Jessica Scaglione

Omicidio di Sabri Chibani. Ergastolo per il 23enne ecuadoriano

Massimo della pena per il 23enne giudicato colpevole dal Tribunale di Londra per l’omicidio del giovane piacentino Sabri Chibani. Sabri, 19enne di origini tunisine, si sarebbe trasferito a Londra nel 2017, dopo aver vissuto a Piacenza per diversi anni; lì, avrebbe trovato impiego in un ristorante. Il 23enne ecuadoriano accusato dell’omicidio avrebbe inizialmente dichiarato che si sarebbe trattato di un incidente, testimonianza tuttavia smentita dal fratello della vittima, Sadok Chibani, che avrebbe invece raccontato di avere assistito ai fatti.

Il 23enne è stato ora condannato a scontare l’ergastolo, con un’attesa di almeno 16 anni prima di poter chiedere qualsiasi tipo di beneficio previsto dalla legge.

Appostamenti e messaggi ai figli, ora in adozione. Coppia accusata di stalking

Sarebbe accusata di stalking nei confronti dei figli biologici e dei loro genitori adottivi una coppia di piacentini, dichiarati non idonei allo svolgimento delle funzioni genitoriali dal tribunale dei minori diversi anni fa. I bambini, all’epoca intorno ai dieci anni, sarebbero stati dati in adozione ad una famiglia di Modena, che avrebbe ora sporto denuncia nei confronti dei genitori naturali dei bambini.

Secondo quanto sarebbe stato dichiarato la coppia di piacentini avrebbe seguito i due figli biologici (ora un ragazzo di 25 ed una ragazza di 18 anni), appostandosi fuori dalla loro abitazione, dalle scuole e dalle palestre da loro frequentate. Inoltre avrebbero inviato continui messaggi ai due giovani attraverso i social network.

La coppia è stata ora rinviata a giudizio a Modena, e dovrà rispondere dell’accusa di stalking.

Statuette del presepe nascoste nel passeggino. Denunciate due giovani donne

Piacenza. Dovranno rispondere dell’accusa di furto aggravato due ragazze di 25 e 26 anni, fermate dalla polizia nei pressi di un grande magazzino. Gli addetti alla vigilanza avrebbero notato le due ragazze, che avevano con sé un passeggino con un neonato a bordo, aggirarsi fra gli scaffali in atteggiamenti sospetti: avrebbero così richiesto l’intervento della polizia sul posto.

Nel passeggino delle due giovani donne, che sarebbero state identificate come una siciliana ed un’albanese residenti a Piacenza, sarebbero stati rinvenuti addobbi natalizi e decorativi, oltre a confezioni di tende, per un valore complessivo di 66 euro. Le due sono state così denunciate.

Violenza e rapine ai danni di prostitute. In un caso si sarebbero finti poliziotti

Piacenza. Dovranno rispondere delle accuse di violenza sessuale di gruppo, rapina in concorso, e tentata estorsione in concorso un 47enne calabrese ed un bosniaco di 25 anni, entrambi residenti a Casalpusterlengo, arrestati in seguito ad indagini svolte dai carabinieri dell’Aliquota operativa di Piacenza. Sarebbero quattro le prostitute che, tra marzo e maggio, sarebbero state violentate e rapinate: in tre casi questo sarebbe avvenuto nel piacentino, mentre la quarta vicenda si sarebbe svolta nel milanese.

Una giovane albanese avrebbe raccontato di essere stata avvicinata da un cliente, ma, una volta appartatasi con lui nei pressi delle rive del Po, sarebbe stata stuprata e rapinata dall’uomo e da un suo complice, uscito dal bagagliaio, quindi abbandonata per strada senza vestiti. Sarebbero così emersi, nel corso delle indagini, tre casi analoghi, incluso un episodio in cui due individui si sarebbero finti poliziotti. In due casi, i due sarebbero accusati di aver tentato di estorcere denaro a prostitute in cambio di poter continuare ad esercitare senza problemi.

Avvalendosi delle descrizioni fisiche fornite dalle vittime, e di quelle dell’automobile, gli inquirenti sarebbero giunti al 47enne ed al 25enne, che sono stati arrestati.

Incidente a Case Nuove di Carpaneto, auto in fiamme. In due perdono la vita

Carpaneto (Piacenza). Tragico incidente intorno alle 13:30 del primo pomeriggio di oggi, giovedì 15 novembre, a Case Nuove di Carpaneto. Una Mercedes ed una Suzuki, lungo la strada Provinciale nei pressi dell’incrocio di Viustino, si sarebbero scontrate in un violentissimo frontale: l’impatto avrebbe spinto la Suzuki nel campo a lato della carreggiata, facendola ribaltare. L’auto avrebbe poi preso fuoco.

L’autista di un camion di passaggio sarebbe intervenuto per primo a tentare di domare le fiamme, e sono poi sopraggiunti i vigili del fuoco ed i soccorsi del 118. Purtroppo per due persone, che si trovavano all’interno dell’auto in fiamme, non vi è stato nulla da fare; un terzo avrebbe riportato ferite, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Calendasco, tre furti in una sola notte, 78 in tutto il Nord Italia. Sgominata la banda

Sono finiti in manette i presunti autori di una serie di colpi commessi in tutto il Nord Italia. Due uomini di 32 e 35 anni, entrambi di origini romene, sarebbero stati arrestati dai carabinieri di Udine: sarebbe tuttora latitante un terzo individuo, un 41enne loro connazionale. Secondo quanto diffuso, i tre sarebbero accusati di aver messo a segno ben 78 colpi nel Nord Italia, inclusi i tre avvenuti in una sola notte in diverse località dell’area di Calendasco.

Ad accomunare i colpi dei quali la banda sarebbe accusata, la presenza di autostrade nei pressi dei loro bersagli: sembrerebbe, infatti, che i ladri venissero scaricati alle piazzole di sosta per poi raggiungere a piedi le abitazioni, e quindi riunirsi a un complice in aree prestabilite.

A nove anni dal furto, ritrovate due opere d’arte rubate da una chiesa

Alseno (Piacenza). Erano state sottratte ben nove anni fa le due opere d’arte recuperate al termine di indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, e che verranno riconsegnate nel corso della giornata di domani, giovedì 15 novembre. Si tratterebbe di due sculture lavorate in lamina argentata, che erano state trafugate l’8 ottobre 2009 dalla chiesa di San Biagio Vescovo Martire di Castelnuovo Fogliani ad Alseno.

I due busti verranno riconsegnati alle 16:00 del pomeriggio di domani al parroco don Ferdinando Bisagni ed alla comunità locale.

Tragedia a Borgonovo. Travolto dal muletto mentre pota le piante

Borgonovo (Piacenza). Si è concluso in tragedia l’incidente avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 14 novembre, a Borgonovo. Sembrerebbe che un 51enne, nel corso di lavori di potatura delle piante, stesse procedendo a caricare un muletto su un camion: improvvisamente, però, per ragioni da verificare, il mezzo si sarebbe ribaltato e lo avrebbe travolto.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed i soccorsi del 118, ma purtroppo per l’uomo non vi è stato nulla da fare. Insieme a loro, anche i carabinieri, sopraggiunti per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Truffe ad anziani, quattro tentativi in poche ore. 82enne derubato

Piacenza. È andato a segno uno dei quattro tentativi di truffa ai danni di anziani segnalati al 112 nel corso della giornata di martedì 13 novembre. Il primo dei tentativi risalirebbe alle 9:00 del mattino, e sarebbe stato messo in pratica nell’area di Rio Farnese: ignoti si sarebbero presentati come tecnici di Iren, ma l’anziano avvicinato li avrebbe allontanati, chiamando poi i carabinieri.

Solo una mezzora dopo un 82enne sarebbe stato avvicinato da due sconosciuti nella sua abitazione in via Mutti. I due avrebbero sostenuto di essere tecnici del servizio idrico sopraggiunti per un controllo al contatore, e sarebbero riusciti a distrarre la vittima ed a mettere le mani su un bottino in monili di un valore complessivo stimato fra i 3mila ed i 4mila euro. L’82enne si sarebbe reso conto dell’accaduto solo più tardi, e sul posto sono intervenuti i militari del Radiomobile.

Nel corso della medesima mattinata un tentativo di truffa sarebbe avvenuto a Castel San Giovanni, in via Fermi, dove un individuo si sarebbe finto tecnico Iren, ed un secondo avrebbe finto di essere un membro delle forze dell’ordine: anche in questo caso i malintenzionati sarebbero stati spinti ad allontanarsi.

Risalirebbe infine alle 18:00 un tentativo di truffa avvenuto al Vigolzone, dove un’81enne sarebbe stata avvicinata dall’ennesimo finto tecnico del servizio idrico, ma, dopo aver sentito rumori inusuali provenire dall’appartamento del figlio al piano di sotto, ora vuoto, sarebbe scesa a controllare. Avendo trovato la porta bloccata, ha iniziato a gridare, mettendo in fuga il finto tecnico ed un complice, che sarebbe fuggito dalla finestra dell’appartamento del figlio portando con sé un orologio in acciaio.

Rancan (LN): “Corsi di formazione organizzati con soldi pubblici: più controlli contro il rischio truffe”

“Non è forse opportuno che la Regione Emilia-Romagna attivi un sistema di controllo che permetta di monitorare attentamente le realtà territoriali che si occupano di formazione professionale e analizzare gli esiti formativi e occupazionali dei corsi, quando questi vegono organizzati con soldi pubblici?”

A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta di viale Aldo Moro è il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan, che spiega: “Le risorse programmate dal Fondo sociale europeo 2014 – 2020 sono pari a 786,2 milioni di euro, e di questi di cui quasi 3 milioni di euro (1 milione e 400 mila per il 2018 e 1 milione e 400 mila per il 2019) sono stati destinati dalla Giunta regionale ai Comuni emiliano-romagnoli, con l’intento consacrato di garantire servizi di orientamento attraverso i propri enti di formazione pubblici. Attualmente, però, non esiste uno strumento che permetta il controllo della realizzazione effettiva delle attività di orientamento”.

Le Regioni italiane, con qualche eccezione, non compiono poi valutazioni per verificare se i disoccupati iscritti ai corsi, trovino poi lavoro al termine del ciclo di lezioni. Nella maggior parte delle Regioni, quindi, il finanziamento dei corsi è svincolato dai risultati di inserimento lavorativo e dai bisogni delle imprese che potrebbero poi assumere gli studenti e/o dalle necessità dei potenziali lavoratori.

“Tant’è che – continua il consigliere del Carroccio – nel corso degli anni, diversi di questi corsi di orientamento si sono rivelati, in realtà, delle truffe. Tra queste, quella avvenuta nell’agosto 2018 a Piacenza, dove una cooperativa operante nel settore della formazione professionale, è stata accusata di aver percepito 3,5 milioni di finanziamenti (in quattro anni) da Unione Europea e Regione per organizzare corsi di inserimento professionale rivolti a categorie svantaggiate. In realtà, però, tale cooperativa dal 2012 al 2016 avrebbe iscritto a bilancio corsi di formazione mai svolti o attuati con modalità diverse rispetto a quelle stabilite per ottenere l’assegnazione dei fondi”.

Poiché non è agevole stabilire l’efficacia di un corso, è bene che “la Regione attivi delle procedure di controllo contro quello sperpero di denaro pubblico che prova a celarsi sotto l’egida della formazione professionale anche quando non lo è. Sia chiaro, esistono iniziative lodevoli di enti formativi seri, ma se non collegati ai fabbisogni delle imprese, perdono efficacia e si rischia di alimentare esclusivamente un business unidirezionale” chiosa Rancan.