Redazione

Coronavirus a Piacenza. Primi segnali di speranza

PIACENZA – Nonostante anche oggi si piangano 29 vittime del Covid-19, che portano il totale a 422 persone morte nella provincia di Piacenza, iniziano a diminuire il numero dei ricoveri e il ricorso al Pronto Soccorso. Non è ancora il momento per cantare vittoria, ma i numeri di oggi accendono un filo di speranza.

Sono 10.816 i casi di positività al Coronavirus, 762 in più di ieri. 42,395 i test refertati, 4.350 in più sempre rispetto a ieri. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna.

Complessivamente, sono 4.680 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (415 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità – come si sta verificando negli ultimi giorni – quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 301, 7 in più rispetto a ieri. Ma crescono purtroppo i decessi, passati da 1.077 a 1.174: 97, quindi, quelli nuovi, di cui 64 uomini e 33 donne. 

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 792 (71 in più rispetto a ieri), 668 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 124 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovdecessi riguardano 29 residenti nella provincia di Piacenza, 16 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (0 nel territorio imolese), 4 in quella di Ferrara, 1 in quella di Ravenna, 4 in quella di Forlì-Cesena (2 nel territorio di Forlì), 9 in quella di Rimini e 1 residente fuori regione. 

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.213 (91 in più rispetto a ieri), Parma 1.611 (86 in più), Reggio Emilia 1.698 (112 in più), Modena 1.676 (143 in più), Bologna 1.253 (di cui Bologna 1.034, 135 in più rispetto a ieri, e 219  Imola, 11 in più),  Ferrara 212 (8 in più rispetto a ieri), Ravenna 451 (64 in più), Forlì-Cesena 513 (di cui 241 a Forlì, 26 in più rispetto a ieri, e 272 a Cesena, 33 in più),  Rimini 1.189 (53 in più).

Posti letto aggiuntivi già allestiti: 4.630, 307 in più di ieri

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 307 i posti letto allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.323 a 4.630, tra ordinari (4.116, +294) e di terapia intensiva (514, +13).

Nel dettaglio: 589 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.052 a Parma (63 terapia intensiva), 701 a Reggio (55 terapia intensiva), 499 a Modena (89 terapia intensiva), 852 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (142 terapia intensiva), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 665 in Romagna (in particolare: 248 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113  Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 54 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui  10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva.

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi 22 posti letto Covid attivati sui 36 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid. Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e – per la Romagna – l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Sul resto del territorio regionale restano confermate a  Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di BobbioCastel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub)Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva, Villa Lauracon 32 nuovi posti letto attivati e il San Giovanni con 52 nuovi posti letto.

Castelnuovo Monti e Guastalla, 2 nuove strutture per effettuare i tamponi di controllo

È in corso l’approntamento di 2 strutture per tamponi “drive in”, in accordo fra la Direzione dell’Azienda Usl di Reggio Emilia, il coordinamento provinciale del volontariato e il servizio Area Affluenti Po.

Per la realizzazione, a Castelnuovo Monti e Guastalla (Re), dei due punti coperti in cui gli “osservati” da Asl potranno recarsi, su chiamata, per il secondo tampone di controllo, sono state oggi predisposte le due tende occorrenti.

A Castelnovo ne’ Monti, in via dei Partigiani 10, presso il Centro sovracomunale di Protezione civile dell’Unione montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano, è stata allestita una tenda di proprietà dell’Associazione Nazionale Alpini; a Guastalla si è messa a disposizione una delle due tende, non più usate come triage, nel parcheggio dell’Ospedale Civile, in Via Donatori di Sangue 1.

La modalità delle strutture per tamponi è definita “drive in”, perché le persone si accosteranno con la propria auto e faranno l’esame senza scendere. In alternativa alle visite a domicilio, ciò consentirà di risparmiare un gran numero di operatori e dispositivi di protezione individuale.

Dispositivi di protezione individuale

Nella serata di ieri, l’Agenzia regionale di Protezione civile ha ricevuto dal Dipartimento nazionale 223.000 mascherine Montrasio, 158.200 chirurgiche, 176.420 ffp2, 46.080 ffp3 e 13.800 tute.

Volontariato

Sono stati 654 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati il 25 marzo; dall’inizio dell’emergenza, si contano 5.188 giornate.

Al solito, le attività principali sono il supporto alle Ausl locali nel trasporto degenti con autoambulanze (Cri e Anpas: 228 volontari); l’assistenza alla popolazione nella consegna di farmaci e spesa ad anziani, immunodepressi e malati (380 volontari distribuiti su tutte le province, più i 5 impegnati a presidio della tenda Caritas a Reggio Emilia). Questa attività viene svolta ora anche da una quindicina di volontari scout dell’Agesci regionale; la sanificazione dei mezzi di soccorso (25 volontari tra Parma e Piacenza). Proseguono le funzioni di segreteria logistica e amministrativa presso i punti triage. Un paio di volontari sono stati impegnati a Ravenna, nel nuovo presidio presso l’ospedale.

Nella giornata di ieri il Coordinamento del volontariato di Ferrara ha messo a disposizione due volontari per trasportare da Bologna, con un autoarticolato, due moduli ISO 20, destinati alla Ausl di Piacenza, per esigenze legate alla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale nei vari reparti dell’ospedale cittadino.

Diventano 32 i Punti triage: da ieri operativo quello davanti all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna

Operativo da ieri il nuovo pre-triage davanti all’ospedale di Ravenna: costituito da una tenda mobile da campo allestita presso l’ingresso di Oncoematologia dell’Ospedale Santa Maria delle Croci a Ravenna, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei pazienti oncologici ed ematologici che devono recarsi all’Ospedale per controlli o terapie.

Con l’apertura del nuovo spazio di valutazione e filtraggio davanti all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, diventano 32 i punti-triage attivi in E-R: 10 davanti alle carceri, 22 davanti agli ospedali: 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di BO (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di FE (Argenta e Cento); 1 in provincia di FC (Meldola); 1 in provincia di RA (Ravenna città); 1 nella Repubblica di San Marino.

Visite a domicilio per Coronavirus: ecco come funzionano

Per offrire un aiuto in più a chi è malato in casa, sono ora attive le unità speciali di continuità assistenziale. Lo ha annunciato l’Ausl attraverso il suo sito web e la notizia è stata ripresa anche dal Sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri. “Sono state attivate le prime unità speciali di continuità assistenziale,” ha scritto. “Si tratta di medici e infermieri, equipaggiati con dispositivi di sicurezza e dotati di un ecografo palmare, che visiteranno a domicilio le persone positive o sospette positive”.

NON ESISTE UN NUMERO VERDE E NON BISOGNA TELEFONARE AL 118. SOLO IL MEDICO DI FAMIGLIA PUÒ CHIEDERE QUESTE VISITE A DOMICILIO.

Sono quindi i medici di famiglia – che conoscendo le condizioni dei loro pazienti e la loro storia clinica – possono decidere di attivare il servizio quando necessario, segnalando i casi di maggior fragilità e criticità all’Ausl.

Come ha spiegato la dott.ssa Anna Maria Andena del dipartimento di Cure Primarie, “questo servizio aiuterà ad intercettare precocemente e il più rapidamente possibile casi che potrebbero evolvere verso situazioni più problematiche o casi di insufficienza respiratoria da coronavirus”. I team saranno composti da un medico di continuità assistenziale e un medico esperto di ecografia toracica.

Queste squadre sono composte anche da medici volontari, come la dott.ssa Giuliana Rapaccioli che avendo chiuso il Poliambulatorio Health per l’emergenza coronavirus, si è messa a disposizione della collettività.

“Il primo team è già attivo e domani potrebbe essere operativo un secondo team,” ha ricordato il primo cittadino su Facebook. “Entro pochi giorni, appena arriveranno gli ecografi palmari, saranno attive 4 squadre che lavoreranno 12 ore al giorno, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, sette giorni su sette, per coprire tutto il territorio, città e provincia”.

Si aggiunge all’attività di assistenza domiciliare anche quella svolta dal dott. Luigi Cavanna, che per primo ha sperimentato l’iniziativa con la sua equipe, facendo visite domestiche con ecografia, cominciando da alcuni dei suoi pazienti oncologici per poi occuparsi anche di altre persone, segnalate dai colleghi. “Il Covid-19 è una forma virale disastrosa, che porta molte persone ad arrivare in pronto soccorso con situazioni pregresse di febbre, tosse e altre tipologie di malessere,” ha spiegato l’oncologo. “Prima s’inizia la cura e prima si arresta il processo infiammatorio dei polmoni”.

Coronavirus. Multe più severe, fino a 3.000 euro, per chi trasgredisce

Chi trasgredirà le misure di contenimento rischia una multa fino a 3mila euro. Lo si legge in un nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, che in sintesi prevede:

– multe più salate, da 400 a 3.000 euro in sostituzione dell’ammenda di 206 euro prevista finora per i trasgressori del divieto agli spostamenti;
– non è previsto il fermo amministrativo dei veicoli nel caso di violazione delle regole;
– i presidenti delle Regioni potranno adottare misure ancora più restrittive;
– via libera all’uso di droni per i controlli delle forze dell’ordine.

Aiuti alle imprese. Il sindaco Barbieri: “non arretreremo di un centimetro”

Nella notte di ieri il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, ha mandato un messaggio a tutti gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti e i lavoratori del territorio, in seguito alle nuove restrizioni previste dal decreto del Governatore Bonaccini. “Questa pandemia sta colpendo duramente le nostre famiglie, la nostra comunità, le nostre attività economiche,” ha scritto Patrizia Barbieri. “Il decreto emanato il 22 marzo dal Presidente del Consiglio e la successiva ordinanza regionale del 24 marzo del Governatore della Regione Emilia-Romagna hanno reso ancora più stringenti le misure che sospendono le attività economiche. Si è chiuso quasi tutto, tranne le attività essenziali e quelle correlate. Il settore farmaceutico e quello alimentare hanno filiere molto complesse. Perché il latte arrivi alle nostre famiglie – per esempio – le mucche vanno munte, servono le bottiglie, i tappi, le etichette, gli imballaggi e i trasporti. Le nuove chiusure e queste ulteriori limitazioni hanno un solo scopo: tutelare la nostra salute. Se anche si salvasse una sola vita in più, ne sarebbe valsa la pena”.

“Siamo consapevoli che per poter vincere più rapidamente questa battaglia contro il coronavirus abbiamo chiesto al nostro tessuto economico un sacrificio enorme,” ha continuato il sindaco di Piacenza. “A fianco dei nostri medici, infermieri, operatori, volontari e con tutti i lavoratori del sistema sanitario di Piacenza stiamo combattendo una battaglia per la salute. Ma parallelamente stiamo lavorando per contrastare le conseguenze di questa sospensione sul piano economico e sociale: nelle nostre zone così duramente colpite, il Governo e l’Unione Europea sono chiamati a sostenere le imprese in modo tempestivo, con politiche di credito che diano respiro alle attività e ai lavoratori. Anche questa è una battaglia importantissima perché è in gioco il futuro nostro e quello dei nostri figli, per cui non arretreremo di un centimetro”.

Il primo cittadino ha rivolto anche un auspicio. “Quando questa emergenza sanitaria finirà, anche grazie al sacrificio che è stato richiesto alla nostra comunità, ci faremo trovare pronti”.

Piacenza. Tutte le nuove limitazioni spiegate in modo semplice

Domande frequenti sulle restrizioni contenute nella nuova ordinanza (Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 48 del 24 marzo 2020) in vigore per la Provincia di Piacenza.

1. L’ordinanza pone limiti specifici agli spostamenti delle persone fisiche?

No, le limitazioni agli spostamenti sono regolate dai Dpcm in vigore. L’ordinanza pone indirettamente restrizioni alla mobilità in ragione delle ulteriori limitazioni alle attività produttive sospese.

2. Le attività produttive sono tutte sospese?

Tutte le attività produttive sono generalmente sospese. Rimangono sempre aperte le attività agricole, agroalimentari e relative filiere, attività di produzione di beni alimentari; le altre attività di produzione di beni e servizi restano aperte solo in presenza di entrambe le seguenti specifiche condizioni:

Accertate esigenze di produzione finale e di spedizione di prodotti giacenti in magazzino
Operatività della produzione esclusivamente attraverso un idoneo protocollo operativo e organizzativo che contenga i requisiti minimi espressi ai  punti 1,2 e 3 dell’ordinanza n. 48/2020

3. Come si attesta la sussistenza delle due condizioni per poter svolgere attività di produzione finale e di spedizione dei prodotti giacenti in magazzino?

La sussistenza delle due condizioni è dimostrata con idonea documentazione che deve essere esibita su richiesta delle forze dell’ordine in caso accertamento.

4. Cosa si intende per “comprovata esigenza di produzione finale e di spedizione di prodotti giacenti in magazzino”?

Si tratta di due concetti distinti che afferiscono al processo produttivo dell’attività di riferimento.

L’esigenza è comprovata attraverso evidenze documentali che dimostrano in maniera oggettiva che l’interruzione del processo produttivo può arrecare un danno grave e irreparabile all’azienda (ad esempio il rischio di deperimento di produzioni già realizzate o di inadempimento contrattuale per mancato rispetto dei termini di consegna o di reale perdita di posizione su mercati internazionali).

5. Come si dimostra l’adozione del protocollo operativo e organizzativo previa redazione di uno specifico documento di valutazione del rischio ai sensi del D.Lgs, n.81/2008?

La dimostrazione è tutta di natura documentale. L’azienda deve, dunque, essere in grado di dimostrare di avere aggiornato il proprio documento di valutazione del rischio prevedendo le misure di prevenzione del contagio con i requisiti minimi contenuti ai punti 1,2 e 3 dell’ordinanza n.48 /2020.

6. Cosa si intende per servizi strumentali all’erogazione dei servizi pubblici e all’attività delle pubbliche amministrazioni?

Sono esentate dalla sospensione tutte quelle attività necessarie per l’erogazione dei servizi pubblici (Es: telefonia fissa e mobile, servizi a rete – acqua, luce, gas -). Sono sempre consentiti servizi e interventi finalizzati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture funzionali alla produzione ed erogazione finale dei servizi pubblici e allo svolgimento delle attività delle pubbliche amministrazioni.

7. I negozi di telefonia sono in questi giorni oggetto di richieste di aumento di traffico dati da parte di genitori al fine di collegarsi per lezioni didattiche online e per scaricare file per compiti e tesine, da operatori sanitari per far fronte a questa situazione di emergenza, da persone che necessitano di riparare i propri cellulari o tablet in modo da non dover rimanere isolati, senza i quali non possono far funzionare i propri apparecchi elettronici. Possono stare aperti?

Sì. I servizi svolti dai negozi di telefonia come quelli descritti costituiscono attività strumentale all’erogazione dei servizi pubblici come disposto dall’art. 6 dell’ordinanza n.48/2020.

8.  I gestori dei servizi di telefonia e di reti dati possono effettuare lavori di riparazione in caso di guasto o controllo cabine telefoniche?

Sì. Si tratta, infatti, di servizi finalizzati all’erogazione dei servizi pubblici, come tutti quelli relativi ai servizi c.d. di rete (acqua, luce, gas, riscaldamento e teleriscaldamento, reti dati) ovvero di interesse generale che consentono la permanenza della popolazione in casa, non rientrando nella definizione di cantieri sospesi prevista dal punto 6 dell’ordinanza.

9.  Le aziende fornitrici di beni e servizi per operatori internet e di telecomunicazioni rientrano nella deroga di cui all’art.6?

Sì. Tutti i servizi e i lavori finalizzati al mantenimento in efficienza e piena funzionalità della rete telematica (connessioni internet) e di telecomunicazioni (quindi operatori per la telecomunicazione) resi dalle aziende che forniscono beni e servizi a questo tipo di operatori sono servizi pubblici essenziali che, ai sensi del punto 6 dell’ordinanza, non sono sospesi, ma devono comunque essere eseguiti nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

10.  I gestori dei servizi di rete come distribuzione dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua subiscono limitazioni nell’erogazione?

No. I servizi di rete di distribuzione di beni primari come energia elettrica, gas, acqua sono servizi pubblici essenziali e, come tali, ammessi senza dover obbligatoriamente sottostare ai divieti e agli obblighi e alle limitazioni previste dal punto 1 dell’ordinanza n.48/2020, ma devono essere comunque eseguiti nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

11.  Gli artigiani (fabbri, falegnami, idraulici, elettricisti) possono lavorare?

No. Le attività artigianali sono sospese, ad eccezione di quelle legate alle emergenze. Sono pertanto ammessi i lavori che costituiscono servizi urgenti per le abitazioni – pronto intervento guasti – (idraulici, elettricisti, vetrai, falegnami), i servizi indispensabili per consentire la mobilità mediante uso degli automezzi (meccanici, elettrauto, gommisti) come da punto 6 dell’ordinanza.

12.  Ma tutte le attività produttive che non sono menzionate dall’art.1 sono bloccate?

Sì, sono bloccate. Restano ammesse solo quelle attività produttive che fanno parte della c.d. “filiera dell’emergenza” ovvero che siano finalizzate o strumentali a fronteggiare lo stato di emergenza provocato dall’epidemia del COVID-19 sul territorio provinciale (attività di produzione beni e servizi di ausilio alle azioni di superamento dell’emergenza sanitaria – dalla produzione di dispositivi di protezione individuale alla pulizia e/o sanificazione degli ambienti di lavoro).

13.  È consentita la consegna a domicilio di prodotti alimentari, o di altro genere?

Sì. La vendita di prodotti di qualsiasi genere merceologico è sempre consentita quando è prevista la consegna al domicilio del cliente, sia per quanto riguarda la spesa alimentare e di prodotti agricoli, la consegna di alimenti e bevande (c.d. delivery), la vendita tramite e-commerce, per televisione e per corrispondenza, radio e telefono.

14.  È possibile svolgere attività agricola?

Sì, è consentita, nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

15.  È ammessa l’attività della pesca?

Si, trattandosi di attività appartenente alla filiera alimentare. L’attività deve essere svolta nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

16.  Esistono restrizioni per la circolazione delle merci?

No. L’ordinanza non introduce alcuna limitazione alla libera circolazione delle merci.

17.  Sono sospesi tutti i cantieri di lavoro?

Sì. Fanno eccezione i cantieri urgenti necessari per mettere in sicurezza il territorio, quelli relativi a opere pubbliche di somma urgenza e di ripristino di luoghi pubblici (realizzazione e manutenzione di strutture sanitarie e di protezione civile, manutenzione della rete stradale, autostradale, ferroviaria, del trasporto pubblico locale). I cantieri privati aperti debbono essere chiusi con eccezione di quelli la cui sospensione può determinare danni gravi e irreparabili a strutture e a persone. Naturalmente i lavori vanno eseguiti nel rispetto del protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 tra organizzazioni datoriali e sindacali, su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020.

18.  Posso assicurare alla struttura ricettiva chiusa dall’ordinanza n. 48/2020 i servizi di sorveglianza e manutenzione degli impianti e strumenti necessari al suo funzionamento per evitarne il deperimento?

Sì. La struttura deve rimanere chiusa al pubblico nel senso che non deve produrre e offrire servizi ricettivi alle persone, ma possono essere assicurate esclusivamente le attività funzionali al mantenimento in esercizio degli impianti tecnologici che necessitano di un controllo costante o quanto meno periodico e di una sorveglianza che eviti l’intrusione di persone estranee.

19.  Sono da considerare sospese le attività di ricevimento nei magazzini siti in stabilimenti delle province di Rimini e Piacenza da produttori italiani di prodotti finiti per il loro successivo smistamento presso i clienti che le attendono?

No. Le attività di ricevimento e successiva spedizione di prodotti finiti può continuare nei limiti e alle condizioni previste all’art.1 dell’ordinanza.

20.  È ammessa la vendita e la distribuzione di prodotti tramite canali di vendita on line?

Sì. Il commercio on line non è sospeso.

21.  I residenti nella province di Rimini e Piacenza possono spostarsi in comuni diversi, anche di altre province per lavoro?

Sì. Le limitazioni agli spostamenti sono regolate dai DPCM in vigore. Nello specifico, l’ordinanza n.48/2020 non dispone divieti agli spostamenti di lavoro al di fuori del territorio provinciale.

22. I lavoratori frontalieri residenti a Rimini possono andare a lavorare a San Marino, i lavoratori dipendenti di aziende di Cesena o altre città possono?

Sì. Le limitazioni agli spostamenti sono regolate dai Dpcm in vigore. L’ordinanza non dispone divieti assoluti agli spostamenti al di fuori del territorio provinciale.

23. In quali casi è possibile inviare la comunicazione al prefetto per la continuità dell’attività?

E’ possibile nei casi previsti dal punto 14 dell’ordinanza. Non è possibile nei casi previsti dal DPCM art.1 comma 1 lett. d) e g).

24. Quali sono le attività consentite previa autorizzazione al Prefetto?

Le attività previste ai sensi dell’art. 1 comma 1 lett. h) del DPCM del 22 marzo 2020 (le attività dell’industria dell’aerospazio  e della difesa, nonché’ le altre attività di rilevanza strategica  per l’economia nazionale).

Coronavirus. Pene più severe e multe fino a 2.000 euro per i trasgressori

La gravità dell’emergenza sanitaria in corso sta portando il Governo verso misure più stringenti e pene più severe per i trasgressori. Dall’11 marzo scorso sono state controllate 2.016.318 persone sul territorio nazionale e 92.367  sono state denunciate per inosservanza degli ordini dell’autorità. A questo numero vanno ad aggiungersi 2.155 denunce per false dichiarazioni. Sono stati controllati anche 973.799 esercizi commerciali e 2.277 titolari sono stati denunciati per il mancato rispetto delle restrizioni.

Domani è prevista una riunione del Consiglio dei ministri dove si parlerà anche della possibilità di inasprire le sanzioni per chi viola le norme anti-contagio, introducendo una sanzione amministrativa, non penale, per chi violi le limitazioni agli spostamenti o le altre disposizioni del DPCM. Secondo quanto riportato dalle principali agenzie di stampa, si sta valutando di introdurre una multa che potrebbe essere intorno ai 2000 euro.

Coronavirus. Droni per controllare gli spostamenti come in Cina

L’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha dato il via libera, al momento fino al prossimo 2 aprile, all’uso in deroga dei droni per monitorare gli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale, come è stato fatto in Cina durante la quarantena. I droni potranno volare nei comuni interessati e la concessione è stata fatta nell’ottica di garantire il contenimento dell’emergenza epidemiologica coronavirus. Saranno le forze di Polizia e le polizie locali a poter utilizzare i droni che sono già attivi in diversi comuni. L’ufficialità è stata data con una nota inviata ai ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Giustizia, allo Stato Maggiore dell’Aeronautica, all’Enav, all’Associazione nazionale dei comuni italiani e ai Comandi delle polizie locali.

Carlo Cracco in campo contro il coronavirus. Cucina per l’ospedale all’ex Fiera di Milano

MILANO – Il 10 marzo scorso Carlo Cracco, lo chef stellato e noto volto televisivo, aveva annunciato la chiusura del suo ristorante. “La priorità nostra e di tutti in questo momento è quella di salvaguardare la nostra salute e quella degli altri. Da oggi il Ristorante Cracco resterà chiuso al pubblico, riapriremo non appena le nuove disposizioni lo consentiranno e l’emergenza sarà rientrata. Rimarremo operativi con il nostro shop online @craccoexpress e lavorerò in questi giorni per mettere a punto il nuovo menu e le nuove proposte per la riapertura. Sono sicuro che se siamo tutti uniti e coesi in questo momento, torneremo più grandi e più forti di prima“.

Oggi Repubblica ha dato notizia di un’iniziativa che riguarda lo chef stellato che si è messo a disposizione con i suoi cuochi per organizzare la mensa di chi lavora nei cantieri per la costruzione dei nuovi reparti di terapia intensiva in Fiera a Milano. Carlo Cracco si è detto disponibile a continuare il servizio anche quando l’ospedale sarà operativo.

Chiusura aziende. Patrizia Barbieri chiede al Premier Conte misure più restrittive

Oggi il Sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha parlato con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, congiuntamente ai sindaci di Bergamo, Giorgio Gori, di Brescia, Emilio Del Bono e di Cremona, Gianluca Galimberti. “Abbiamo analizzato a fondo ogni aspetto della situazione di grave emergenza che stiamo vivendo”, ha spiegato il sindaco. “Abbiamo chiesto ulteriori misure, più restrittive, per fermare questo virus e che i provvedimenti non fossero presi “a macchia di leopardo”, ma in modo omogeneo. Anche il dialogo con il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stato costante anche con riferimento alle decisioni assunte nel riminese”.

Il punto focale è capire quali aziende debbano restare aperte. “Mi aspetto che nell’immediato venga definito con chiarezza a livello nazionale quali tipologie di aziende debbano restare aperte per garantire servizi essenziali o per cause di necessità, e quali possano essere chiuse”, ha commentato Patrizia Barbieri. “Vi prego di ascoltarmi bene. Nessuna decisione è facile in queste ore. Stiamo fronteggiando in tutto il Paese un’emergenza sanitaria e stiamo combattendo un virus nuovo, mutevole, che sembra comportarsi in modo diverso nelle diverse regioni del mondo. Non stupitevi se certe decisioni vengono prese dal Governo e dalle Regioni giorno per giorno, perché lo scenario cambia continuamente. Noi Sindaci della Provincia di Piacenza stiamo lavorando senza sosta per indirizzare queste decisioni o per offrire il nostro contributo”.

Coronavirus. I numeri di Piacenza, Cremona e Lodi

Sale a 1.575 il numero dei contagi a Piacenza, con 147 nuovi casi accertati e 27 decessi. La nostra Provincia resta al centro del contagio e i numeri restano paragonabili solo alle aree confinanti rispetto al focolaio originario, Lodi e Cremona. Oggi i positivi a Cremona sono diventati 2.392 mentre a Lodi sono 1.597.

Per comprendere meglio la situazione bisogna guardare il numero delle persone positive al Covid19 rispetto alla popolazione presente in ogni provincia. Analizzando i dati di ieri, infatti, si notano importanti analogie tra Cremona, Lodi e Piacenza.

Coronavirus Piacenza Cremona Lodi

LODI ieri aveva 1.528 positivi, pari allo 0,664% della popolazione

CREMONA ieri aveva 2.286 positivi, pari allo 0,637% della popolazione

PIACENZA ieri aveva 1.428 positivi, pari allo 0,497% della popolazione

Alla situazione delle nostre province si avvicinano solo BERGAMO (con i suoi 4.645 contagi aggiornati a ieri, pari allo 0,417% della popolazione) e BRESCIA (4.247 positivi, pari allo 0,335% della popolazione). Il dato preoccupante è che in queste due province lombarde il contagio si sta diffondendo molto più rapidamente, con una curva esponenziale.