PIACENZA – Ci sono serate che restano impresse nella memoria come un profumo d’estate che non se ne va, serate che trasformano una città in un mosaico vivente di storie, luci e volti. La terza serata dei Venerdì Piacentini è stata esattamente questo: un inno alla vita condivisa, un abbraccio collettivo che ha stretto migliaia di persone nel cuore pulsante di Piacenza.
Quando il sole inizia a calare e le facciate dei palazzi storici si tingono d’oro, il centro di Piacenza si trasfigura in un teatro a cielo aperto, dove ogni angolo diventa scena, ogni suono un invito a farsi trasportare. Venerdì sera, un fiume di curiosi, appassionati, famiglie e viaggiatori si è riversato tra le piazze e le vie storiche, in un continuo fluire che racconta meglio di qualsiasi guida il carattere autentico della città.
Piazza Duomo, con la sua imponente cattedrale che domina la notte, è diventata un’arena moderna dove le star del Wrestling italiano hanno acceso l’adrenalina collettiva. Urla, applausi, sorrisi increduli: qui lo sport spettacolo ha trovato il suo pubblico più caloroso. Tutt’intorno, la food court — mai così generosa — ha proposto un ventaglio di sapori capaci di mettere d’accordo ogni palato, mentre i bambini, tra giochi e animazioni, vivevano il festival come un sogno a occhi aperti.
L’arte e la spiritualità si sono intrecciate nel silenzio quasi religioso delle salite alla cupola affrescata dal Guercino. Da lassù, la città sembrava un mare calmo illuminato da un manto di luci, un panorama che vale un viaggio. Subito dopo, il 3D mapping sulla facciata della Cattedrale ha aggiunto un tocco futuristico: onde di luce che celebravano la “Laudato sì”, la seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato, come un poema visivo, ipnotizzando grandi e piccoli. E per chi non aveva voglia di andare a dormire, la disco a cielo aperto in via Daveri ha prolungato la festa, trasformando la notte in un ballo collettivo.
Piazza Cavalli, l’antico cuore politico e civile della città, ha accolto chi cercava emozioni più epiche. Qui, i duelli sportivi in armatura medievale, animati dai campioni italiani, hanno riportato il pubblico ai giorni dei cavalieri e delle sfide d’onore, un tuffo temporale che ha lasciato senza fiato. Poco distante, gli spettacoli di danza aerea sospesi tra cerchio e palo hanno sfidato la gravità, disegnando figure eteree nel cielo di Piacenza.
Sul sagrato di San Francesco, la musica ha trovato casa: un dj set vibrante che faceva pulsare le pietre antiche, mentre all’interno della chiesa i visitatori riscoprivano un gioiello architettonico spesso ignorato. Il festival della canzone dialettale diretto da Marilena Massarini ha riportato al centro la lingua del cuore, celebrando la memoria di una città che sa custodire le proprie radici senza smettere di guardare al futuro. E come un piccolo segreto custodito tra le fronde, la discoteca sotto gli alberi di Piazzetta Plebiscito è diventata un rifugio festoso per giovani e famiglie.
Lungo le arterie dello shopping, Corso Vittorio Emanuele II, via XX Settembre e via Calzolai si sono trasformate in un mosaico sonoro: band dal vivo, dj set improvvisati e un’energia da grande festival internazionale. Un invito costante a perdersi, a lasciarsi guidare dal ritmo, a riscoprire l’essenza semplice e insieme preziosa dello stare insieme.
Ma i Venerdì Piacentini non sono solo un evento: sono un manifesto d’amore per la città. Nascono con l’obiettivo di dare nuova vita al centro storico, di sostenere i commercianti, i ristoratori, i pubblici esercizi e di far sentire ogni partecipante — dal visitatore al piccolo bottegaio — parte di un progetto collettivo. L’iniziativa, ideata e curata da Blacklemon S.r.l., che ne detiene il marchio e il format registrato, è presentata dall’associazione Vita in Centro e resa possibile grazie alla collaborazione del Comune di Piacenza.
Dal 2011, chi decide di aderire al festival non deve versare contributi economici all’organizzazione: un gesto che parla di visione e rispetto. Gli unici oneri previsti sono quelli per l’occupazione del suolo pubblico, dovuti al Comune, e — qualora si scelga di appoggiarsi a un’associazione — eventuali costi di servizio. L’idea è semplice e potente: costruire un evento armonico, condiviso, dove ogni attività diventa tessera di un mosaico più grande. Le richieste, infatti, vengono vagliate con cura, valutate in base all’ordine di arrivo e alla compatibilità con il programma generale, per garantire coerenza e qualità.
Passeggiare durante i Venerdì Piacentini significa attraversare una città che ha riscoperto il proprio respiro. Una città che non ha paura di mettersi in gioco, di trasformarsi, di raccontare storie vecchie e nuove attraverso le note di una canzone dialettale, l’energia di un match di wrestling o la grazia silenziosa di una danzatrice sospesa.
Alla fine, chi partecipa ai Venerdì Piacentini non porta a casa solo un ricordo, ma un piccolo frammento di Piacenza stessa: una città che, quando vuole, sa diventare poesia, movimento, e vita pura.