Ultimamente, sui social e in televisione si sente spesso parlare di metaverso.
È un’espressione eclettica quanto curiosa, formata dall’unione di due parole: il termine greco meta, che significa “oltre, dopo”, e il termine latino universum (“universo”), che significa “tutto intero”. Questi vocaboli suggeriscono un nuovo ambito d’applicazione, un nuovo progetto ambizioso che mira ad andare oltre e, contemporaneamente, che vuole comprendere tutto.
A questo punto ci ritroviamo davanti alla domanda da un milione di dollari: che cos’è il metaverso?
Definizioni
Il metaverso è un insieme di ambienti virtuali tridimensionali in cui le persone possono interagire tra loro attraverso avatar personalizzati. Quindi, questo nuovo mondo virtuale porta l’interazione in rete ad un nuovo livello, più realistico e quasi “tangibile”: dall’on-line si passa all’on-life.
Si tratta di un progetto in corso d’opera, non è stato ancora ultimato e forse, come Internet e molte delle creazioni che ne derivano, non arriverà mai davvero ad una fine vera e propria, evolvendo nel corso del tempo.
Le origini del metaverso
“Metaverso” è un termine coniato da Neal Stephenson in Snow Crash, un libro di fantascienza cyberpunk pubblicato nel 1992.
Nel racconto si teorizzava un futuro fatto di interconnessione tra gli individui grazie a Internet, e il metaverso era uno spazio digitale dove poter costruire, in tre dimensioni, tutto ciò che si desiderava. In questa realtà virtuale, inoltre, si era rappresentati attraverso il proprio avatar.
Possiamo quindi definire Stephenson un avanguardista, le cui idee innovative dei primi anni Novanta hanno forgiato le basi per i progetti contemporanei.
Come entrare nel metaverso?
Per poter accedere ad un metaverso non è sempre necessario un visore VR, cioè un visore per la realtà virtuale. Possederne uno per poter entrare in questi mondi è un vantaggio, poiché aumenta l’immersione e la sensazione di trovarsi in un universo digitale. Tuttavia, se non ne avete ancora acquistato uno non sarete tagliati del tutto fuori.

Vi sono varie aziende e brand che hanno creato, e stanno creando, il proprio metaverso. Ne è un esempio Facebook, con il Metaverso Facebook, che però al momento non è ancora accessibile da tutti i Paesi del mondo. Tuttavia, sappiamo che il prerequisito fondamentale per entrare nel metaverso sarà l’uso di un visore VR, nello specifico il Quest 2 sviluppato da Oculus (di proprietà di Facebook).

Un altro esempio è Decentraland, un metaverso decentralizzato denominato DAO (“Decentralized Autonomous Organization”): è stato aperto al pubblico nel febbraio 2020 ed è supervisionato dall’organizzazione no-profit Decentraland Foundation. In questo metaverso, gli utenti possono acquistare appezzamenti di terreno virtuali nella piattaforma come non-fungible token tramite la criptovaluta MANA.
Inoltre, in questo caso, l’uso di un visore VR non è stato ancora implementato. Perciò, per accedere basta andare sul sito ufficiale di Decentraland, cliccare sul pulsante “Get Started” e selezionare “Play using your wallet” se si ha un wallet crypto oppure, se si vuole avere un assaggio dell’esperienza, selezionare “Play as guest”. Con la seconda opzione apparirà una schermata di caricamento, dopodiché si potrà creare l’avatar e iniziare a giocare.
