Nicola Negri

Meteo. Pioggia e addirittura neve su tutto il Nord Italia

In Emilia Romagna l’allerta della protezione civile è stata prolungata sino a lunedì

Primavera? No grazie. Calo brusco delle temperature, forti piogge e in qualche caso persino neve. Partiamo dall’Emilia Romagna, in cui è stata prorogata sino alle 15 di lunedì 27 maggio l’allerta della protezione civile. Tutto questo a causa della criticità idrogeologica per tutta la fascia appenninica, e in particolare per la zona collinare compresa tra Parma e la nostra provincia.
Per quanto riguarda la Liguria, sulle coste i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per rimuovere alberi caduti a causa del vento fortissimo. In Val d’Aveto e in Valle Scrivia è ricomparsa la neve, come pure in Trentino a quota 900 e in Friuli oltre i 1000 metri.
“A causa delle condizioni climatiche avverse e la presenza di neve su tutto il percorso di gara” è stata anche definitivamente annullata la 19esima tappa del Giro d’Italia di ciclismo.
A Venezia, infine, è prevista in serata una quota massima di acqua tra i 110 e i 115 cm; all’origine della previsione, la situazione di instabilità per l’approfondirsi di una seccatura sul basso Adriatico.
Nella nottata appena trascorsa, le temperature si sono abbassate di 10 gradi in quasi tutta Italia. Condizioni che, secondo i meteorologi, nel nostro Paese non si verificavano da vent’anni.

Alpinismo. Record sull’Everest. Giapponese in vetta a 80 anni

L’esperto scalatore Yuichiro Miura aveva già compiuto la stessa impresa nel 2003

Il 22 marzo 2003, con 70 venerande primavere sulle spalle, aveva già conquistato il primato. L’ha replicato 10 anni e 2 mesi dopo, raggiungendo ancora una volta la cima della montagna più alta del mondo: l’Everest. Il protagonista è Yuichiro Miura, un alpinista giapponese, che è riuscito, accompagnato dal figlio Gota, in un’impresa confermata dai media di Kathmandu e da Gyanendra Shrestha, responsabile del campo base da cui l’uomo è partito.
L’anziano scalatore, in un collegamento con la televisione pubblica NHK, ha ammesso di essere totalmente esausto, ma allo stesso di vivere il più bel sentimento che potesse provare.
Il rischio è che il suo primato resista meno dell’ultima volta, in cui era stato battuto 5 anni più tardi dal nepalese Min Bahadur Sherchan, di un anno più anziano, che ha già annunciato di essere intenzionato a tentare la scalata… tra una settimana appena.

Fine della telenovela. Federica Pellegrini e Filippo Magnini si sono lasciati

I due all’Ansa:”Tra noi è finita per motivi personali che non centrano con le cose scritte”

Fine della telenovela ma, soprattutto, fine di una delle storie d’amore più paparazzate degli ultimi anni: Federica Pellegrini e Filippo Magnini si sono lasciati. Da alcune settimane ormai il mondo del gossip si era scatenato sul ruolo giocato da possibili “terzi incomodi” come il cugino di lui, e preparatore atletico dei due, Matteo Giunta, e l’ex fidanzata del bi-campione mondiale dei 100 stile, Cristina.
I due hanno rilasciato questa dichiarazione ufficiale all’Ansa: “Siamo molto dispiaciuti nel comunicare che la nostra storia d’amore è finita. Tra noi è finita per motivi personali che non c’entrano niente con le cose scritte nelle ultime settimane. A volte è solo il sentimento che va scemando. Continueremo da professionisti il nostro percorso sportivo comune fino a Barcellona, concentrandoci solo su quello”.

Schianto a San Nazzaro. La famiglia di Noemi ha deciso per la donazione dei tessuti

Stamattina l’autopsia sul corpo della giovane, deceduta nell’incidente dello scorso lunedì notte

La famiglia di Noemi Dallavalle ha deciso per la donazione dei tessuti della giovane. La 20enne di Monticelli d’Ongina è deceduta lunedì notte in un’incidente stradale nel tratto di strada tra il suo paese e Caorso, nella frazione di San Nazzaro. L’automobile della ragazza è uscita lungo la strada statale andando a sbattere contro un traliccio dell’alta tensione. La dinamica è ancora tutta da chiarire.
Mentre il suo paese, ancora incredulo, la piange, questa mattina è in programma l’autopsia sul corpo di Noemi.

Londra. Militare decapitato a colpi di mannaia

Il governo parla di attacco terroristico. I due aggressori volevano essere filmati

L’hanno fatto cadere a terra, investendolo con l’automobile, per poi decapitarlo brutalmente. Un militare britannico è stato così assassinato da due uomini, poi feriti, uno dei quali in maniera grave, a pochi metri da una caserma della “Royal Artillery”, il reparto di artiglieria di stanza a Woolwich, nella zona Sudest di Londra. I due avrebbero utilizzato come arma del delitto una mannaia.
Secondo un testimone, il soldato ucciso indossava una maglietta di un’associazione di volontariato, “Help for Heroes”, che aiuta i militari feriti in combattimento.
Anche se sono in corso indagini per capire se si tratti di un atto compiuto da due folli o piuttosto di un’azione terroristica premeditata, la polizia britannica sta già trattando il caso come un “attacco terroristico di matrice islamica”. Il primo ministro Cameron ha immediatamente convocato il “Cobra”, un Comitato di crisi che interviene solo nei casi che possono avere implicazioni con la sicurezza nazionale.
Gli agenti di Scotland Yard intervenuti sul luogo del delitto hanno dichiarato che i due assassini avrebbero invitato le persone presenti a filmare la macabra scena, ripetendo le parole “Allah è grande”.

Calcio. Serie A. Finito il campionato, sono necessarie le riforme

Se questo trend continuasse l’Italia rischia di trasformarsi in una piccola Turchia

Si è così chiuso anche questo campionato post-Europeo. Sempre saturo di polemiche e sempre più povero di contenuti tecnici significativi, la Serie A è ormai ben lontana dall’essere “il più bel campionato del mondo”; se questo trend continuasse rischia anzi di trasformarsi in una piccola Turchia, che si autocelebra ma raccoglie ben poco al di fuori dei suoi confini. Delle riforme necessarie, di cui tanto si sproloquia, bisognerebbe iniziare a discuterne seduta stante. Difficile senza un accenno di ricambio nei mummificati quadri dirigenziali del nostro calcio.
Ovviamente non è tutto nero: fare di necessità virtù ha permesso il lancio di giovani anche nelle big (i vari De Sciglio, El Shaarawy e Florenzi, ormai titolari fissi). La prova che la strada tracciata sia quella giusta è data dalla prima finale di categoria raggiunta dall’Under 17 azzurra.
Allargando il nostro piano di osservazione, dopo l’esempio virtuoso e vincente della Juventus, anche altre società sembrano finalmente essere intenzionate alla possibilità di dotarsi di uno stadio di proprietà. Nonostante il deficit totale di bilancio, poi, sia enorme, la situazione finanziaria del calcio italiano è migliore di quella inglese e spagnola. Non si vedono sceicchi all’orizzonte; in tempi di fair play finanziario, un bene, anche se il modello di riferimento non può probabilmente che essere il tedesco.

Alpini e volley. La tre giorni in cui Piacenza è stata al centro dell’Italia

Un diffuso senso di malinconia, se non di angoscia, attanaglia oggi gran parte dei piacentini

Un diffuso senso di malinconia, se non di angoscia, attanaglia oggi gran parte dei piasintein. I tre giorni appena trascorsi saranno ricordati come quelli in cui la nostra città è stata, una volta tanto e con pieno merito, al centro dell’Italia sia dal punto di vista sportivo che da quello celebrativo. Quest’ultimo aspetto è stato possibile grazie all’86esima adunata nazionale degli Alpini che ha dimostrato come, al contrario di quanto sostenuto da molti, Piacenza non sia “morta”, ma anzi si dimostri più viva che mai quando toccata nelle corde giuste. Nicola Bellotti lo ha spiegato molto bene nel suo editoriale (http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0013360).
Questo hanno saputo fare, Dio li conservi, gli Alpini: coinvolgerla ed emozionarla. La città all’ombra del Gotico grazie a loro non è mai stata così bella e così viva, i piacentini mai così aperti e positivi, ma soprattutto mai così coinvolti e felici.
In pieno tripudio da festa, le ragazze della Rebecchi Nordmeccanica, dopo aver fallito in casa il primo match point, non facevano altrettanto con il secondo, andando a prendersi sul campo della rivelazione veneta Conegliano il primo, meritatissimo, scudetto della loro storia. Costruita per vincere, la formazione di coach Caprara non ha fallito l’obiettivo, sfiorando uno storico triplete, che cercherà la prossima stagione con una Champions League in più a cui pensare.
A rovinare parzialmente il comunque indimenticabile weekend piacentino, la sconfitta del Copra Elior contro l’Itas Diatec Trentino. Perdere il quinto set in volata, dopo aver passato il match (e lo stesso set decisivo) a rincorrere i campioni di tutto e a giocare per larghi frangenti meglio di loro, fa male. Fa male nonostante, ad inizio stagione, nessuno o quasi credeva ad una Piacenza in grado di giocarsi il titolo all’ultimo set della partita decisiva; fa male perché per almeno metà squadra forse è stata l’ultima grande occasione; fa ancora più male perché, sino all’ultimo braccio dell’arbitro teso verso la metà campo avversaria, è sembrato a tutti di rivivere lo stesso, fantastico, finale di quattro anni prima. L’importante, comunque, è che il rischio di non vedere più al PalaBanca la pallavolo maschile di alto livello sembra definitivamente scongiurato.
La malinconia lascia sempre più spazio all’angoscia. La paura è che un weekend così dalle nostre parti non si possa rivivere mai più. Speriamo di no; se anche fosse, sarà dolce e struggente ripensare a quei tre giorni in cui la nostra città è stata al centro dell’Italia. Grazie ragazzi, grazie ragazze, ma soprattutto grazie Alpini.

Calcio. Serie A. Juventus. Lo scudetto di Vidal, Conte ed Agnelli

E’ il titolo della maturità, strameritato tenendo in considerazione anche solo le nude cifre

E’ arrivata anche la conferma aritmetica: la Juventus è Campione d’Italia per il secondo anno consecutivo, il 29esimo per l’albo d’oro, il 31esimo per il suo (vastissimo) popolo. E’ lo scudetto della maturità, un titolo strameritato tenendo in considerazione anche solo le nude cifre: otto vittorie consecutive, miglior attacco e miglior difesa, la possibilità di chiudere alla quota (quasi) record di 92 punti. Un trionfo per cui scelgo tre uomini da copertina: il suo migliore uomo in campo, Arturo Vidal, il suo condottiero, Antonio Conte, e il suo massimo dirigente, Andrea Agnelli.
Arturo Vidal: capocannoniere della squadra con 10 reti, trascinatore sul campo, deve essere anche un segnale: quello di una Juventus che non vende i suoi pezzi pregiati, per riuscire finalmente a risalire sul trono d’Europa. “Se devo andare alla guerra, lui me lo porto sempre dietro”. Parola di…
Antonio Conte: l’uomo della rinascita, dei due successi consecutivi dopo i due altrettanti settimi (!) posti; l’uomo che ha anticipato di un paio d’anno i piani della società, ed ora pretende di anticiparli almeno di un altro paio. Piani di una società a cui ormai da tre anni alla guida si trova…
Andrea Agnelli: un anno di assestamento che ha comunque portato in corso Ferraris la premiata ditta Marotta & Paratici, lo stadio nuovo per entrare nel futuro e mettersi in una posizione di forza rispetto agli avversari, Conte scelto e poi difeso. Il prossimo passo? Mezzo occhio al bilancio e uno e mezzo alla Coppa dalle grandi orecchie?

Volley. Piacenza è la capitale della pallavolo italiana

Copra Elior e Rebecchi NordMeccanica protagoniste in Italia e in Europa

Prima la doppia finale di Challenge Cup (persa solo all’assurdo “golden set” dalle donne, vinta nettamente dagli uomini), poi quella di campionato in corso di svolgimento per Zlatanov e compagni, e ad un passo per le ragazze di mister Caprara: Piacenza è sempre più la capitale dell’italica pallavolo, lo sport di squadra più pulito e uno dei più sottovalutati (http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0012411), emozionante nonostante la mancanza di contatto fisico, aspetto da molti considerato un handicap.
La Rebecchi Nordmeccanica è da quest’anno una delle protagoniste del volley nazionale. Restata a galla grazie all’oculata gestione del patron Cerciello, mentre nel frattempo realtà che apparivano più consolidate scomparivano una dietro l’altra, i suoi dirigenti negli ultimi due anni non hanno più sbagliato una mossa di mercato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la prima, storica, Coppa Italia (http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0013133); il secondo posto europeo di cui sopra; e l’approdo ad un altra storica prima volta, la finale scudetto, che aspetta stasera il suo sigillo.
La Copra Elior è invece ai vertici dal lontano 2002-2003, anno della fusione con l’Asystel Milano. Un azzardo su cui in pochi avrebbero scommesso, vinto dal Presidente Guido Molinaroli, che sembra fortunatamente essere venuto meno ai propositi di lasciare la società a fine stagione. Dopo il trionfo in Challenge (ZERO set persi!), la sicurezza di partecipare alla prossima Champions League e, quattro anni e tanti giocatori dopo, ma con il capitano Hristo Zlatanov che continua a mettere giù con la stessa regolarità palle pesantissime, un’altra finalissima per il titolo, sempre contro Trento (http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0013268).
La relazione sentimentale tra Luciano De Cecco e Francesca Ferretti, palleggiatori delle rispettive squadre, e una casa da quest’anno unica, il PalaBanca di Piacenza, sono i ponti che collegano due formazioni di cui possiamo e dobbiamo andare fieri; due formazioni di un’unica città, la nostra.

Volley. Serie A1. Analisi della finale scudetto Trento-Piacenza

Quattro anni dopo, è di nuovo sfida tra i Campioni di tutto e la squadra della nostra città

Quattro anni dopo, è di nuovo Trento-Piacenza. Quattro anni in cui la prima è stata progressivamente rinnovata, continuando a dominare indifferentemente in Italia, in Europa e nel mondo; e la seconda è stata prima smantellata e poi pian piano ricostruita. Le due formazioni hanno seguito lo stesso percorso verso l’ultima finale scudetto che le ha viste contrapposte (che fu tra l’altro anche l’ultima prima di questa a giocarsi al meglio delle 5 gare): che possa essere di buon auspicio, visto che allora a prevalere fu la squadra della nostra città.
Tento quindi un’analisi della finale del campionato di Serie A1 di pallavolo maschile prendendo spunto dai 4 quesiti formulati a 6 esperti sulla “Gazzetta dello Sport” di oggi.
Chi vince e perchè? Piacenza. Ha più fame ed è in strepitose condizioni psico-fisiche.
Chi sarà l’uomo decisivo? Ne dico due: il palleggiatore De Cecco (definito da Lollo Bernardi, “Mister Secolo”, non uno qualsiasi, “il più forte palleggiatore del mondo”) e il centrale Simon.
I punti di forza e punti deboli delle due finaliste, Trento e Piacenza? Il punto di forza di Trento è la regolarità nel cambio palla, quello di Piacenza l’asse palleggiatore-centrali. La debolezza dei Campioni nel Mondo potrebbe consistere in una possibile appagamento, il Copra deve trovare regolarità in battuta altrimenti sono dolori.
Quanto dura la serie? 4 o 5 gare, magari si arriva anche al quinto set della sfida decisiva. Come quattro anni fa…