Nicola Bellotti

Comunicatore 2.0?Fotografo gentiluomo?Ottimista, passionario, eccessivamente empatico?Cattolico

Britney Spears cede al ricatto del ex-marito pronto a diffondere un suo video hard

Per il silenzio sarebbe disposta a pagare 23,7 milioni di euro più l’affidamento dei figli

Il video hard di Britney Spears si annuncia una bomba ad orologeria nella battaglia legale per il divorzio da Kevin Federline. «News of the World», il magazine britannico, ha rivelato che una compagnia di produzione cinematografica ha già offerto all’ex-marito della cantante 38,6 milioni di euro per mettere in rete il filmato «hard». La novità più recente è che Britney Spears, secondo alcune indiscrezioni, per il silenzio sarebbe disposta a pagare 23,7 milioni di euro più l’affidameno all’ex compagno dei figli Sean, di un anno, e di James, di appena otto settimane. Il timore della star sarebbe quello di farsi la cattiva reputazione di Paris Hilton, che proprio a causa di un suo ex vendicativo, vide diffuso in tutto il mondo un suo filmato hard privato, per la gioia dei netsurfers.

Satira sul Papa. Per l’Unità la satira torna sacra. Quando fa comodo.

Il quotidiano della sinistra titola: «Sul Vaticano non si può scherzare»

Se la libertà di satira è sacra, deve essere sacra anche la libertà di criticare la satira. Lo hanno fatto alcuni cardinali, tra cui il novantaduenne Ersilio Tonini. Hanno criticato il trattamento subito da Papa Ratzinger in un momento particolarmente delicato del confronto tra Occidente e Islam. Presto il Papa dovrà recarsi in Paesi musulmani, e potrebbe essere pericoloso rappresentarlo come fosse un nazista che odia i bambini e spara ai piccioni della pace. Anche alla luce degli attentati preventivi in Turchia, o delle occasioni in cui in manifestazioni di piazza (in Iraq e altrove) i fedeli di Allah hanno trascinato un fantoccio raffigurante il Papa, per poi bruciarlo. Per l’Unità, che aveva sparato a zero sulle famose vignette danesi (non pubblicandole), il Vaticano non ha il diritto di criticare. La satira torna sacra, quando fa comodo.

Appuntamento di richiamo internazionale al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza

“Alice nel paese delle meraviglie” L’Arsenal a Musique (Canada)

Domenica 19 novembre 2006 – ore 16.30 (per le famiglie – incasso devoluto all’Unicef)

Da lunedì 20 a mercoledì 22 novembre 2006 -ore 10.00 (per le scuole)

Appuntamento di richiamo internazionale per l’undicesima edizione di “A teatro con mamma e papà”, la stagione per di teatro famiglie organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione e dal Comune di Piacenza – Assessorato alle Politiche scolastiche e per l’infanzia, Teatri e Turismo con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’ambito del programma “InFormazione Teatrale”, il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello Spettacolo e della Regione Emilia Romagna e il patrocinio dell’Unicef.

Domenica 19 novembre alle ore 16.30 al Teatro Comunale Filodrammatici va in scena la Compagnia canadese L’Arsenal à Musique con “Alice nel paese delle meraviglie”.

Lo spettacolo replicherà da lunedì 20 a mercoledì 22 novembre, sempre alle ore 10 al Teatro Comunale Filodrammatici, per la stagione 2006/2007 di teatro scuola “Salt’in banco”, organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, Comune di Piacenza – Assessorato alle Politiche Scolastiche e per l’Infanzia, Teatri e Turismo, Provincia di Piacenza – Assessorato al Sistema scolastico e formativo, lavoro, iniziative istituzionali per la pace e il patrocinio dell’Unicef.

Il famoso racconto di Lewis Carroll è affidato ad un’attrice, alla musica e alle immagini multimediali. Non la musica come normalmente la si intende, ma quella dei suoni, dove gli oggetti più strani divengono fonte di musica e ciascun personaggio corrisponde ad una struttura musicale. La magia del teatro: si può essere da soli in scena e contemporaneamente essere una moltitudine. Lo spettacolo racconta una sintesi molto fedele della conosciutissima storia e l’attrice, interagendo con le immagini, diventa tutti i personaggi.

La musica di Alice é stata composta da due compositori canadesi, Denis Gougeon et Yves Daoust, ed è proposta in una versione per due solisti elettroacustici che la interpretano dal vivo per meglio interagire con l’attrice e per avere un più grande spazio creativo. Ispirandosi al linguaggio dei cartoni animati, la musica commenta, completa l’azione e crea delle atmosfere estremamente suggestive. L’utilizzazione di disegni animati permette allo spettatore di entrare in un mondo fantastico dove le immagini, che interagiscono con Alice, sono proiettate su di uno schermo gigante, trasparente e posto tra il pubblico e gli artisti. Grazie a questa tecnica i personaggi appaiono come sospesi in aria, creando degli effetti tridimensionali estremamente suggestivi.

Nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto da Teatro Gioco Vita e Unicef di Piacenza, l’incasso della recita di domenica 19 novembre sarà devoluto all’Unicef per contribuire al mantenimento dei Centri di accoglienza realizzati da Piacenza in Congo R.D. e destinati alle bambine di strada (Kinshasa) e agli ex bambini soldato (Kingandu). A tale scopo sarà attiva in teatro la raccolta “1 euro per i tuoi amici lontani” grazie alla quale i bambini e i ragazzi sono invitati ad offrire 1 euro dei loro piccoli risparmi per contribuire personalmente al mantenimento di tali progetti.
Per assistere agli spettacoli della rassegna per le famiglie “A teatro con mamma e papà” si può scegliere tra singolo biglietto o abbonamento, per i cui vengono riproposte le formule già collaudate: la speciale tessera/carnet grazie alla quale bambini e adulti possono assistere a cinque spettacoli a scelta della stagione, le riduzioni sul costo di abbonamenti e biglietti quando sono due o più i bambini appartenenti allo stesso nucleo familiare, gli sconti per i nonni e le nonne che accompagnano i nipoti a teatro.
Il servizio di biglietteria è attivo presso Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, in via San Siro 9, dal lunedì al giovedì dalle ore 15.00 alle 18.00 e sabato dalle ore 10.00 alle 13.00. Nei giorni di spettacolo il servizio di biglietteria è attivo nella sede della rappresentazione a partire dalle 15.30. Per informazioni sulla rassegna “A teatro con mamma e papà” è possibile rivolgersi a Teatro Gioco Vita (telefono 0523.332613, biglietteria 0523.315578, e-mail info@teatrogiocovita.it).
Per assistere agli spettacoli di “Salt’in banco” la prenotazione è obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni, Teatro Gioco Vita – Ufficio Scuola, tel. 0523.332613, scuola@teatrogiocovita.it.

Mondiali di Volley in Giappone: Italia fuori in semifinale

A Osaka le azzurre di Barbolini sono state sconfitte dalla Russia per 3 set a 0

L’Italia si ferma alle semifinali dei mondiali femminili in corso in Giappone. A Osaka le azzurre di Barbolini sono state sconfitte dalla Russia per 3 set a 0. Netta la vittoria delle nostre avversarie, che si sono imposte con i parziali di 25-19, 25-16, 25-20. In finale la Russia affronterà il Brasile. La finale per il terzo e quarto posto vedrà l’Italia opposta alla Serbia-Montenegro.

Mafia: Tre secoli di carcere per il boss Bernardo Provenzano

decisi ieri pomeriggio, con il rito abbreviato, dal giudice dell’udienza preliminare di Palermo Adriana Pira

Oltre tre secoli di carcere per Bernardo Provenzano e altri 45 condannati nel processo di Palermo. Il gup ha pronunciato anche undici assoluzioni. Fra gli imputati anche un gruppo di commercianti che non avevano ammesso di avere pagato il pizzo. Il colpo più duro riguarda la famiglia mafiosa di Bagheria, capeggiata da Onofrio Morreale, che ha avuto diciotto anni. La pena più alta in assoluto – effetto del meccanismo della cosiddetta continuazione con altre condanne per fatti simili – è toccata al boss di Belmonte Mezzagno Benedetto Spera, che dovrà scontare ventotto anni. Spera è comunque già pluriergastolano.

Giro di cocaina da migliaia di euro alla settimana. In manette marito e moglie

Marocchini integrati da anni in città, spacciavano nella zona di via Veneto. Sequestrato quasi un etto di "neve"

Marito e moglie, lui 37 anni, lei 26, entrambi in regola con i documenti, entrambi con un posto di lavoro stabile (lui metalmeccanico, lei sarta) e genitori di un bimbo piccolo, anch’egli inserito nella vita piacentina. Tutto sembrerebbe tranne che l’identikit di una coppia di spacciatori professionisti in grado di far "girare" cocaina in città nell’ordine di almeno un etto alla settimana. La pensano così gli investigatori in borghese della squadra mobile diretta da Stefano Vernelli che l’altro giorno hanno concluso un’operazione che durava ormai da tempo e nata da una serie di segnalazioni arrivate alla Volante proprio dai residenti della zona di via Veneto. A insospettirli, spingendoli a rivolgersi alla polizia, era un via vai costante: gente che entrava e usciva dall’appartamento in cui abitava la famiglia di nordafricani; visite brevissime che alla lunga hanno iniziato a incuriosire chi abita in zona. Una curiosità che si è trasformata in indagine. I poliziotti in borghese della mobile hanno iniziato una serie di appostamenti, pedinamenti e accertamenti finalizzati a capire che cosa ci andasse a fare tutta quella gente nell’appartamento dei coniugi marocchini. Alla fine un’idea se la sono fatta e l’altro giorno hanno deciso di intervenire. Il blitz ha confermato i sospetti: nell’armadio della camera da letto, nastoste tra i vestiti della donna e dell’uomo c’erano alcune buste di plastica trasparente. All’interno, cocaina. “Sassi” e polvere per un peso totale di quasi 90 grammi. Marito e moglie, che inizialmente negavano, non hanno potuto fare altro che stare in silenzio mentre gli agenti li arrestavano. L’accusa: detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Domani l’udienza di convalida in carcere.

Anche Panorama contro i videogames violenti. Risponde Marco Accordi Rickards

GameCon risponde in via ufficiale con una lettera aperta ed un invito al confronto

Panorama è in edicola con una copertina dal titolo "I nuovi videogiochi: Vince chi seppellisce viva la bambina. Viaggio tra gli orrori del divertimento elettronico." Il noto magazine GameCon risponde in via ufficiale con una lettera aperta di Marco Accordi Rickards che riportiamo integralmente.

Caro Direttore (di Panorama, n.d.r.),

le scrivo questa lettera in risposta all’articolo di copertina (e alla copertina stessa) dell’ultimo Panorama, "A scuola di ferocia con i videogame". Come giornalista della stampa videoludica e direttore culturale di GameCon, il Salone del Gioco e del Videogioco, non posso che essere indignato da quanto scritto sul vostro periodico.
Anzi, contento. Vede, Direttore, quello che voi fate, dando alle stampe un reportage del genere, è pubblicizzare oltremodo i videogiochi, un mezzo di comunicazione del pensiero originale, moderno e assolutamente unico, che già da anni è assurto a forma d’arte e che si sta avviando a ripercorrere quello stesso cammino già seguito da tanti altri media demonizzati, come il cinema, i fumetti, la musica rock. Portare il Videogioco sotto i riflettori come solo la grande stampa generalista può fare, amplificata da telegiornali nazionali e grandi emittenti radiofoniche, serve alla causa dell’alfabetizzazione videoludica, sebbene l’operazione nasca sotto i foschi stendardi dell’oscurantismo e della più cieca negazione. Per questo me ne rallegro.
Se tuttavia il desiderio è di andare oltre e parlare di contenuti, vediamo di fare chiarezza. Rule of Rose è un men che mediocre gioco horror giapponese, uscito quasi un anno addietro nel più completo disinteresse del pubblico e della critica. Perché? Per il suo scarso valore artistico e ludico. Si tratta di un prodotto di bassa lega che ha puntato tutto sui suoi contenuti forti, come infinite volte è avvenuto nella letteratura e nel cinema, senza peraltro riuscire a bucare il muro di indifferenza naturalmente eretto dalla comunità di videogiocatori, molto meno ingenua e disattenta di quanto voi possiate ritenere.
Rule of Rose è un horror e, come tale, è vietato ai minori: il fatto che possa essere scaricato sotto forma di copia pirata da Internet o che sia venduto da negozianti poco scrupolosi e attenti nel loro lavoro, ha ben poca rilevanza, mi scusi. E poi come stupirsi che si trattino temi quali la perversione o il sadismo o che ci siano personaggi minorenni? È una storia dell’orrore, questi sono tutti elementi piuttosto comuni al genere, quale che sia il tipo di opera nel quale si manifesta. Lo stesso può dirsi delle tensioni sessuali. Stanley Kubrick ha firmato l’adattamento cinematografico di Lolita: deve di nuovo essere messo al bando? Certo che no, tanto più che si tratta di un’opera d’arte, un capolavoro. Rule of Rose un capolavoro non lo è di certo, ma ha tutto il diritto di esistere: sarà punito dal mercato e dalla critica, come infatti è avvenuto… a meno di miracolosi recuperi in terra italica, dopo la vostra straordinariamente immeritata pubblicità.
Siccome non voglio tediarla oltre, Direttore, passo subito a dire che il fatto davvero grave è il ricordarsi che esistono i videogiochi solo quando si deve lanciare una crociata o una caccia alle streghe, prendendo spunto da un pessimo prodotto di nicchia quasi potesse rappresentare altro rispetto ai "videogiochi spazzatura", che di certo esistono proprio come i romanzi, i film, i dipinti o qualunque altro tipo di prodotto dell’ingegno umano. Per affrontare un qualunque discorso è richiesta serietà e competenza, e occorrerebbe documentarsi correttamente. Nell’articolo pubblicato sul suo prestigioso settimanale c’è di tutto: semplici errori di traduzione (Grand Theft Auto diventa Gran ladrone d’auto), grossolani errori di interpretazione (non è vero che in certi giochi i cattivi sarebbero i buoni, è solo che i cattivi sono i protagonisti: ha mai visto Il Padrino?), generalizzazioni della peggior specie (un Grand Theft Auto e uno Yakuza sono opere che contenutisticamente parlando hanno ben poco in comune: le ricordo che sono proprio le generalizzazioni a essere alla base di ogni razzismo), semplici casi di disinformazione (Postal 2, altro titolo di pessima qualità, è un prodotto volutamente parossistico, che fa dell’ultraviolenza la sua cifra stilistica comico demenziale). Fa effetto constatare come nel frattempo, in Francia, Le Monde affronti lo stesso argomento con un servizio dal taglio leggermente diverso: "Videogiochi. E se ai bambini facessero bene?"
Chiudo con un ironico "complimenti" alla signora Anna Serafini, Presidente della Bicamerale per l’Infanzia che, dopo aver ammesso di non saper neanche accendere una Playstation, ritiene comunque opportuno parlare di videogiochi, invece di documentarsi e rivolgersi a qualcuno che può fornirle dei dati utili.
A conclusione di questa lettera aperta, invito lei e il signor Guido Castellano a un confronto sul tema della violenza dei videogiochi, che potrebbe aver luogo nella sede di GameCon (Napoli, 8-10 dicembre) o in qualsiasi altra sede da voi ritenuta più opportuna.

Cordiali saluti,

Marco Accordi Rickards

Prof a luci rosse: "gli studenti mi prendevano a pugni"

L’insegnante si difende accusando i ragazzi di violenza

"Sono io la vittima, quei ragazzi erano violenti, mi prendevano a pugni". La prof finita in mezzo ad un torbido scandalo a luci rosse ritiene di essere caduta in una trappola. "La mia colpa? Essere stata troppo debole con loro. Mi hanno distrutto la vita. Devo decidere se denunciare quei ragazzi. Non voglio colpevolizzarli ma devo difenderemi". Anche la preside della scuola conferma che la supplente aveva lividi su tutto il corpo. Colpo di scena, dunque, in quella che sembra essere una vicenda lontana dall’essere chiarita definitivamente.

Britney e Kevin domani su E! Entertainment

In THS la separazione di una delle coppie più chiacchierate di Hollywood

Venerdì 17 novembre alle 21.00 E! Entertainment (SKY, canale 114) presenta E! True Hollywood Story: Britney e Kevin, un episodio speciale di un’ora dedicato alla separazione di una delle coppie più chiacchierate di Hollywood con tutti i retroscena dell’ennesima battaglia legale tra star in rottura.

Sempre più prostitute piacentine sui marciapiedi di Piacenza

Il dato emerge dall’ultima retata della polizia sulla via Emilia

Si pensa sempre che le prostitute da strada arrivino da paesi lontani, dall’Est, dall’Africa, dal Sudamerica. Mai verrebbe da pensare che poco prima di arrivare a “battere” i marciapiedi della via Emilia alcune di queste ragazze erano a cena nelle loro case di Calendasco, Gropparello o Piacenza città. Alcune perché la maggior parte delle cosiddette lucciole sono straniere, ma a quanto pare torna ad essere in crescita – da decenni a questa parte – il fenomeno della prostituzione locale. Il dato è emerso l’altra notte al termine di uno degli ormai consueti controlli da parte della polizia nelle zone a luci rosse della città: di sette prostitute fermate e identificate lungo la via Emilia cinque erano italiane di nascita e di origine. Tre di queste, piacentine di età compresa tra i 23 e i 49 anni. Le due straniere erano moldave: una ha appena 18 anni.