Redazione

Pioggia di multe per i furbetti. C’è anche chi ne ha prese 2 in un giorno

PIACENZA – C’è caso e caso, come in ogni storia. C’è chi è stato controllato e stava muovendosi legittimamente per lavoro o per fare la spesa settimanale, ma c’è anche chi è stato multato 2 volte in una sola giornata perché doveva provare le gomme nuove della sua Audi.

Sabato mattina in via Calzolai sembrava una giornata normale, mascherine a parte. Tanta gente in fila davanti ai negozi di alimentari in situazioni che somigliavano davvero tanto ad un’aggregazione. Domenica solo la Polizia Locale ha fatto 120 controlli a gente che era in giro con tutte le scuse possibili.

La diga si è rotta? Qualcosa è sicuramente cambiato nell’atteggiamento dei piacentini, nonostante l’invito alla prudenza e ai continui richiami dei medici che temono una nuova ondata di contagi.

Maurizio Martinelli. La storia di Angelo e di Piacenza che nell’ora più buia prova a non lasciare indietro nessuno

Maurizio Martinelli è un giornalista con un curriculum di tutto rispetto. Conduce il TG2 della sera, cura e conduce la rubrica di approfondimento “Dieciminuti”, che oggi si chiama “TG2: Puntodivista”, e in questi giorni è sul campo per raccontare la crisi sanitaria dovuta al coronavirus. Oggi ha pubblicato una storia sul suo profilo Facebook di quelle che scaldano il cuore, descrivendo una Piacenza che nell’ora più buia prova a non lasciare indietro nessuno. La riportiamo integralmente.

Angelo è un cameriere, o meglio lo era. Lo era prima che il virus sconvolgesse la sua e le nostre vite. Angelo l’ho incontrato per caso qui a Piacenza, in un giardino a pochi passi dal mio albergo. È accaduto oggi, saranno state le due del pomeriggio. Vestito di nero, l’aspetto curato, un cappello calato in testa, una valigia per casa e il terrore stampato negli occhi. Già, il terrore. Il terrore di chi non ha più nulla, di chi ha appena passato la sua prima notte in strada. Perché un conto è esserci abituato, alla strada: sai dove trovare un pasto, un ricovero, conosci i circuiti dell’accoglienza, della solidarietà, sai come difenderti. Scoprirla a 52 anni è tutta un’altra storia. E così Angelo mi avvicina, mi parla del lavoro perduto, mi racconta i suoi giorni, le sue paure, la sua disperazione, la sua solitudine. E poi la fame, la terra che manca sotto i piedi, il freddo della panchina che gli ha fatto da giaciglio. Lo ascolto, con un pizzico di cinismo penso che la sua può essere una storia per il mio giornale. Giuseppe accende la telecamera, Dora allunga l’asta del microfono. Lui parla, si interrompe, singhiozza, riprende il suo racconto. Mi dice di aver bussato alla porta di una chiesa in questa domenica delle palme, ma non tutti i preti sono santi. È sfinito, smarrito, perduto. Lo ascolto e mentre parla provo a calarmi nei suoi panni. Dove andrei? Cosa farei? Ma le risposte non le ho. Io sono fortunato, lui no: e questa è la sua unica colpa. No, penso, niente tv per Angelo, la sua storia non finirà nel tg della sera. In rubrica ho il numero del sindaco di questa città, è una donna, si chiama Patrizia Barbieri, il virus l’ha vissuto sulla sua pelle. E l’ha sconfitto. È domenica, è l’ora di pranzo, la città è devastata dall’epidemia. Mi risponde al terzo squillo: “Buongiorno sindaco, ho un problema…”. Le racconto di Angelo, lei ascolta, mi lascia parlare. “Dove siete?”, mi chiede. E poi, “Mi dia un quarto d’ora”. Il telefono squilla dopo cinque minuti. È l’assessore ai servizi sociali, mi chiede se posso aspettare. Certo. Un’altra manciata di minuti e il telefono squilla ancora. È il responsabile della Caritas diocesana. Mi dice che di lì a poco ci avrebbe raggiunto una sua operatrice. Ed eccola, Anna: arriva in bicicletta, è una che ci sa fare, il dolore e la disperazione sono il suo pane quotidiano. Per me e la mia troupe una strizzata d’occhio, per Angelo un sorriso che sa di casa. No, niente più strada, dicono i suoi occhi. Le notti a venire quest’uomo le trascorrerà in un ostello, e quando l’onda sarà passata si vedrà. Angelo piange, e stavolta sono lacrime di gioia. Intanto si avvicina un uomo in maglietta. In mano ha una busta con del denaro, la porge ad Angelo, con discrezione: “Ero in finestra – dice – ho visto, ho ascoltato, mi farebbe piacere offrirle una pizza…”. Angelo esita, si asciuga gli occhi, ringrazia impacciato. Anna è lì accanto: “Vieni – dice gentile – è ora di andare”. Con Giuseppe e Dora li vediamo allontanarsi. Buon vento Angelo. Mi resta un’ultima cosa da fare. Prendo il telefono, chiamo il sindaco, la ringrazio. “No Martinelli – mi risponde – sono io che ringrazio lei”. Una grande donna al timone di una grande città.

Elisabetta II: “C’è ancora molto da sopportare, ma torneranno giorni migliori”

La Regina Elisabetta II ha parlato in diretta tv al Regno Unito ed a tutto il Commonwealth britannico duramente colpiti dalla pandemia di Coronavirus. “Vi parlo in un momento difficile per il nostro Paese, un momento di sconvolgimento che ha portato dolore per alcuni, difficoltà finanziare e enormi cambiamenti nella vita quotidiana di tutti noi. Voglio ringraziare tutti coloro che sono in prima linea, gli operatori sanitari e coloro che ricoprono ruoli essenziali. Sono certa che la nazione si unirà a me nell’apprezzare ciò che fate. Insieme stiamo affrontando questa epidemia. Voglio assicurarvi che se resteremo uniti e saremo risoluti la supereremo. C’è ancora molto da sopportare, ma torneranno giorni migliori. Saremo di nuovo insieme ai nostri amici e alle nostre famiglie, ci incontreremo di nuovo”.

“Negli anni a venire, ognuno si sentirà fiero per come ha risposto a questa sfida e quelli che verranno dopo di noi diranno che questa è stata la generazione più forte di sempre”

“L’orgoglio per ciò che siamo non fa parte del nostro passato, ma definisce il nostro presente e il nostro futuro. Abbiamo visto in tutto il Commonwealth e in tutto il mondo persone che aiutano gli altri. Anche se l’isolamento è difficile, molte persone, di tutte le fedi, stanno riscoprendo l’importanza di fermarsi a riflettere, in preghiera o in meditazione. Ricordo quando nel 1940, con l’aiuto di mia sorella, ho parlato a Windsor ai bambini che erano stati mandati via per la loro stessa sicurezza. Oggi molti proveranno quella sensazione, ma ora, come allora, è la costa giusta da fare. Questa volta dobbiamo unirci alle nazioni di tutto il mondo in uno sforzo comune. Ce la faremo e questo successo apparterrà a ciascuno di noi“.

Troppa gente a spasso. Il sindaco: basta appelli. Ora multe fino a 3.000 euro

PIACENZA – L’epoca degli inviti e degli appelli al senso di responsabilità dei cittadini è finita. Ora si passa al “pugno di ferro”. Si è vista troppa gente a passeggio in questi ultimi giorni e il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, intende passare alle maniere forti. Le sue parole non lasciano spazio a dubbi.

“Vi avviso: sarà applicato il massimo rigore e la massima severità nei confronti di chiunque venga fermato in giro, senza poter giustificare in modo preciso le ragioni, secondo quanto previsto dal decreto. Le sanzioni vanno da un minimo di 400 euro fino a 3.000 euro”.

“Vorrei ribadire per l’ennesima volta una regola chiara e precisa: bisogna stare a casa!” ha ricordato Patrizia Barbieri. “Già ieri, ma oggi ancor di più, mi sono arrivati segnali che non mi piacciono e che non ho alcuna intenzione di tollerare. Troppa gente è in giro, molta di più rispetto alle scorse settimane. I primi dati positivi e il fatto che non è più incessante il suono delle sirene delle ambulanze devono avere allentato la tensione ma nulla, nemmeno queste belle giornate di sole, giustifica chi disattende le restrizioni, perché questo comportamento determina un grave rischio per tutta la collettività oltre che per loro stessi”.

Può uscire solo chi deve recarsi al lavoro o per le necessità chiaramente previste dal decreto,” ha specificato il sindaco di Piacenza. “Non vi siete domandati per quale ragione ieri sera il Ministero della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Emilia-Romagna, abbia disposto che per Piacenza valgono ancora sino a dopo Pasqua le misure più restrittive vigenti in Italia? Se le autorità hanno disposto sul territorio regole di contenimento più severe è perché hanno reputato che dal punto di vista sanitario sia necessario un atteggiamento ancora molto prudente”.

Il tono delle parole del primo cittadino di Piacenza si fa severo. “Avete capito che se non ci atteniamo scrupolosamente alle disposizioni sanitarie rischiamo un colpo di coda e una seconda ondata di contagi e decessi mentre ancora non abbiamo risolto la prima? Abbiamo forse dimenticato che viviamo in uno dei territori più colpiti al mondo? Abbiamo già dimenticato i nostri morti e il dolore delle loro famiglie? Non ci interessa più chi è ricoverato in ospedale e sta lottando per la propria vita?”

“So che la maggior parte dei piacentini, in città e provincia, dimostra ogni giorno con il proprio sacrificio di avere rispetto per medici, infermieri, sanitari, operatori e volontari che da oltre un mese non stanno mollando un secondo, portando sulle spalle un peso enorme”, ha scritto sui social. “Tutti gli altri devono stare a casa! Lo so, è un sacrificio e non è facile per nessuno, ma la vita e la salute vengono sopra ogni cosa e valgono tutto il nostro impegno”.

A Piacenza tanta gente in strada. Il sindaco: “Attenzione! Siamo ancora in emergenza”

PIACENZA – Il Sindaco Patrizia Barbieri torna a fare appello alla responsabilità di tutti i cittadini. “Purtroppo stiamo riscontrando che negli ultimi giorni è aumentato il numero di persone che esce di casa violando le restrizioni”, ha scritto. “Addirittura oggi alcune attività stavano tentando di aprire al pubblico. Se è vero che il numero di nuovi ricoveri sta iniziando a calare – grazie alle misure di distanziamento sociale – è altrettanto vero che ci sono ancora tantissime persone in terapia intensiva e ci troviamo ancora in piena emergenza sanitaria”.

“Comprendo perfettamente che la situazione sia difficile e che siano richiesti importanti sacrifici”, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, nel consueto post serale, “ma non è questo il momento di mollare, vanificando tutti gli sforzi. Tanto più che dalle indagini che ho effettuato insieme a tutti i sindaci della provincia emerge chiaramente un’anomalia che fa pensare che i decessi per Covid-19 siano molti di più rispetto a quanto accertato e dichiarato”.

I morti per Covid-19 a Piacenza potrebbero essere, infatti, quasi il doppio rispetto a quanto accertato, come spiegato in QUESTO ARTICOLO.

Coronavirus a Piacenza. I morti potrebbero essere il doppio di quanto accertato

PIACENZA – I sindaci di tutti i comuni della Provincia di Piacenza hanno effettuato un’indagine per mettere a confronto i decessi del 2018, del 2019 e del 2020, per tentare di rilevare a livello anagrafico le eventuali anomalie. Ne ha dato notizia il sindaco di Piacenza ieri sera. Il dato che emerge dall’indagine rivela che il conteggio reale delle persone che hanno contratto il nuovo coronavirus è molto diverso da quello quotidianamente reso pubblico dalla Regione Emilia-Romagna. Un dato che definiamo “vuoto di significato” già da settimane, essendo basato esclusivamente sul numero limitato di tamponi effettuati.

La verità è che per quanto concerne il numero di decessi da Covid-19 i numeri sono ben più drammatici:

1* trimestre 2018: 1.293 decessi – Marzo 2018: 401 decessi
1° trimestre 2019: 1.141 decessi – Marzo 2019: 361 decessi
1° trimestre 2020: 2.197 decessiMarzo 2020: 1.433 decessi

L’analisi rivela che nel marzo del 2020 sono morte 784 persone solo nel Comune di Piacenza, 605 decessi in più rispetto alla media degli anni precedenti. 

In tutti i comuni della provincia l’anomalia numerica registrata nel mese di marzo su base provinciale è pari a 1.050 unità, cifra che risulta largamente superiore rispetto al numero decessi certificati come riconducibili a infezione da Covid-19 (pari a 548).

I sindaci hanno quindi consegnato i dati alla AUSL di Piacenza per l’estensione delle analisi epidemiologiche che dovranno accertare, per quanto possibile ex post, se la variazione riscontrata su base statistica sia da ascriversi al coronavirus.

Il Sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, è tornata a fare appello alla responsabilità di tutti i cittadini, rilevando un allentamento della tensione. “Siamo ancora in piena emergenza”, ha spiegato in QUESTO ARTICOLO.

Test sierologici per la ricerca degli anticorpi. Cosa è importante sapere

PIACENZA – Alcuni laboratori privati di Piacenza hanno iniziato ad offrire la possibilità di eseguire, tramite prelievi di sangue, test per la ricerca degli anticorpi al Covid-19. La Ausl ha raccomandato prudenza. La maggior parte dei test per la ricerca di anticorpi del SARS-CoV-2, infatti, devono essere ancora validati. Questo significa che si deve ancora dimostrare scientificamente se funzionano in modo affidabile al 100% e se forniscono risposte chiare. 

Bisogna, insomma, usare buon senso anche in questo caso e considerare che il mondo “conosce” il nuovo coronavirus da appena tre mesi, e nemmeno i ricercatori possono dire con certezza come questo virus si comporti. Anche i test sierologici si stanno mettendo a punto “in corsa”, così come le prime cure e i possibili vaccini.

Ai laboratori privati è stato chiesto di uniformarsi ai protocolli dell’Ausl in modo che si possa trattare correttamente chi risultasse attualmente positivo e quindi infettivo. I risultati dei test sierologici sarebbero molto importanti ai fini di una valutazione epidemiologica, per capire quanti hanno contratto il virus anche se non sono stati sottoposti al tampone e valutare perciò quanto si sia esteso il contagio nella popolazione. Ci aiuterebbero a capire se, in effetti, si stia sviluppando quell’immunità di gregge di cui tanto di sente parlare dallo scoppio della pandemia.

Occorreranno ancora pochi giorni per completare la validazione dei test sierologici per la ricerca degli anticorpi contro il nuovo coronavirus, che vanno validati in modo metodologicamente rigoroso”, ha spiegato il presidente del Consilgio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli. “Con i test sierologici per la ricerca degli anticorpi nel sangue sarà possibile avere un quadro completo dell’epidemia in Italia. Un quadro – ha aggiunto – che sarà probabilmente diverso regione per regione. Sono otto gli studi sui farmaci anti-Covid-19 al momento approvati dall’Agenzia italiana per il farmaco”.

Attualmente gli esami di laboratorio sugli anticorpi vengono effettuati sulla base di un test cinese, il primo con il certificato CE arrivato in Italia e ora in sperimentazione in varie Ausl, in particolare sui sanitari. Altri test sono stati messi a punto negli Stati Uniti, ma ne esistono ormai circa un centinaio in tutto il mondo. Per questo è così importante operare in modo coordinato tra pubblico e privato, per avere dati omogenei e garantire risultati il più possibile attendibili.

Il Comune chiarisce: le salme dei defunti restano a Piacenza

PIACENZA – Nei giorni scorsi il sindaco Patrizia Barbieri aveva illustrato, in uno scritto sulla sua pagina Facebook, gli sforzi del Comune per scongiurare il rischio che i tanti morti per Covid-19 dovessero essere cremati in impianti di altre Province, come accaduto a Bergamo. Il Comune conserva le salme nelle celle refrigerate per 5 giorni, come impongono le norme. “Dopo i 5 giorni”, ha spiegato il Sindaco, “dal momento che purtroppo i decessi sono tanti e l’impianto non riesce a cremare più di 13 corpi al giorno, diamo la possibilità di inumare provvisoriamente la salma e successivamente esumarla per procedere alla cremazione appena possibile, in modo da non costringere nessuno ad andare fuori sede”.

In questi giorni il numero dei morti è stato molto elevato e, come previsto, i tempi si sono allungati. “Ci sono famiglie che scelgono, liberamente, una strada più veloce”, spiega il Comune di Piacenza. “Risulta infatti che alcune imprese private di pompe funebri consiglino a chi desideri una cremazione immediata della salma del defunto altri impianti, anche in altre Province, per non attendere le tempistiche dettate dall’emergenza sanitaria”.

Caos sulle passeggiate. Allarme di Piacenza e Lombardia: così si allenta la tensione

PIACENZA – I primi timidi risultati sul calo dei ricoveri sono figli del sacrificio dei tanti piacentini che in città e in provincia si sono scrupolosamente attenuti alle restrizioni. Ormai tutti i ricercatori sono concordi nell’affermare che il coronavirus, trasmettendosi ad una velocità enorme, non può essere tenuto sotto controllo se non con il distanziamento sociale e l’isolamento, evitando che le persone si infettino. Ma l’isolamento a cui questa crisi sanitaria ci ha costretto ha un forte impatto anche sui bambini e sugli adolescenti e certi genitori cominciano a rivendicare un’ora d’aria.

Con l’ultima Circolare del Ministero dell’Interno è stato spiegato che in Italia è consentita, come sempre, l’attività motoria necessaria attorno a casa ed è stato aggiunto che è compresa l’attività motoria necessaria per i bambini. La precisazione ha scatenato il caos, soprattutto in Lombardia e a Piacenza.

La provincia di Piacenza è uno dei territori più duramente colpiti dal Coronavirus, e sono in vigore misure più restrittive rispetto al resto del Paese. Così nella giornata di ieri il Sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, il Prefetto Maurizio Falco e tutti i sindaci dei comuni della provincia sono corsi ai ripari, con un appello a continuare a tenere i bambini a casa, segno che la tensione – ormai – inizia ad allentarsi. “La gente non deve illudersi che stia finendo tutto. Questo è l’effetto più sbagliato della confusione che si sta creando”, hanno spiegato.

Il rischio è quello di vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi. L’allarme è stato lanciato anche dal governatore Fontana in Lombardia. “Messaggio devastante, servono almeno altri 15 giorni in casa”, ha dichiarato. “In Lombardia non cambierà nulla di quello che c’è nella mia ordinanza, è un errore psicologico, è la dimostrazione che si stanno alzando le difese, che si sta mollando la presa”.

Il primario di Pediatria Biasucci: “bambini a casa. Non vanifichiamo gli sforzi”

PIACENZA – Le misure di distanziamento sociale iniziano a dare i primi timidi risultati, nonostante l’alto numero di decessi. In molti stanno chiedendo al Governo di consentire ai bambini e agli anziani di fare una passeggiata, ma questa decisione potrebbe vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi. La pensa così anche Giacomo Biasucci, primario di Pediatria all’Ospedale di Piacenza. “Dopo settimane molto dure finalmente, da qualche giorno, stiamo vedendo un piccolo miglioramento con un decremento degli accessi in Pronto Soccorso, ma non possiamo in alcun modo abbassare la guardia con il rischio di vanificare tutti gli sforzi compiuti fino ad oggi”, ha spiegato ai giornalisti. “Mi rendo conto che sia difficile gestire i bambini a casa, bisogna trovare ogni giorno esperienze nuove da condividere ma in questo momento non è opportuno uscire con i piccoli perché bisogna evitare di creare pericolosi assembramenti ci troviamo in una fase ancora troppo delicata”.

La possibilità o meno che si creino piccoli assembramenti sarebbe affidata al buon senso dei cittadini. Ma come è già stato dimostrato, troppe persone faticano a rispettare le restrizioni e sottovalutano il problema. “Lo stesso discorso vale per gli anziani,” ha ribadito il dott. Biasucci, “dobbiamo pazientare ancora un paio di settimane prima di vedere risultati rassicuranti e duraturi”.