Il consueto Jazz Brunch domenicale, occasione rilassata e rilassante per passare alcune ore in un bel luogo, con ottima musica e cibo di alta qualità, quest’anno avrà luogo domenica 2 aprile alle ore 12.30 al settimo piano del Grande Albergo Roma, in via Cittadella n. 14 a Piacenza. L’appuntamento rientra tra le iniziative collaterali della manifestazione.
La location dove si svolgerà il brunch è tra le più affascinanti che offre la città di Piacenza, la terrazza al settimo piano del Grande Albergo Roma, da cui si può ammirare una vista spettacolare e unica. Il costo del brunch con concerto è di 35 euro (il menù e tutte le informazioni correlate sono reperibili sul sito ufficiale della manifestazione: www.piacenzajazzfest.it). Si consiglia vivamente di affrettarsi con la prenotazione, dato che i posti sono limitati e che il termine ultimo è giovedì 30 marzo.
La parte musicale è affidata al trio Accordi Disaccordi, composto da Alessandro Di Virgilio alla chitarra solista, Dario Berlucchi alla chitarra ritmica ed Elia Lasorsa al contrabbasso, che ha spopolato la scorsa estate negli eventi collaterali di Umbria Jazz.
Atmosfere gitane e della musica anni Trenta, il trio è una giovane e felice realtà italiana nata nel 2012 a Torino da un’idea di Alessandro Di Virgilio e Dario Berlucchi che hanno preso spunto dal titolo di un film di Woody Allen e da alcune delle sue più recenti colonne sonore. Il gruppo si sta distinguendo nel nutrito panorama del Gipsy-Jazz ed è molto attivo, con più di 400 concerti in soli quattro anni. Nel corso del brunch, il trio riproporrà una carrellata di stupendi arrangiamenti in stile hot jazz. Non mancheranno anche alcuni inediti, intervallati a canzoni di successo anche Pop, riproposte in stile manouche e arrangiate secondo una personalissima interpretazione che loro stessi amano definire “Hot Italian Swing”. La loro peculiarità è proprio la capacità di riuscire a reinterpretare anche brani contemporanei in una nuova veste musicale, riportando l’ascoltatore a sonorità tipiche degli anni Venti e Trenta. Dalla loro collaborazione sono nati due album, “Bouncing Vibes” del 2013 e “Swing Avenue” del 2015. In questi due lavori si trova il miglior resoconto del loro repertorio e della loro inedita produzione.
Sabato 1 aprile dedicato ai giovani allo Spazio Ex Enel con Dugong e OooopopoioooO
Il Piacenza Jazz Club è stato sempre molto attento ai giovani. Ne è un esempio la Milestone School of Music, la scuola di musica dell’associazione. E ancora il Concorso nazionale per giovani talenti del Jazz italiano “Chicco Bettinardi”, che i giovani li va a cercare, spronandoli a mettersi alla prova, incentivandoli con premi in danaro e perfino con un concerto nel cartellone principale del Jazz Fest. Quest’anno un’altra novità pensata appositamente per loro dal direttore artistico della manifestazione, Gianni Azzali, è quella della mini rassegna “Nu-Jazz Under 30” presso lo spazio Ex Enel di via S. Franca. Dopo il debutto lo scorso 24 marzo, il prossimo sabato 1° aprile avrà luogo il secondo episodio. Protagonisti della serata saranno i Dugong e gli OooopopoioooO. Ma non mancheranno, come la volta precedente, l’allestimento a cura della classe 5ª di scenografia del Liceo Artistico “B. Cassinari”, le multivisioni di Giancarlo Cararo e il punto birra del Dubliners Irish Pub. Per queste occasioni la scelta è caduta su formazioni che fanno dell’innovazione e della sperimentazione le loro cifre peculiari, tutte realtà proiettate verso il futuro.
Dugong è un progetto nato nel 2010 da un’idea del pianista Michele Caiati e del saxofonista Nicolò Ricci, ai quali si aggiungono Andrea Di Biase al contrabbasso e Riccardo Chiaberta alla batteria, tutti giovani musicisti con una notevole esperienza maturata nell’ambito della scena jazzistica italiana e internazionale. Il quartetto propone un repertorio di brani originali caratterizzati da diverse influenze; in particolare prende ispirazione dai musicisti della scena newyorchese attuale e presenta caratteristiche proprie di mondi musicali molto lontani tra loro, dall’Alternative Rock inglese alla musica classica di fine ‘800.
Dopo due anni di intensa attività e più di settanta date in Italia, Europa e Americhe, torna a Piacenza il duo OoopopoiooO, progetto di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba, musicisti tra i più interessanti nel panorama italiano odierno. Il loro lavoro vede come protagonista il theremin (strumento del quale sono entrambi virtuosi e massimi esponenti) e si pone a cavallo tra Pop e sperimentazione sonora, incrociando spesso universi artistici “lontani”. Si intreccia, ad esempio, con quello di scrittori come Ermanno Cavazzoni e Stefano Benni, ma anche con quello di artisti visivi come Luigi Minguzzi, Cosimo Miorelli, Alberto Stevanato e Solenn Le Marchand; con il mondo dei film muti (vincono il festival “Rimusicazioni”) e con quello di giovani autori di talento (le filastrocche “Animali da concerto”).
Venerdì 31 marzo al Teatro President la leggenda vivente della musica jazz Benny Golson
Dopo l’exploit di Kenny Garrett, è in programma un’altra serata al Teatro President di via Manfredi a Piacenza. Venerdì 31 marzo alle ore 21.15 un’altra stella di prima grandezza del firmamento jazz, altra punta di diamante di questo quattordicesimo cartellone di un festival che sta facendo nuovamente parlare di sé in tutta la Penisola. Sul palco un grande protagonista della musica afroamericana, un vero mito vivente qual è Benny Golson che si esibirà accompagnato da un pianista di prima classe, tra i più apprezzati anche fuori dal nostro Paese, Antonio Faraò, oltre che da Gilles Naturel al contrabbasso e Doug Sides alla batteria.
Il Piacenza Jazz Fest è organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, patrocinato dal MiBACT, con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Comune di Fiorenzuola, Regione Emilia-Romagna e con il contributo di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto si possono acquistare nei pomeriggi feriali presso la sede del Piacenza Jazz Club, il sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso il negozio Alphaville di Piacenza oppure online su liveticket.it.
Classe 1929, Benny Golson è una vera e propria leggenda del Jazz, tanto da meritare un emozionante cameo nel film “Terminal” di Steven Spielberg, con un Tom Hanks alla ricerca dell’ultimo autografo del grande jazzman per esaudire un desiderio in memoria di suo padre. Pochi musicisti possono, come lui, essere menzionati come veri innovatori e ancora meno possono vantare una carriera che letteralmente ridefinisce il termine “Jazz”. Saxofonista dal suono caldo e avvolgente, ancora attivissimo, Benny Golson continua oggi a entusiasmare il pubblico e i critici con instancabili tournée in tutto il mondo.
Fin dai suoi esordi si è distinto non solo per le sue doti di musicista ma anche per il suo straordinario talento compositivo. La sua carriera è iniziata nelle band di artisti quali Benny Goodman, Dizzy Gillespie, Lionel Hampton e soprattutto Art Blakey. Per anni, infatti, è stato saxofonista dei Jazz Messengers, per cui ha scritto alcune delle composizioni più celebrate del gruppo come “Moanin”, “Blues March” e “Whisper Not”. Insieme al trombettista Art Farmer ha formato il Jazztet, uno dei combo più eleganti e sofisticati del periodo hard bop. In oltre 60 anni ha suonato, composto e arrangiato per grandi star come Count Basie, John Coltrane, Miles Davis, Sammy Davis Jr, Ella Fitzgerald, Quincy Jones, solo per citarne alcune. Standard immortali come “I Remember Clifford” (in memoria dell’amico trombettista Clifford Brown), la mitica “Killer Joe” (interpretato anche dai Manhattan Transfer) “Along Came Betty” e “Stablemates” sono dovuti alla sua prodigiosa vena compositiva e le sue partiture hanno guidato molti dei più importanti musicisti jazz, incluso il grande Miles Davis.
Benny Golson ha l’assoluta maestria dello stile e la totale padronanza di tutti gli stilemi tipici della musica afro-americana. Oltre ad aver partecipato da protagonista alla storia della musica moderna, si è anche espresso come didatta, insegnando a studenti di tutte le età. Ha tenuto lezioni al Lincoln Center collaborando con Wynton Marsalis, alla New York University e alla National University di San Diego.
Nel quartetto che salirà sul palco de Piacenza Jazz Fest, apparirà inoltre uno dei pianisti più rappresentativi del jazz italiano nel mondo: Antonio Faraò. Particolarmente ammirato Pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò ha suonato con i più prestigiosi artisti (Didier Lockwood, Miroslav Vitous, Jack Dejohnette, Chris Potter, Bob Berg, Billy Cobham, Christian Mc Bride e Lee Konitz, oltre che con Mina). È da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo molto alto. Il suo stile è inconfondibile: una brillantezza tecnica con un’impetuosa carica emotiva, una notevole vena compositiva e un travolgente senso ritmico.
Il concerto testimonierà ancora una volta la grande vitalità e la voglia di stupire del giovane ottantottenne Benny Golson. Un vero e proprio mito vivente.
Al mattino invece quasi un migliaio di bambini delle scuole primarie di Piacenza e provincia si recheranno al Teatro President per sentirsi raccontare da due cantastorie sopraffini due fiabe dal sapore jazz. Roberto Piumini e Claudio Comini condurranno i piccoli spettatori per mano nel mondo di Duke Ellington e Miles Davis. Saranno accompagnati nel loro cammino da un quintetto dal vivo guidato da Corrado Guarino al pianoforte, con Alberto Mandarini alla tromba, Guido Bombardieri al sax alto e soprano, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Stefano Bertoli batteria. Lo spettacolo è ispirato dalla collana delle Fiabe del Jazz, edita da Curci Editore.
Sempre nella stessa mattinata si terrà anche il concerto alla casa circondariale delle Novate, organizzato come ogni anno in collaborazione con la direzione del carcere e dell’associazione di volontari “Oltre il muro” di cui è presidente Valeria Viganò Parietti. A esibirsi per i detenuti il quintetto capitanato da Sergio “Tamboo” Tamburelli e Alessandro Roveda. I due musicisti, dopo anni di amicizia e condivisione di vari palchi, decidono di dare vita alle passioni musicali che li accomunano creando la “Tamboo Jazz&Blues Society”. La formazione che ricreerà sonorità di volta in volta Blues, Jazz, Soul e passerà da Cab Calloway a Fred Buscaglione, dal blues di Kansas City alla canzone swing italiana, è composta da Sergio “Tamboo” Tamburelli alla voce ed ammennicoli vari, Alessandro Roveda all’armonica, Alessandro Balladore alla chitarra, Jimmy Straniero al contrabbasso e basso elettrico e Stefano Resca alla batteria.
Mercoledì 29 marzo appuntamento da non perdere con Fioravanti e Dulbecco in concerto
Si chiude con la tappa presso il circolo degli Amici del Po di Monticelli d’Ongina di mercoledì 29 marzo “Piacenza Suona Jazz!”, la rassegna itinerante che ha portato in giro per sette locali di Piacenza e provincia altrettanti gruppi di grande musica. Alle ore 21.30 si esibirà un duo d’eccezione composto da Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Andrea Dulbecco al vibrafono con il progetto Strings & Mallets. L’ingresso è gratuito con tessera ARCI. La rassegna che rientra tra le iniziative del Piacenza Jazz Fest, ha visto la stretta collaborazione dei gestori dei locali e dei circoli coinvolti nell’avventura, oltre al sostegno fondamentale della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza.
I due sono artisti dalla carriera notevole che amano esplorare nuove musiche e affascinanti accostamenti timbrici, derivati dall’unione dei loro due strumenti. Il titolo di questo loro progetto in duo, “Strings & Mallets”, allude alle corde del contrabbasso di Fioravanti e alle mazze di quello che è, senza fronzoli, uno dei migliori vibrafonisti d’Europa, ovvero Andrea Dulbecco. Insieme i due si avventureranno in una ricerca ritmica e sonora ricca di contaminazioni, un viaggio musicale che attraversa generi musicali diversi tra loro grazie anche al ricercato connubio dei due singolari strumenti.
Andrea Dulbecco svolge un’intensa attività suonando ed incidendo con numerosi artisti di fama internazionale ed esibendosi nei più importanti festival. È considerato tra i migliori vibrafonisti d’Europa. Alterna la musica contemporanea al jazz, è leader di progetti musicali propri (“Aisha Duo” con Gusella e “A.D. Trio” con Micheli e Bagnoli) e collabora con Carlo Boccadoro, l’Orchestra Sentieri Selvaggi, Furio di Castri, Dado Moroni e Bebo Ferra.
Riccardo Fioravanti è una vera autorità del suo strumento, vanta una trentennale carriera ricca di collaborazioni eccellenti quali Stevie Wonder, Ray Charles, Dee Dee Bridgewater, Adam Nussbaum, Bob Mintzer, Clark Terry e Phil Woods. Sviluppa inoltre suoi progetti, come “Note Basse” con Rossi, Negri e Bagnoli e “Bill Evans Project” con Ferra e Dulbecco.
Fine settimana ancora molto ricco per il Piacenza Jazz Fest tra cui spicca la serata di venerdì 31/03. In programma il concerto di un mito come Benny Golson accompagnato, tra gli altri, al pianoforte da Antonio Faraò.
Domenica 26 marzo al Gotico si balla con la Bifunk Brass Band
Nella giornata di domenica 26 marzo anche il workshop a cura di Ivano Icardi Trio.
Si chiude con una coinvolgente band marciante la rassegna del Centro Commerciale Gotico Jazz al Centro – Aperitivo swing, che alla sua quarta domenica consecutiva, offre ai piacentini un aperitivo e un divertente momento di svago.
La “BiFunk Brass Band” di Trento è un esplosivo ensemble di fiati e percussioni, nato con l’idea di riproporre le sonorità funk-metropolitane mescolate con le atmosfere jazz delle street band; è una band itinerante che si presta, grazie alle sue caratteristiche, a suonare nelle situazioni più disparate dove la musica rimbalza senza soluzione di continuità dal Funky al Jazz, dal Blues ai ritmi latini fino al Soul. Il gruppo è nato nel 2008 in occasione del Suedtirol Jazz Festival e da allora numerosissime sono state le partecipazioni in festival jazz, rassegne e convention in tutta Italia. Nel 2009 è stato registrato il loro primo CD, con arrangiamenti originali, scritti appositamente per il gruppo dagli stessi componenti (Fiorenzo Zeni, Luigi Grata, Giorgio Beberi, Alessio Tasin). Una delle loro punte di diamante è il progetto del 2010 creato in esclusiva per il festival “Suoni delle Dolomiti” insieme al trombettista Fabrizio Bosso, dal titolo “MilesMood”. La sorprendente e “compatta” formazione itinerante in quell’occasione si era trovata a dialogare con le ambientazioni suadenti e virtuose al tempo stesso, create dal grande Bosso, in un walking concert che ha regalato un affascinante ed inedito connubio tra le più importanti pagine di Miles Davis e le magnifiche location naturali delle montagne più famose al mondo. Una tromba solista accompagnata da un’originale formazione per una rilettura che illumina di luce nuova brani memorabili del repertorio jazzistico.
La BiFunk è composta da Stefano Menato al sax alto, Matteo Cuzzolin e Fiorenzo Zeni al sax tenore, Giorgio Beberi e Marco Pisoni al sax baritono, Christian Stanchina, Alessio Tasin e Arnold Lunger alle trombe, Gigi Grata e Fabrizio Carlin al trombone, Hannes Petermair al sousaphone, Claudio Ischia, Bruno Miorandi e Daniele Patton alle percussioni.
Questa band vi farà sorridere e divertire, al suono di brani famosi e ricchi di un’allegria davvero contagiosa. La rassegna “Il Jazz al Centro – Aperitivo Swing”, nata in virtù della stretta collaborazione tra l’associazione culturale Piacenza Jazz Club e il Centro commerciale Gotico, che lo promuove e lo sostiene, per quest’anno si congeda e vi saluta, dando a tutti appuntamento al prossimo anno.
Sabato 25 marzo al Conservatorio Nicolini, doppio set con Oir Quartet e Melissa Aldana
A pochi giorni di distanza dall’emozionante concerto in onore di Charlie Haden tenuto dal quartetto del pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, torna il grande Jazz al Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza sabato 25 marzo alle ore 21.15, con l’ausilio del Piacenza Jazz Fest. Il programma della serata si preannuncia particolarmente ricco e interessante e si comporrà di due momenti: i primi a esibirsi saranno gli Oir Quartett, gruppo veneto vincitore lo scorso anno della sezione D – Opera Prima del concorso nazionale “Chicco Bettinardi”. A seguire ci sarà poi un secondo set con un trio capeggiato da una musicista decisamente promettente quale è la saxtenorista americana Melissa Aldana.
Il Piacenza Jazz Fest è organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, patrocinato dal MiBACT, con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Comune di Fiorenzuola, Regione Emilia-Romagna e con il contributo di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto si possono acquistare nei pomeriggi feriali presso la sede del Piacenza Jazz Club, il sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso il negozio Alphaville di Piacenza oppure online sul sito www.liveticket.it.
Primi ad aggiudicarsi la Sezione D inaugurata proprio lo scorso anno e assegnata alla miglior opera prima, gli Oir Quartett sono una formazione dalla line up peculiare. Vibrafono, pianoforte, basso e batteria sono gli strumenti di cui si avvale il quartetto, formato da musicisti tutti giovani ma musicalmente già molto maturi: Giulio Scaramella al pianoforte, Giovanni Perin al vibrafono, Marco Trabucco al basso acustico e Max Trabucco alla batteria. Il lavoro per cui sono stati premiati dalla giuria del concorso e che ha consentito loro di comparire in cartellone al Piacenza Jazz Fest, porta il loro nome ed è costituito interamente da composizioni originali, ad eccezione di una rilettura molto profonda di “I fall in love too easily”. I quattro talentuosi musicisti, attivi insieme fin dal 2011, danno conferma una volta di più dell’eccellente vitalità del panorama italiano contemporaneo, segnalandosi come una delle realtà emergenti più significative. Un quartetto moderno, proiettato verso sonorità ed idiomi che, partendo dalla tradizione afroamericana, si connotano di venature di stampo europeo. Le loro note distintive sono le composizioni originali, le sperimentazioni timbriche innovative, unite alla tecnica e alla fantasia nell’utilizzo di nuovi linguaggi sonori. Grazie ad uno sguardo tanto alle attualità quanto alle tradizioni del jazz, la formazione si pone senza pregiudizi nei confronti delle varie esperienze ascoltate e ne rispecchia la propria interpretazione. Nel complesso, una visione moderna, vale a dire, dove la matrice afroamericana si fonde con le evoluzioni europee: in pratica, Oir Quartett segue il percorso del jazz di oggi senza rivoluzioni, ma tenendo una buona distanza dalle orme dei passaggi che li hanno preceduti. Raccolgono gli spunti di quanto avviene attorno a loro e ne ripropongono una lettura che, senza esagerazioni o forzature, cerca di essere personale.
Un’altra giovanissima che si sta affermando a livello internazionale è la saxofonista Melissa Aldana. Cilena di nascita e un lungo periodo di studi ai massimi livelli negli Stati Uniti, la saxofonista è già al suo secondo album come leader dal titolo “Back Home”, etichetta Wommusic. che presenterà nel secondo set della serata al Conservatorio. Il titolo dell’album evoca certamente anche il richiamo della sua terra natia cilena, ma per Aldana il significato di “tornare a casa” è esemplificato soprattutto nel momento in cui ha preso in mano il suo sax tenore e ha suonato uno dei brani di Sonny Rollins a cui è più legata. Rollins, a cui è dedicato l’album, è stato per la giovane musicista una grande fonte di ispirazione, ha significato soprattutto uno dei primi motivi per cui ha iniziato a suonare in trio. Rollins infatti credeva fermamente che nel trio “pianoless” (senza strmento armonico) si possa sperimentare una libertà di interazione e una gamma di possibilità di esprimere se stessi e comunicare con gli altri musicisti senza pari. Insieme a lei i fidati Pablo Menares al contrabbasso, anche lui cileno, e Jochen Rueckert alla batteria. Figlia e nipote di saxofonisti (si esibisce sempre con lo strumento del nonno Enrique Aldana), dopo gli studi al Berklee di Boston si è trasferita per suonare a New York. Nel 2013 è diventata la prima strumentista femminile e il primo sudamericano a vincere il Concorso Thelonious Monk.
Venerdì 24 marzo: il jazz si fa largo tra i giovani allo Spazio EX ENEL
Si respira molta curiosità attorno a una delle più interessanti novità messe in campo quest’anno nell’ambito del Piacenza Jazz Fest, ovvero la mini rassegna “Nu-Jazz Under 30” che avrà luogo presso lo spazio Ex Enel di via S. Franca il 24 marzo (con un secondo round sabato 1° aprile). Il cuore pulsante della serata saranno i concerti in doppio set effettuati da giovani per i giovani, dj set, allestimento a cura della classe 5ª di scenografia del Liceo Artistico “B. Cassinari” e le multivisioni di Giancarlo Cararo. Per queste occasioni la scelta è caduta su formazioni che fanno dell’innovazione e della sperimentazione le loro cifre peculiari, tutte realtà proiettate verso il futuro. Si esibiranno così nel corso della serata in doppio set artisti come i sEt-Up, gruppo originale con formazione di combo jazz che però ha sostituito con il basso tuba il più classico contrabbasso, e il saxofonista Mattia Cigalini insieme ai Techfood, due dj all’avanguardia per il loro modo di creare il suono.
Gli studenti della classe quinta scenografia del Liceo Artistico “B. Cassinari”, coordinati dalla professoressa Cristina Martini e da Giancarlo Carraro, hanno lavorato per l’allestimento del salone di palazzo Ex Enel per queste due prossime occasioni, proponendo soluzioni sceniche di light design originali e inattese. Sulle pareti si alternano alle luci architetturali, le proiezioni di una figurazione astratta, dinamica e spaziale, pensata sulle note di OoopopoioooO di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba, in programma nel secondo appuntamento, quello di sabato 1° aprile. La composizione alternata e sempre diversa di luci e ombre, riempie lo spazio tridimensionalmente, intrecciandosi ai suoni quasi come la trama e l’ordito in una tessitura visivo-sonora.
Il gruppo dei sEt-Up riprende la più classica delle combo jazz con tromba e sax alto protagonisti, sostenuti dal piano trio, quest’ultimo impreziosito dall’innesto della tuba in sostituzione del contrabbasso. R.E.B.U.S. è il nuovo progetto che gioca nel flusso delle composizioni originali, guardando al passato con gli occhi di chi si proietta verso il futuro. I cinque musicisti provenienti da cinque regioni diverse (Puglia, Sardegna, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia) si uniscono in un rebus concettuale legato alla valorizzazione della propria espressività nei confronti di un dialogo univoco permesso dal genere musicale che più di tutti sottolinea il valore della libertà: il jazz. Loro sono Roberto De Nittis al pianoforte e tastiere, Francesco Minutello alla tromba e flicorno, Zoe Pia al sax alto, Glauco Benedetti al basso tuba e Diego Pozzan alla batteria.
Nel secondo set verrà presentato un progetto che pare impossibile sulla carta, vista la diversità tra due concezioni di proporre musica che paiono agli opposti, ma se una delle caratteristiche peculiari dei grandi artisti è quella di provare sempre a spingere le sfide un po’ più in là, il risultato che se ne ricaverà in questo caso sarà senza dubbio sorprendente. Mattia Cigalini, l’astro nascente del jazz italiano, si affianca agli uomini di “Audiozone”, quelli della musica elettronica, Leonardo Tedeschi e Mattia Bersani. “Audiozone” è uno dei più innovativi studi di produzione elettronica d’Italia, creato dopo una gratificante carriera in giro per i club di tutta Italia, ma con tappe anche in Germania, Spagna e Lettonia. La loro avventura parte nell’ottobre del 2013 con l’attività di ricerca e sviluppo di Preset File & Sample File Audio che interagiscono con i software di produzione musicale creando nuovi suoni ed effetti sonori originali.
Nel pomeriggio di venerdì 24 marzo alle 17.30 si terrà la presentazione del libro di Arrigo Cappelletti dal titolo “Le avventure di un jazzista filosofo” presso la Galleria d’Arte moderna “Ricci Oddi”, con concerto finale in piano solo dello stesso Cappelletti. Ad accompagnarci nel viaggio all’interno del suo libro, l’autore e pianista sarà affiancato da un noto critico musicale e giornalista quale è Claudio Sessa, firma del Corriere della Sera. Il jazz ha sempre diffidato della parola. Il vecchio Benny Carter dichiarava brutalmente: “Io non scrivo e non leggo nulla sulla musica. Il mio compito è crearla, se ci riesco”. Oggi le cose sono un po’ cambiate. Oggi i musicisti jazz devono sapersi interrogare e mettersi in discussione continuamente e un pianista come Brad Mehldau tiene lezioni di fronte a filosofi e scrittori in cui mostra i fondamenti filosofici della sua poetica. La sfida, il paradosso dell’improvvisazione jazzistica sta qui: nell’insegnare a essere liberi in modo ordinato e rigoroso. Esattamente questo fa Arrigo Cappelletti, jazzista e filosofo, in un libro di riflessioni, scritti d’occasione, approfondimenti teorici, pensieri e brevi saggi attraverso i quali restituisce una visione vivace, intelligente, dotta e divertita del Jazz.
A seguire Cappelletti si esibirà al pianoforte, portato per l’occasione all’interno della Galleria, in un’atmosfera di grande suggestione.
Giovedì 23 marzo al Salone degli Arazzi, Regina Carter in concerto
Giovedì 23 marzo alle 21.15 nel Salone degli Arazzi della Galleria Alberoni si esibirà la violinista jazz più famosa al mondo, l’americana Regina Carter, in quartetto insieme al chitarrista Marvin Sewell, al contrabbassista Jesse Murphy e al batterista Alvester Garnett.
Prima del concerto sarà possibile visitare a prezzo scontato la Galleria Alberoni (e la temporanea “Religo”, con opere di Giancarlo Bargoni). Il Piacenza Jazz Fest è organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, patrocinato dal MiBACT, con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Comune di Fiorenzuola, Regione Emilia-Romagna e con il contributo di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. Si consiglia di affrettarsi ad acquistare i biglietti nei pomeriggi feriali presso la sede del Piacenza Jazz Club, il sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso il negozio Alphaville di Piacenza oppure online sul sito www.liveticket.it.
In occasione del 100° compleanno di una leggenda musicale, l’album e il tour di Regina Carter intendono celebrare l’incomparabile Ella Fitzgerald, sua inesauribile fonte di ispirazione musicale. Un’influenza che accompagna la violinista da una vita, caratterizzata da un legame viscerale che ha sviluppato fin da giovanissima per la musica di Ella.
L’affermata violinista Regina Carter, originaria di Detroit, oggi è considerata il violino jazz più importante e significativo, dopo quello leggendario di Stephane Grappelli. Combina una tecnica mozzafiato e qualità profonde di composizione e di improvvisazione con un nuovo, irruente approccio allo strumento. Nelle mani della Carter il violino mostra non soltanto il suo lato melodico, bensì anche le sue possibilità percussive. Con la sua tecnica e le sue capacità è riuscita ad ampliare l’immagine comune del violino, che si è andata stratificando nel tempo. Mentre nell’immaginario medio il violino viene associato alla musica classica e a quella country, fino a far coincidere questi generi con l’unico impiego possibile di questo strumento oltre che col suo suono, la Carter ha perseguito con determinazione e risultati stupefacenti anche un nuovo approccio. Ha ricavato nuove possibilità sonore attraverso i suoni percussivi, che si ottengono utilizzando la parte anteriore dello strumento, ossia la parte in legno. Regina Carter dimostra la sua maturità e la sua voglia di esplorare nuove vie, conosciute e sconosciute combinazioni musicali. La leggerezza con cui la Carter riesce a cambiare genere musicale, proviene probabilmente dai molteplici influssi musicali nella sua vita. L’ambiente in cui è cresciuta comunque è sempre stato molto ricco e stimolante dal punto di vista musicale e le ha fornito molteplici spunti differenti. All’inizio della sua carriera aveva interesse per la musica classica, il suo scopo dichiarato era quello di diventare solista in una delle orchestre sinfoniche più importanti, in giovinezza studia con la Detroit Civic Symphonikern, con la quale si esibisce anche in pubblico. Col tempo scopre il suo interesse per il rhythm & blues, scopre il jazz ascoltando un concerto del violinista Jean Luc Ponty. La sua bravura e la sua fama sono state consacrate anche grazie alla collaborazione con Wynton Marsalis nel tour internazionale di “Blood in the fields” (Grammy Awards e premio Pulitzer) con la “Lincoln Center Jazz Orchestra” e con Cassandra Wilson per “Travelion Miles”. La sua autorevolezza musicale, mista a grazia ed eleganza, è riconosciuta dalle riviste specializzate più importanti. Regina che ha iniziato a suonare il violino a 6 anni, vanta collaborazioni con Oliver Lake, Max Roach e con innumerevoli gruppi acustici come il celebre “Uptown String Quartet” e lo “String Trio” di New York.
Alle ore 18:00 e alle ore 19:00 di giovedì 23 saranno programmate due visite guidate a prezzo ridotto per chi già possiede il biglietto del concerto serale. Le visite comprenderanno la mostra “Religo” e le collezioni artistiche e scientifiche del Collegio e della Galleria Alberoni (Ecce Homo di Antonello da Messina, Biblioteca monumentale, pinacoteca, museo degli strumenti scientifici ecc.). Al termine del concerto, verso le ore 23:00, sarà possibile per tutti gli spettatori visitare gratuitamente la mostra “Religo”, per quanti non avranno potuto farlo in precedenza.
Mercoledì 22 marzo Ronnie Jones coi Doctor Wood al Tuxedo
Continua il giro dei locali e circoli piacentini dove si fa tutto l’anno musica dal vivo che hanno aderito anche quest’anno, come ormai da qualche anno, a questa parte, alla rassegna “Piacenza Suona Jazz”. Sette locali per sette concerti di grande livello a ingresso gratuito. E sette sono i gestori che hanno affiancato il Piacenza Jazz Club nell’organizzazione di questo tour di concerti che animano ulteriormente la città nel periodo di svolgimento del festival. Uno sforzo possibile anche grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano con il patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza. Mercoledì 22 marzo alle ore 21.30 sarà la volta del Tuxedo Beer House che accoglierà il soul singer americano Ronnie Jones, uno dei cantanti più originali e versatili della scena europea. Ronnie sarà affiancato sul palco dal noto pianista Michele Fazio insieme al trio piacentino di Texas, Modern and Rock Blues “Doctor Wood”: Stefano Sarchi alla chitarra, Silvia Preda al basso e Max Pieri alla batteria, con i quali ha partecipato al “Val Tidone Festival” e a importanti festival blues sul territorio nazionale. Il “Re del soul” proporrà un avvincente repertorio blues con accenti funky, dando vita a uno show intenso e trascinante, che non mancherà di coinvolgere il pubblico.
Ronnie Jones è da considerarsi tra i maggiori interpreti di Black Music in Italia e in Europa. Scoperto negli anni ’60 dal padre del British Blues, Alexis Korner, che lo ha voluto nella sua “The Blues Incorporated” band (dove si alternavano altri cantanti del calibro di Rod Stewart e Mick Jagger), in Italia giunge alla notorietà con la canzone Rock your baby, quindi come attore di teatro nel cast del musical Hair, in cui recita e canta accanto a Renato Zero, Teo Teocoli e Loredana Bertè.
Nei primi anni ‘70, Arbore e Boncompagni lo inseriscono nel programma Rai “Musica in”; lavora poi per Radio 105, Radio 101, RTL e 105 Classics, quindi nelle trasmissioni televisive di Canale 5 “Pop Corn” e “Buona Domenica”, dove si esibisce come DJ showman, attività che gli è congeniale. Nel 1980, epoca d’oro della disco music, incide quattro album: Looking For action, Me And Myself, Fox On The Run e Games (che comprende Video Games), che raggiungono le vette delle classifiche mondiali; nello stesso anno partecipa alla diciassettesima edizione del “Festivalbar” con la canzone Let’s do it again. Prolifico compositore, ha scritto oltre 200 canzoni e vanta collaborazioni con artisti quali Ivana Spagna e Zucchero Fornaciari. Nel 2006 debutta a Basilea con lo spettacolo “Ray Charles Memories”, omaggio alla gloriosa carriera dell’artista scomparso due anni prima e in cui Ronnie si esibisce a fianco di una big band di venti elementi. Con questo progetto riempie i migliori teatri europei, riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica. Nel 2011 è uscito il suo ultimo album dal titolo “Bang”.
Cantante, compositore, attore, DJ: Ronnie ha dimostrato negli anni di essere un grandissimo artista in tutti i settori dello showbiz, un grande professionista sempre al servizio del suo pubblico, che ancora oggi lo segue con affetto.
Domenica 19 marzo “Jazz al Centro – Aperitivo Swing” con Ambra Lo Faro e Mattia Cigalini
In queste domeniche di marzo tanti sono sempre gli appuntamenti proposti all’interno del Piacenza Jazz Fest, anche al di là di quelli che sono i concerti del cartellone principale. Per il Jazz al Centro – Aperitivo swing, la rassegna di concerti gratuiti presso il Centro commerciale Gotico, è in programma un incontro davvero speciale nella Piazzetta del Gusto alle ore 17.30 di domenica 19 marzo: lo swing di Ambra Lo Faro incontrerà il talento di Mattia Cigalini. Ambra Lo Faro si presenta insieme al suo gruppo, i Late Night Quartet, con cui ha intessuto una grande alchimia con un repertorio dal gusto frizzante e pieno di inventiva. Ospite speciale di questo pomeriggio in musica sarà una stella del jazz piacentino, quel Mattia Cigalini che, partendo dalla provincia di Piacenza, ha già calcato i palcoscenici di mezzo mondo.
Ad accompagnare Ambra vedremo Marco Cofferati alla chitarra, Marcello Ferrari al basso elettrico e Andrea Farinelli alla batteria. La musica prediletta dalla cantante e polistrumentista è uno swing che vuole essere alla portata di tutti, in uno spettacolo che si rivelerà divertente, coinvolgente e pieno di verve. Esattamente come il temperamento di questa giovane artista con un lungo curriculum alle spalle e che dimostra in ogni apparizione le sue grandi doti di freschezza e di classe. Personalità versatile, Ambra metterà in mostra tutto il suo talento, dividendosi tra voce, pianoforte e violino elettrico (? Sicura che sia “elettrico”??). A stimolarne la creatività e a esplorare terreni nuovi contribuirà l’affiancamento inedito con Mattia Cigalini, grande saxofonista che dialogherà con Ambra e il suo quartetto per la gioia del pubblico presente.
La rassegna “Il Jazz al Centro – Aperitivo Swing”, nata in virtù della stretta collaborazione tra Piacenza Jazz Fest e il Centro commerciale Gotico, che lo promuove e lo sostiene, si chiude domenica 26 marzo con la Bifunk Brass Band.
Dal mattino di domenica alle ore 10.00 e per l’intera giornata presso la sede della Milestone School of Music si terrà la giornata di studi dal titolo “Comporre in jazz, da Scott Joplin a John Coltrane”, il convegno pensato quest’anno in particolare come omaggio a cento anni di distanza dalla morte di Scott Joplin e a cinquanta da quella di John Coltrane. Per tutto l’arco della giornata si succederanno gli interventi di importanti relatori chiamati a dissertare del tema oggetto di studio e di riflessione. Sarà l’occasione per ripensare la tradizionale opposizione tra composizione e improvvisazione, oltre che per aprire nuove prospettive per questi due approcci che paiono distanti ma che, al contrario, nella cultura afroamericana, sono profondamente intrecciati. Le relazioni saranno a cura di alcuni tra i più importanti musicologi italiani: Marcello Piras, Luca Bragalini, Veniero Rizzardi e Stefano Zenni.