso agli italiani dalle pagine dei rotocalchi, testate con milioni di copie vendute a settimana e che offrivano ai lettori una straordinaria sintesi tra informazione e lettura popolare d’evasione. Da quelle pagine, le pubblicità del cibo precorrevano i tempi, ne esaltavano le tendenze, alimentavano un sistema di ambizione e di rincorsa sociale e, viste oggi, a distanza di decenni, ci restituiscono intatta l’immagine di una Nazione che aveva fiducia in se stessa e che, pur con tutti i suoi tratti d’ingenuità, era in cammino verso la modernità“.

Il linguaggio espositivo de Il Cibo Immaginario è quello dei materiali cartacei sopravvissuti e recuperati dalla dispersione, cercati e trovati nelle case e nelle cantine, nei mercatini del piccolo modernariato e sui siti di aste telematiche, materiale povero e al tempo stesso ricco di vita vissuta: riviste, dalle quali sono state tratte le inserzioni pubblicitarie, e poi depliant, cataloghi premio, agende per la casa, calendari, locandine, cartoline illustrate, fotografie, figurine, fumetti e, a completamento della memoria cartacea, una selezione di piccole latte pubblicitarie, oggetti ed utensili promozionali di quando la parola gadget non era ancora entrata nell’uso quotidiano.

L’impianto culturale della mostra ha raccolto le immagini in dodici grandi temi: dall’Italia che cambia il suo paesaggio domestico con nuove forme, oggetti e colori all’Italia dei baby boomer, dall’Italia del tempo libero all’Italia degli intenditori, dall’Italia che sogna con i concorsi a premio all’Italia che scopre il risparmio e le offerte speciali, dall’Italia che seduce all’Italia in famiglia.
In ultimo, a fine percorso, 28 fotografie restituiscono l’immagine dal vivo di com’era l’Italia alla quale quelle pubblicità parlavano e che, anche attraverso quelle pubblicità, sognava il suo futuro.

Dal punto di vista pubblicitario, venti anni significano una produzione iconografica sterminata e l’evoluzione di stili completamente diversi. La scelta finale delle immagini è stata faticosa e spesso cambiata sino all’ultimo minuto utile, facendo prevalere a volte la logica ed altre la passione” continua Marco Panellae il tempo passato a cercarle ed a sceglierle è stato un tempo scandito dall’incontro con la creatività degli illustratori, dei grafici, dei pubblicitari che hanno saputo inventare linguaggi e suscitare emozioni. Grandi firme alcuni, meno noti altri e sconosciuti altri ancora, tutti, però, veri artisti dell’immaginario ai quali va indistintamente il tributo di questo lavoro, che ha la pretesa di raccontare un po’ d’Italia e l’ambizione di far sorridere“.

Un lavoro che è stato accolto, recepito e sostenuto da due protagonisti dell’immaginario del cibo, Coca-Cola Italia e il Gruppo Cremonini.

Coca-Cola è un’azienda internazionale fortemente radicata sul territorio italiano, e per questo siamo orgogliosi di partecipare al progetto di Cibo Immaginario” dichiara Vittorio Cino, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Coca-Cola ItaliaAttraverso le pubblicità, questa mostra celebra due decenni di storia e di valori del nostro bellissimo Paese. Anni di grande fermento, di cambiamenti sociali e di fiducia nel futuro, che Coca-Cola ha accompagnato con i valori positivi che da sempre contraddistinguono la marca. Siamo una delle più grandi aziende al mondo, e siamo consapevoli del ruolo che possiamo e dobbiamo ricoprire nelle comunità nelle quali operiamo. Per questo, oggi come allora, con le nostre pubblicità e tutte le nostre azioni, desideriamo condividere la nostra visione del mondo, promuovendo un cambiamento positivo nelle persone.”

Il marchio Montana è stato un protagonista assoluto nella storia della comunicazione d’impresa in Italia” dichiara Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato In.al.ca (Gruppo Cremonini)dalle iniziali campagne alla fine degli anni ’50, al primo spot tv curato da Paul Campani, fino alla nascita del “Gringo”, nel 1966, un personaggio entrato profondamente nell’immaginario collettivo, al punto da tornare protagonista anche nelle campagne pubblicitarie più recenti. Per questo riteniamo che la mostra sul “Cibo immaginario”, oltre ad avere un forte significato storico, offre alle aziende nuovi spunti e incoraggiamenti creativi per portare oggi le eccellenze alimentari italiane nel mondo in un mercato che è diventato globale“.

Pallavolo. Cameletti: ”Un sogno allenarmi con Nicolini e Secolo”

Intervista al libero della Bakery Volley Piacenza Francesca Cameletti.

Francesca Cameletti è il giovane libero della Bakery Volley Piacenza. Seguire gli insegnamenti di Eva Mazzocchi le sta garantendo un indubbio miglioramento a livello tecnico. La sedicenne biancorossa confida le sue emozioni nell’allenarsi ogni giorno con due campionesse d’Italia. L’attenzione è già rivolta al prossimo impegno di campionato: sabato, ore 20:30, la Bakery Piacenza affronterà al Pala Franzanti la Domovip Porcia Pordenone.

In squadra sei la più giovane. Che cosa provi ad allenarti con campionesse del calibro di Nicolini e Secolo?

Un’emozione grandissima. Sono molto orgogliosa di potermi allenare con Laura e Manuela: fino all’anno scorso ero fra le persone in fila per chiedere loro un autografo, invece quest’anno siamo nella stessa squadra. Si è creato un bellissimo rapporto: nonostante abbiamo un passato in A1 e, nel caso di Secolo, in nazionale, sono sempre pronte ad aiutarmi sia dentro che fuori dal campo. Del resto hanno una grande carica positiva: è praticamente impossibile non affezionarsi a loro. Per me questa è anche una chance di migliorare dal punto di vista tecnico.

Hai, come molte tue compagne, la possibilità di crescere tanto. Che insegnamenti ti sta dando il rapporto con Eva Mazzocchi?

Eva è una ragazza fantastica e sempre disponibile: quando le chiedo una mano non si tira mai indietro. Purtroppo, essendo così giovane, a volte ho problemi “di testa”. In quei casi lei non esita a raccontarmi di quando anche lei, da giovanissima, si confrontava con le stesse problematiche. I suoi consigli mi stanno aiutando tantissimo a fare grossi passi in avanti.

Descriviti: che tipo di libero sei?

Testarda, anche se non ho ancora ben capito se sia un pregio o un difetto. Penso che paradossalmente possa essere entrambe le cose. Se mi convinco di non essere in grado di fare una cosa, purtroppo non c’è possibilità che mi riesca. Fortunatamente è anche vero il contrario: quando mi sento forte vado fino in fondo per portare a termine il mio obbiettivo. La cosa vale ovviamente anche per l’esperienza che sto vivendo alla Bakery.

Avete rialzato subito la testa dopo il Ko con Padova. Pensi che la gara con Brescia si sia risolta soprattutto a livello difensivo?

Abbiamo vinto in tre set, è vero, ma la gara è stata molto combattuta: Brescia ha difeso molto bene e non è stato semplice, anche se abbiamo in rosa elementi con potenzialità enormi che alla fine hanno fatto la differenza. Era molto importante riprendere subito a vincere per non perdere punti importanti in classifica.

Non avete un secondo per fermarvi, ora un’altra partita in casa, stavolta con Pordenone. Cosa temi delle avversarie?

Penso ci debba essere sempre il rispetto di ogni avversario: non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno. Detto questo, deve essere la Bakery ad imporre il suo gioco, come ha fatto in quasi tutte le partite giocate fino a questo momento.

Pallavolo. Zangrandi: ”Bakery punta sul gruppo per ripartire”

Intervista alla palleggiatrice della Bakery Volley Piacenza Chiara Zangrandi.

Chiara Zangrandi, palleggiatrice classe ’89 in forza alla Bakery Volley, è una delle giovani promesse tra le fila biancorosse. La regista analizza il momento della squadra dopo il Ko
di Padova, sottolineando l’importanza di ripartire con il piede giusto già dal match del Pala
Franzanti di sabato prossimo (ore 20:30): la gara vedrà le ragazze di Corraro opposte alla
Millenium Brescia.

Ti alleni ogni giorno con due campionesse d Italia e con tante ragazze di grande
esperienza. Ti senti di aver già imparato qualcosa dopo questa primissima fase di
stagione dai loro consigli?

Si sicuramente ho imparato tantissimo:ovviamente, con due campionesse in squadra come
Secolo e Nicolini, si può solo migliorare, cercando di seguire i loro consigli. Devo dire che
in questo senso mi hanno aiutato parecchio anche le altre mie compagne. Mi considero
"l’ultima arrivata" e, di conseguenza, cerco di assimilare ogni minima indicazione. Però
già da questa prima fase vedo dei miglioramenti nel mio modo di giocare, ma so di avere
ancora tanta strada da fare.
Posso dire che qui alla Bakery la prima cosa che si impara è l’umiltà: rimanere con i piedi
per terra sempre, seguendo l’esempio di Laura e Manuela.

Purtroppo è arrivato io primo Ko stagionale contro Padova. Che partita è stata?

Una partita forse non bellissima da vedere, almeno nella prima fase. Padova ha avuto il
merito di giocare la sua pallavolo, valorizzando al meglio le attaccanti che ha in rosa.
Purtroppo noi abbiamo subito la loro partenza e non abbiamo saputo esprimerci ai nostri
livelli. Ci è mancata forse la costanza, ma non è stata una prestazione tutta da buttare: gli
elementi positivi non sono mancati.
Una sconfitta comunque ci può stare in questa fase, l’importante è ripartire subito con il
piede giusto.

La forza della Bakery è stata dal primo momento il gruppo. pensi che possa essere
ancora questa l’arma in più per riapre?

Certo. Non sarà certamente una sconfitta ad incrinare il bel gruppo che si è formato, anzi,
proprio perché siamo molto unite dobbiamo far leva su questo punto di forza per ripartire,
guardando sempre con fiducia ai prossimi impegni.

Come va l’intesa con le attaccanti, sta migliorando?

Rispetto all’inizio dell’anno abbiamo fatto passi da gigante, anche se ovviamente non sono
ancora ai livelli di Gloria Trabucchi. Ci sono piccoli miglioramenti ogni settimana e sono
molto soddisfatta di come abbiamo lavorato fino a questo momento.

Come vivi il ballottaggio con Trabucchi?

Parlare di ballottaggio mi sembra eccessivo. In ogni caso con Gloria si è creato un ottimo
rapporto, come del resto con tutte le altre compagne: è una bravissima ragazza, oltre che
una palleggiatrice di talento. Anche lei mi sta dando una grossa mano con i suoi consigli e
per me è un onore essere "in ballottaggio" con lei.

Descriviti tecnicamente. Che palleggiatrice sei?

In genere preferisco che i giudizi li diano gli altri. Io mi limito a fare del mio meglio in
campo e negli allenamenti. Penso di avere in me alcuni pregi, ma anche qualche difetto. A
volte mi manca la costanza, perché può capitare che io senta la pressione. Sicuramente è un
fattore su cui posso e devo lavorare.

Sabato c’è Millenium Brescia, squadra sulla carta alla portata. Quali possono essere le
insidie?

Il pericolo più grande è quello di sottovalutare l’avversario, dato che noi siamo le favorite,
ma, ad essere onesta, la cosa fino a questo momento non è mai successa.
Scenderemo in campo con l’atteggiamento di sempre e con la voglia di far vedere la nostra
pallavolo, mantenendo alti i ritmi in tutti i settori ed imponendo il nostro gioco.

Whatsapp mania: pregi e difetti di una applicazione per cui tutti vanno matti

Ma è davvero bello come sembra?

Mi capita spesso di vedere in giro gente appiccicata al proprio Iphone, intenta a messaggiare su whatsapp.
La stessa mania esplosa con Ruzzle (esauritasi però in breve tempo), meccanismo uguale ma stavolta passione duratura: tutti intenti a messaggiare senza freni su whatsapp, con la stessa incollatura della maggior parte dei maschi attaccati alla tv quando c’è la partita (non si sbattono piu’ nemmeno le palpebre, per intenderci).

Non vado matta per questa cosa. Nel senso… Lode a whatsapp perché piu’ veloce e comodo di un sms, dove la conversazione comunque tende a finire subito in quanto c’è l’attesa dell’invio del messaggio, bisogna aspettare.. (e pure pagare, a volte…)
Invece con whatsapp è tutto piu’ semplice, si può star li a discutere per ore ed ore.
Ma tutto questo, è veramente "una figata"? Dipende, come tutte le cose.

Se vogliamo discutere con un’amica, parlare di questioni serie e non col fidanzato o semplicemente evitare la telefonata, allora si, è tutto piu’ bello. Però come ogni cosa, va dosata.
Certa gente sembra fuori di testa, diciamoci la verità. Telefonino in fiamme, squillo classico di whatsapp ogni nano secondo e tastiera che prende fuoco: non è il massimo. Potrebbe scoppiare la guerra mondiale e queste persone manco alzerebbero lo sguardo: eh certo, stanno parlando su whatsapp.
Comunque lì basta riderci su. A me personalmente, questa categoria di persone mi fa ridere.

Passiamo alle amiche che messaggiano e non ti stanno a sentire.
Inizi un discorso, loro ti parlano, interagiscono fino a che… tu-tu, messaggio su whatsapp. Ovvero: conversazione finita.
In quel momento diventano amebe, fanno finta per dieci secondi di ascoltare mentre iniziano a messaggiare e poi dopo… Cala il silenzio perché due cose contemporaneamente non si riescono a fare.
Chiacchierata finita, appena arriva il messaggino, non c’è niente da fare.
Anche qui, tutto molto esagerato, se uno parla con voi, whatsapp aspetta, no? E invece no, whatsapp non aspetta!

Credo comunque che l’ira impellente la scateni whatsapp sui cellulari dei partners.
Il perché? Semplice. Da quando c’è whatsapp, il cellulare del vostro partner squillerà sicuramente il triplo rispetto a prima. Non sempre è dato sapere chi sia. E questo irrita tutte. Che ogni tre secondi questo suoni mentre prima ciò che non accadeva, o comunque accadeva molto meno, manderebbe in bestia chiunque. Viene da dire: "E basta con sto whatsapp"!
Morale della favola? Ci sono situazioni in cui i progressi tecnologici non portano tutto questo beneficio.
Anzi. Solo delle grandi rotture di scatole…