Questa mattina, nella splendida cornice della Biblioteca monumentale del Seminario vescovile di Piacenza, è nato ufficialmente il Parco Culturale Ecclesiale “Terre di Passo”, una fondazione di partecipazione promossa dalla diocesi di Piacenza-Bobbio. Il progetto, illustrato da Manuel Ferrari, è un intervento concreto che punta a valorizzare in modo nuovo e accessibile il patrimonio religioso del territorio, con uno sguardo moderno, inclusivo e aperto alla collaborazione.

La firma dell’atto costitutivo è avvenuta alla presenza del vescovo Adriano Cevolotto e dei soci fondatori – l’Opera della Cattedrale di Piacenza, l’Ente Cattedrale di Bobbio e il Seminario di Bedonia – che rappresentano le diverse anime di un territorio ampio e variegato, che va dalla pianura del Po fino agli Appennini delle quattro province: Piacenza, Parma, Genova e Pavia.
Il nome “Terre di Passo” non è scelto a caso: Piacenza è da sempre terra di passaggio, porta dell’Emilia e crocevia di storie, cammini, culture e spiritualità. Leonardo da Vinci la definiva “terra degna e di passo”, e oggi questo concetto si traduce in un’idea di turismo lento, consapevole, capace di valorizzare anche i piccoli borghi, le pievi nascoste, i santuari in cima alle colline.
Il Parco nasce con una missione chiara: promuovere e mettere in rete il patrimonio storico, artistico e spirituale legato alla Chiesa, ma farlo in modo attuale. Non si tratta solo di salvare dall’oblio edifici e opere d’arte, ma di creare esperienze, generare nuove connessioni, coinvolgere il pubblico, anche quello laico o semplicemente curioso.
Un ruolo chiave sarà giocato dalla tecnologia. È già online – grazie all’agenzia piacentina Blacklemon – un sito web interattivo che permetterà di esplorare virtualmente moltissimi luoghi di culto: www.parcoculturalepiacenza.it
Foto sferiche, schede descrittive, tour digitali: un modo per rendere accessibili anche le chiese chiuse o difficilmente raggiungibili. Inoltre, all’esterno e all’interno degli edifici saranno installati QR code che racconteranno storie, dettagli, aneddoti, dando voce ai luoghi e aiutando i visitatori a leggerli con occhi nuovi.
Il progetto ha una base solida anche grazie alla collaborazione dell’Università Cattolica di Piacenza, che ha accompagnato la diocesi in tutto il percorso di analisi e costituzione, con il supporto di esperti nel campo dei parchi culturali ecclesiali. Un lavoro di squadra, pensato per durare nel tempo.
Non mancano poi gli obiettivi più ampi: promuovere eventi culturali, formare giovani, sostenere il volontariato, favorire la cura dell’ambiente, diffondere la cultura della legalità e della nonviolenza. Tutte azioni che, messe insieme, danno vita a un ecosistema culturale attivo e connesso con la realtà.
Il logo scelto per rappresentare la fondazione si ispira alla formella del pellegrino del Duomo di Piacenza: una figura in cammino, simbolo perfetto di un progetto che non vuole restare fermo. Il cammino, del resto, è il cuore di “Terre di Passo”: un’idea che si nutre di movimento, di relazioni, di scoperta.
Il messaggio è chiaro: questo patrimonio non è solo della Chiesa, ma di tutti. E il Parco vuole diventare uno spazio aperto, dove chiunque – istituzioni, associazioni, cittadini – possa trovare il modo di partecipare, proporre, collaborare.
Non si tratta di creare un museo a cielo aperto, ma di attivare un processo. Far rivivere luoghi che oggi rischiano di essere dimenticati, creare nuove occasioni di visita e conoscenza, generare impatto sul territorio anche in termini economici, grazie a un turismo culturale che sa rallentare e guardarsi attorno.
“Terre di Passo” è appena nato, ma ha le idee chiare. E soprattutto ha voglia di camminare.